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Topics - Paperotto il mozzo

Pagine:  1 [2]  3 
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Commenti sulle storie / Zio Paperone e il grande concerto
« il: Martedì 5 Feb 2013, 14:53:38 »
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL++901-A


E’ troppo dire che la storia gira interamente attorno al personaggio del pianista genio completamente immerso nella sua arte ? Al punto da addormentarsi la notte sul suo piano completamente vestito, in una stamberga i cui abitanti gufi, avvezzi alle sue soavi melodie, lo coprono amorevolmente con una coperta. Squattrinato, affascinante, svaporato, amatissimo dal gentil sesso, manco a dirlo; completamente disinteressato. Un puro.
Un personaggio stupendamente riuscito che fa esprimere al meglio il carattere di ogni papero, in una storia che scorre melodiosa proprio come una sinfonia. Idee insolite e gags a non finire, disegno di Scarpa superbo, finale grandioso.


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Commenti sulle storie / Paperino e la valuta itinerante
« il: Martedì 5 Feb 2013, 14:55:46 »
Paperino e la valuta itinerante
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL++943-C



Anche qui un personaggio estemporaneo è il motore dell’azione : si tratta di un vagabondo incontrato dai nipotini che ha la capacità di … attirare involontariamente il denaro a se se ovunque vada. Ecco perché lo vogliono tutti !
Trama inconsueta e curiosa, intrigante, pur se questo Zakar ha un fascino molto diverso dal Valentin di ‘Zio Paperone e il grande concerto’ e i disegni di Rebuffi – pur ottimi - non sono così belli. E’ forse poco concludente ma in ciò rispecchia l’inerzia di Zakar, pellegrino senza arte ne’ parte che vaga per la città.

Un bassotto : ‘Denaro falso ? Incredibile, il vecchio dorme su un’illusione di opulenza !’
Zio Paperone : ‘Non ho mai dormito così male in vita mia !’
Bassotto : (Sfido!)

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Commenti sulle storie / Messer Paperone e il serpentone
« il: Mercoledì 12 Dic 2012, 22:00:46 »
Messer Paperone e il serpentone http://coa.inducks.org/story.php?c=I+AT++175-A

Un’ altra storia meravigliosa. Il personaggio mitico del banchiere cinquecentesco s’attaglia alla perfezione a Paperone, la ricostruzione è perfetta tanto che si avvertono nel disegno gli echi dei gustosi quadri dell’epoca in argomento, mentre l’interpretazione in chiave papera è divertentissima.
Il finanziamento delle imprese militari dei sovrani è visitato con ottimi esiti, spettacolari nel caso – nientemeno – che dell’imperatore del Catai. Trama ben congegnata, oliata, complessa ma genialmente svolta in modo appassionante. Numerose gags, disegno stupendo, curatissimo in ogni particolare d’epoca (per esempio notare le varianti Paperino e Paperone dell’abbigliamento militare, proprio quello visto nei musei ma calato sulle loro corporature inconfondibili, l’acconciatura di Brigitta, i mobili, le case…). Il linguaggio tipicamente informale del fumetto è arricchito in buon punto di termini e costrutti grammaticali del tempo – teoricamente agli antipodi, in realtà prodigiosamente fusi in armonia.
E c’e’ la bellezza di riscoprire un po’ la trama di ‘Paperino fornaretto di Venezia’ http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL++428-A , anch’essa una riuscita storia ambientata nel passato di cui ‘Zio Paperone e il serpentone’ diventa un’evoluzione con una nuova e più forte identità femminile. Avevo notato nel corso storico delle vicende con Sganga la sempre maggiore emancipazione di Brigitta : nel passaggio tra le due trame in discussione è evidentissima.
In ‘Paperino fornaretto di Venezia’ infatti Brigitta veniva di fatto giocata dai Bassotti mascherati mostrando invero poca arguzia (anno 1964); qui messa nella stessa situazione finge di cascarci ma in realtà furba e guardinga diviene fondamentale e instancabile motrice dell’azione (anno 1971).
Interessanti le sue varianti grafiche come nota Cornelius Coot nella sezione sull’Almanacco; ottima performance di Paperino.  

‘A great show we miss it’

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Commenti sulle storie / Zio Paperone e la nuova glaciazione
« il: Mercoledì 16 Mar 2011, 08:37:17 »

Considero questa storia un piccolo capolavoro, per la perfezione con cui si combinano in una trama avvincente disegni, dinamicità, gags, carattere dei personaggi, spunti del mondo reale e fantasia.
Questa storia, così come altre di quel periodo, si giova di tutti i fertili arricchimenti che la modernità del mondo reale suggerisce e del perfezionamento estremo del personaggio Rockerduck (secondo me fondamentale per interagire con zio Paperone) dopo anni di apparizioni e rappresenta - insieme ad altre simili, secondo la mia opinione - l’apice supremo di perfezione a cui sono giunte le storie dei paperi a fine anni settanta (prima del declino negli anni 80). Siamo di fatto di fronte a trame che mettono in gioco problematiche complesse di un mondo capitalistico maturo (gli esempi in altre storie sono moltissimi, cito solo ‘Zio Paperone e il ritorno alla natura’) ed è straordinario come gli sceneggiatori riescano a tradurle in storie divertenti. Si noti come sia stato estremamente più facile fino all’inizio degli anni sessanta far ridere efficacemente con trame certamente suggerite da un mondo ancora semplice, perlopiù agricolo, commercialmente ed industrialmente, soprattutto in Italia, immaturo.  
Questo dimostra come la sfida della modernità, in questo ambito particolare, sia stata dai nostri autori cavalcata e vinta portandola ad esiti fumettistici nuovi, emozionanti, strabilianti. Questa fenomenale e geniale capacità di affrontare ed adattare al fumetto le problematiche più nuove ed estreme (cito solo l’esemplare  ‘Zio Paperone e la scorribanda nei secoli’, di cui recentemente si parlava), illustrate da maestri ineguagliabili, fatalmente ha comportato che negli anni successivi rimanesse ben poco di nuovo ancora così efficace da dire, fare, sperimentare .

Innanzitutto la grafica del titolo presenta il cilindro ed il bastone di zio Paperone       appesi ad una lettera, cominciando ad introdurre i moderni arricchimenti grafici di contorno che avranno un lungo – ed in seguito spesso eccessivo – avvenire. Il titolo importante si rifà ad una reale lontana era geologica della nostra terra : scopriremo che non è eccessivo perché il problema sarà veramente grande e grave ed i nostri paperi se la vedranno seriamente brutta, tuttavia è anche nuovo perché innescato dai moderni prodigi della chimica al servizio degli affari. Quindi i motivi fondamentali tratti dal mondo reale vengono amplificati e interpretati dalla tipicità dei personaggi, producendo un effetto esilarante - che alla fine pur tuttavia riesce a suscitare anche una riflessione. La trama si innesta nel filone rivalità affaristica con Rockerduck, da cui scaturiscono con l’intervento di Archimede le trovate più fantastiche ed ardite, giunte a questo punto estremo in cui la tecnica e il denaro rendono possibili addirittura stravolgimenti della natura a fini commerciali. Il ritmo è serrato e coinvolgente, senza momenti di stanca, e arricchito da gags fantastiche. Geniali tutte le trovate fondamentali: dal fumo chimico che crea le nubi all’espediente straordinario finale per toglierle di mezzo (con Bun Bula, re del Suda-Suda !); dall’efficace e sorprendentemente semplice trovata di Archimede per salvarsi da sicura morte per assideramento nell’albergo di montagna al braccio telescopico infilato nella stufa per alterare la formula (con tanto di occhio elettronico: si noti bene come queste verosimili raffinatezze tecnologiche, per forza di cose nemmeno immaginabili – o puramente assurde – solo vent’anni prima, si prestino particolarmente a questi fumetti). Il carattere dei personaggi è all’ennesima potenza (solo alcuni flash : la testardaggine di Paperino nel contrattare il prezzo dell’attrezzatura sciistica, la stufa chiusa col lucchetto da zio Paperone per fare economia di legna, la solita svampitezza del genio di Archimede che conserva una busta di carta tra gli aggeggi meccanici, Rockerduck con il nuovo e riuscito dipendente/complice prof.Antipatik). Il disegno di Cavazzano è magnifico, vivacissimo, e rende ottimamente la continua azione che le concatenazione degli eventi comporta. Persino i dettagli sono assai curati, si veda per esempio il cannello a benzina che il vigile usa per sbloccare il semaforo; gli sbuffi che filtrano tra i sassi della ciminiera; la forma tipica a chalet di montagna modernizzato del grande albergo, che noi ‘umani’ riscontriamo sulle nostre alture negli edifici più raffinati. Tutto quindi concorre a rendere perfetta sin nei particolari questa storia fantasmagorica, che non delude le aspettative preannunciate dal suo titolo.
Per concludere, un breve ricordo in proposito di una storia precedente che, più spiccatamente rispetto ad altre simili, ha trattato un problema sistematico analogo determinato dall’incauta manipolazione del clima, con medesimi esiti ‘siberiani’ sulla città (ed anche qui c’era stato lo stesso breve momento cruciale di blocco totale dell’azione con rischio mortale sotto la neve) : Zio Paperone e il caldogelone. (In qualunque momento mi venga in mente il nome o l’aspetto fisico del professor Corindone Visigoto, non posso fare a meno di ridere).

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Commenti sulle storie / Paperino aspirante supereroe
« il: Mercoledì 10 Ago 2011, 09:59:33 »
PAPERINO ASPIRANTE SUPEREROE
Il codice inducks della storia e’ http://coa.inducks.org/story.php?c=I%20TL%201355-A&=&viewimagechar=1.
In diverse storie Paperino, affascinato dai personaggi di TV e fumetti, decide di diventare un supereroe, combinando sempre disastri e facendo solo figuracce.
Questi tentativi sono qualcosa di completamente staccato e separato da Paperinik – la cui esistenza in tali storie è ignorata - e ridanno Paperino in veste solo pasticciona.
Invece questa storia affronta in modo organico e quasi programmatico l’argomento, tanto a mio avviso da esaurirlo sostanzialmente (siamo infatti ormai nel 1981), e l’esito è originale e soddisfacente per il nostro eroe.
Paperino qui afferma chiaramente che, nonostante l’esistenza di Paperinik, vuole cimentarsi in qualcosa di diverso prendendo a modello supereroi dei fumetti dei nipotini.
Ipotizza di impersonare diversi supereroi, i quali hanno un diretto riferimento a quelli del mondo umano (PaperRagno, Gatman, SuperPapero, PaperBat), e vi si cimenta trovando infine in PaperBat il più adatto.
Guarda caso, il nome è lo stesso dell’identità segreta di Paperoga. Questa risale a metà anni settanta, anche se non credo che  nel 1981 fosse già stata pubblicata in Italia (in ogni caso Paperbat-Paperoga è antecedente a PaperBat-Paperino, le informazioni su wikipedia mi sembrano errate).      
Le caratteristiche dei supereroi considerati corrispondono a quelle di quelli umani (PaperRagno si arrampica sui muri, di PaperBat si menzionano il batsegnale celeste alla polizia e Paperino tenta di scavarne la caverna segreta!).
Dopo qualche simpatico tentativo buffonesco, il finale è ottimamente risolto con un’ originale e riuscita trovata che lascia soddisfatto sia zio Paperone che Paperino, con ciò infine convinto che essere supereroe non è necessario.

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Commenti sulle storie / Paperino e la serie televisiva
« il: Lunedì 23 Gen 2012, 18:51:48 »
Come giustamente si notava altrove, gli anni ottanta non sono stati in generale particolarmente forieri di storie notevoli, però di quando in quando – soprattutto all’inizio, quasi uno strascico dei stupendi anni settanta – ci imbattiamo in storie come questa che sono veramente riuscite.

La vita di Paperino, scanzonata e alla giornata, diventa il modello anticonsumistico che un regista propone quale nuovo soggetto per una serie televisiva interpretata dallo stesso nostro eroe. Paperone lo rifiuta, mentre Rockerduck lo fa proprio e diventa un grande successo. Al punto che la gente prende esempio e comincia ad essere assenteista e improduttiva sul lavoro, il contrario del modello efficentista tipicamente americano. I due stramiliardari ovviamente sono i primi a pagarne le conseguenze : da manuale la scena in cui convocano Pico de Paperis che illustra scientificamente la situazione. Nel frattempo Paperino stesso è cambiato nel suo intimo in quanto il successo gli ha dato alla testa ed è ormai un’agiata ed altezzosa star. Quindi per risolvere le cose basta che il pubblico si renda conto di ciò che è diventato il suo beniamino … Paperone e Rockerduck d’accordo fanno in modo che succeda ed in seguito un’ ennesima gag fantastica conclude la storia riportando Paperino nelle consuete vesti.

Le implicazioni sociali, condizionate dallo strapotere del duopolio Paperone – Rockerduck, già dagli anni settanta aggiungono con ironia alle storie elementi di riflessione sulla società davvero riusciti, ed oltre a ciò la storia è un intersecarsi infinito di storie e situazioni psicologiche su cui riflettere aldilà del puro e sano divertimento assicurato. E la riuscita della storia è il fatto che proprio le caratteristiche disneyane tipiche ed essenziali dei personaggi determinano e mutano la situazione: lampante il carattere di Paperino innanzitutto, ma anche altre sfumature come la tipica sua valorizzazione da parte di Rockerduck coronata da successo allorché lo ‘ziastro’ lo sminuisce. Ben sviluppate la parabola di una star dal nulla al successo e poi al declino, le reazioni della gente davanti al video, la reazione dei nipotini… Soprattutto il ritorno al mito americano della produzione e del consumo con conseguente cielo annerito di fumi industriali, panacea di Paperone e Rockerduck, infine istilla il dubbio che l’ordine ristabilito non è del tutto corretto.

 


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Commenti sulle storie / Paperino e i pomi delle Esperidi
« il: Lunedì 2 Gen 2012, 21:18:43 »
PAPERINO E I POMI DELLE ESPERIDI
Codice = http://coa.inducks.org/s.php?c=I+AT++173-A
Commento questa storia dopo averla letta per la prima volta in quanto contiene molte delle caratteristiche tipiche che fanno divertente e avvincente ogni avventura papera di quel periodo. Dopo averla letta, insomma, resta il sorriso sulle labbra e un senso di soddisfazione.
Innanzitutto un piccolo tranello del titolo : non ci dobbiamo illudere di vedere illustrato il famoso giardino con i paperi alle prese con esso, come pure in diverse altre storie è avvenuto (mi viene in mente la pure magnifica ‘Zio Paperone e i semi delle esperidi’).
Disegni : come sempre equilibratissimi e perfetti i disegni di Gatto.
Trama : è sostanzialmente una caccia al tesoro in ambiente esotico, di certo un genere molto sfruttato, ma che ogni volta mi stupisce per la bellezza e fantasia delle avventure sempre diverse e coinvolgenti. La vegetazione rigogliosa arricchisce già da sola le vignette di naturali bellezze. Colori vividi molto piacevoli. L’incipit che da luogo al tutto è ottimamente costruito, cominciando dall’ordinarietà di un giorno in cui Paperone si reca da Archimede per sollecitare la realizzazione di uno spray anti tarme divora-dollari. Archimede è costernato dal fatto di non esservi riuscito ma in compenso nell’alambicco si è formata … una pepita d’oro! Ha utilizzato nella mistura un frutto esotico intorno al quale si innesta l’avventura e che … concluderà la storia con una rivelazione a sorpresa straordinaria e azzeccatissima nell’essere deludente per i paperi. I nipotini, roba da non credersi, hanno dimenticato il manuale a casa e stavolta si pongono da osservatori scettici della caccia al tesoro degli zii. Ma dovranno venire a patti… La storia è ricchissima di vivaci e divertenti peripezie : pescioni mostri che divorano la barca, i tentativi di abbattere e scalzare il resistentissimo fusto dell’albero del ferro, il punto di vista degli indigeni che osservano a parte con loro ragionamenti assennati l’insensata ricerca.
Estremamente interessante la tattica con cui questa volta Paperino e i nipoti fanno svelare a zio Paperone – prima di partire - lo scopo del viaggio, da lui fatto inizialmente passare per una cura medica per Paperino.
Altra caratteristica particolare, stavolta pare che Paperino riesca a tenere testa molto bene al ricco zio.

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Commenti sulle storie / Paperino e il campeggio solitario
« il: Mercoledì 21 Dic 2011, 13:29:52 »
Codice coa.inducks.org/story.php?c=I+TL++458-D
L’ostinazione di Paperino e una malasorte crudele trasformano una vacanza in una vera odissea tragica. Partenza familiare di Paperino, convintissimo di voler trascorrere le ferie in campeggio, con nipoti, Paperina e – ancora presente – il cagnolone Bernardo. Prima tappa in un campeggio organizzato in cui vengono continuamente derubati dalle esose tariffe di un brutale energumeno, più fatiche massacranti per Paperino, rischio di annegamento e cena con biscotti per cani ‘Bau Bau’.
Seconda tappa campeggio autonomo in luogo ameno ma con vari incidenti e finale sfratto da parte di un orso. Paperina e Bernardo se ne vanno, i nipotini ricattati da una minacciata diuturna lavatura di piatti restano. Terza tappa in isoletta sperduta (affittata, anzi venduta, dal centocinquantenario capostipite di un’indimenticabile progenie di vecchioni) . Rischio serio di morte per mancanza d’acqua ed apparizione inaspettata e provvidenziale di Gastone. Rifocillati a bordo dello yacht è godibile a questo punto l’avventuretta finale che vede naturalmente Paperino scornato da Gastone ed amareggiato al punto da voler scomparire tra i flutti. Quindi la storia è riuscita e godibile ad ogni  livello di intreccio, spirito e avventure però mi dà davvero l’impressione di eccessiva crudeltà verso Paperino.

Notare il contesto Disney qui ricondotto ad un ambito familiare e quotidiano tipico ma per noi inconsueto: l’inizio con gli amici al bar, la partenza che ricalca quella di una famiglia con figli e cane, il termine ancora con gli amici al bar.

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Commenti sulle storie / Le Giovani Marmotte e il vecchio Gran Mogol
« il: Venerdì 4 Nov 2011, 15:41:19 »
LE GIOVANI MARMOTTE E IL VECCHIO GRAN MOGOL
http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL+1005-B
Nel corso degli anni le GM hanno avuto a che fare con diverse stranezze del loro capo ma … mai come in questa storia ! Incredibile a dirsi, si narra di un’impegnativa escursione alla ‘rocca verde’ guidata da un gran mogol di circa ottant’anni. Non è ben chiaro se si tratti proprio del nonno del loro solito gran mogol indisposto, di certo l’età è questa in quanto in una vignetta in ci si riferisce ironicamente a lui (nel 1975) come al ‘campione del secolo scorso’ .
Topolino non era una testata a carattere prettamente pedagogico, tuttavia essendo indirizzata alla gioventù è chiaro che dietro la trama divertente il messaggio morale che perveniva era assolutamente corretto. (Ricordiamo anche a proposito la rubrica ‘Qui Paperino quack’ – tenuta con acume e sensibilità, se non erro, da Elisa Penna). Alcune testate per ragazzi del passato erano ancorate a superate visioni paternalistiche per le quali era impensabile per un ragazzo criticare un adulto, figuriamoci un anziano: ciò si scontrava proprio con l’evidenza dei fatti che ogni ragazzo ha davanti agli occhi.
Ecco quindi che realisticamente questa storia, evidenziando proprio l’età avanzata del gran mogol, lo rende per forza vittima della gioventù che, nel suo stesso interesse nel corso della marcia, spesso lo deve trascinare ‘mancandogli di rispetto’. Lo svolgimento dei fatti è assolutamente logico: essi non hanno voluto escluderlo dalla loro escursione per non farlo soffrire, però a questo punto è lui che deve scendere a patti con la sua età ed accettare le decisioni e l’aiuto dei più giovani.
Al termine c’e’ persino un momento quasi commovente con lo svenimento al raggiungimento dopo tanta fatica da parte sua della rocca verde, ed un’iniziativa finale risolutiva – credibile per le sue poche forze - che lo riscatta dal ruolo di ‘vecchio matusa’. Quindi non si tacciono – ma anzi si evidenziano per l’intera storia, con esiti divertenti, i chiari limiti della vecchiaia testarda, ma infine si rende onore al merito dell’antica esperienza.
La vignetta finale lo mostra, solo, che si alza il cappello davanti ai lettori e quel punto davvero dopo il divertimento ci lascia con un’idea compiuta e quasi commossa della sua esperienza umana giunta, nella logica delle cose, al termine.

Disegni di Perego coi noti pregi e difetti ma di certo adattissimi alle sembianze canute – e molto originali - del vecchio gran mogol.


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Da metà degli anni sessanta fino all’inizio degli anni settanta le brevi storie di Amelia e Magò in cui tentano di sottrarre la ‘numero uno’ a Paperone sono molto divertenti ma si muovono sempre nell’ambito stregonesco tradizionale (la ricerca del grande anatema, il folletto Paddy, la nonna in abiti ‘fin de siecle’) ed Amelia appare vivere in un castello con Magò lontana dal Vesuvio. Le sofisticate alchimie moderne delle storie lunghe che la vedono intervenire sola contro i paperi non si confanno a questo tipo di storie, eppure è chiaro che rappresentano l’aspetto più nuovo e stimolante. La controprova è che allorché si è vista Magò assieme ad Amelia in una storia lunga (Zio Paperone e la falsa intervista http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL++683-B) alle prese con le esperienze ed i ritrovati più moderni, essa con il suo aspetto goffo di strega tradizionale è apparsa subito a disagio limitandosi infatti ad un ruolo marginalissimo (a memoria non più di 3-4 vignette) del tutto superfluo alla riuscita – straordinaria – della storia. Con ciò non si vuol dire che il personaggio di Magò in se sia poco riuscito – anzi è simpaticissimo e trovo alcune storielle con lei davvero stupende – ma semplicemente la modernità del personaggio di Amelia abbisognava di nuove e totalmente diverse personalità (in seguito la ricchezza del suo personaggio le ha permesso di interagire direttamente, di volta in volta, un po’ con tutte le figure principali e finanche di allearsi con Paperone stesso: memorabile la copertina di Topolino ‘Paperone e Amelia Spa’ http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1527-B).

Ecco quindi che nella storia ‘Zio Paperone e le streghe in azione’ http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL++812-A appare ad un certo punto una didascalia che introduce chiaramente un nuovo personaggio

‘Grazie all’aiuto tecnico di Archimede zio Paperone ha vinto il primo round. Ma ora anche Amelia, la strega che ammalia, ha un valido alleato in Roberta la studiosa esperta.’

Abbandonate le antitetiche e paciose fattezze di Magò con i pipistrelli del loro castello, Amelia risulta alleata con una cicogna (?) modernissima : sportivo miniabito dolcevita di maglia (con coda che spunta dal retro!), una permanente bionda riccioluta, gonfia e biondissima, orecchini ad anelloni, appuntito becco lungo e vivissimo sguardo penetrante la caratterizzano perfettamente. L’aspetto fisico è già di per se genialmente riuscito, in più essa appare vivere in un laboratorio dall’aspetto di hangar con due squadre come insegna e nella prima vignetta in cui appare è affiancata ad un dettagliatissimo tecnigrafo assolutamente identico a quelli che si trovano negli studi tecnici.  Una ‘donna’ affascinate e volitiva, attiva e decisa. Ed il dialogo che segue ci svela che non è solo una tecnica esperta, ma conosce anche i misteri tipici del mondo della magia. Il resto della storia è al pari della straordinaria personalità di Roberta. In questa prima storia con Roberta la sua perizia tecnica – benché illustrata – non è approfondita, anzi abbandonata alla prima vignetta allorché essa afferma di temere che sul piano tecnico sia impossibile battere Paperone, in compenso lo stratagemma magico che architetta, il fatto che voli sulla scopa con Amelia e lo stesso titolo della storia che parla di ‘streghe’ al plurale, la colloca a metà strada tra una tecnica ed una strega.

Nella storia successiva ‘Zio Paperone e il turbinio magitecnico’ http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL++903-A   la sua perizia tecnica è invece esaltata al massimo ed essa appare l’ideale pendant tecnologico di Amelia al pari di Archimede per Paperone.
L’identità e rivalità tra i due è espressa a chiare lettere e qui Roberta appare già come un personaggio consolidato e ben conosciuto (Archimede afferma ‘Roberta l’ha aiutata’, dando per sottinteso di conoscerla, lo stesso avviene con Roberta).
Anche questa storia è memorabile.
Purtroppo in seguito, nonostante gli ottimi risultati, il personaggio di Roberta rimane latente per addirittura diciotto anni, se si eccettuano le poche tavole di collegamento sul Classico seconda serie n. 20 ‘Paperone Special’ nel 1978 http://coa.inducks.org/story.php?c=I+CD+++20-A, realizzate per concludere la storia ‘Zio Paperone e il turbinio magitecnico’. Nonostante in esse Roberta appaia chiaramente in non più di quattro vignette, vale la pena di commentarle in quanto riescono a riassumere il suo carattere intraprendente e deciso, la sua amicizia sincera con Amelia e concludono compiutamente la sua esperienza negli anni settanta (ed ottanta, per quanto ne so) dandoci un’idea di cosa essa abbia fatto per tutto questo tempo: è rimasta normalmente nel suo laboratorio. Saputo dal corvo che Amelia giace ‘come un cencio’ sul tetto del deposito vola in elicottero a salvarla accompagnata da ‘Rinaldo, il pilota ribaldo’ (per similitudine col suo stesso nome), svelando anche un’ottima destrezza di mano – lodata da Rinaldo – nell’ agganciare l’amica col lazo. In omaggio alla sua vocazione più tecnologica nella storia che va a concludere, stavolta non vola al salvataggio con la scopa ma con un mezzo più moderno. Amelia sarà sua ospite sinchè non si sarà ripresa e poi tornerà sul Vesuvio. Gatti disegna Roberta col becco più corto mentre per il resto è del tutto simile a prima : mi piace anche in questa variante.

Le carte sono tornate a posto dunque, e fino agli anni novanta, (almeno leggendo inducks, e la mia memoria non mi suggerisce altrimenti) di Roberta non avremo più notizie. Purtroppo è tardi. Nella storia ‘Zio Paperone e il tallero firmato’ http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1822-A
essa viene introdotta in seguito ad una debacle di Amelia del tutto analogamente al ‘turbinio’ e le sue qualità magiche e tecniche paiono presenti in egual misura (la ‘lanterna tecnico magica’), però poi l’avventura prende uno stampo klondykiano e la stessa Amelia nel vivo dell’azione è ignorata. Anche i disegni, ormai, secondo me sono scialbi.

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Voglio parlarvi oggi di tre storie relazionate.
Si parte da  ‘Zio Paperone e il tunnel sotto la manica’ il cui codice inducks è http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL++773-AP
L’incipit, con Rockerduck in veste non certo casuale di fattorino, è un degno preludio ad un’ avvincente, originalissima e divertente trama, ricchissima di trovate narrative che tengono sempre alto il ritmo. Il monopolio idrico di Rocker richiama immediatamente lo stesso detenuto da Zio Paperone – pochi mesi prima - in ‘Zio Paperone e la battaglia idrica’ (codice inducks http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL++745-B , indimenticabile, alle prese con Sganga e Brigitta; ricordo almeno il flash velocissimo di Paperone strepitosamente ridotto in trance estatica dall’oro atomizzato presente nell’acqua bevuta !). Per uno dei colmi esilaranti a cui il papero miliardario ci ha abituati, piuttosto che pagare 1 cent in più l’acqua il metro cubo a Rockerduck non esita a spendere milioni di dollari. Al termine di mirabolanti e spassosissime peripezie (tra le tante favolose suggestioni: la famiglia di avvocati Gamba col nipote capellone, la talpa scavatrice e il trabiccolo desalinatore di Archimede, il quadro utilizzato per tappare una finestra senza vetro) addirittura realizzerà, pur di raggiungere l’indipendenza idrica dal rivale, appunto il tunnel sotto la Manica. L’aggancio al mondo reale è ottimamente realizzato con il patrocinio francese e inglese all’opera e la chiara visione dei problemi logistici genialmente risolti da un’invenzione di Archimede. Problemi talmente reali ed attuali al tempo che nella realtà dei fatti (non potendo per la ventilazione della galleria disporre nel mondo umano ahimè delle invenzioni di Archimede) hanno portato infine alla realizzazione di un tunnel solo ferroviario. Ma prima di iniziare proprio in quegli anni la realizzazione vera e propria del tunnel i sondaggi ed i progetti, finalmente fattibili grazie al progresso tecnico, già avevano creato grande interesse ed attesa nell’opinione pubblica alla fine degli anni sessanta. Ed è quindi naturale che Zio Paperone nel 1968 con la storia http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL++671-A, sempre in gara con Rockerduck, avesse già escogitato un’ingegnoso quanto economico sistema di realizzare un tunnel sottomarino per raggiungere l’isola della Cuccagna al largo di Paperopoli, talmente efficace da essere prescelto come modello da Francia ed Inghilterra per il tunnel sotto la Manica – di prossima realizzazione congiunta tra le due nazioni e De’ Paperoni. Le sfide capitalistiche con Rockerduck – mi piace sempre osservare - come noto giungeranno fino ad estremi inimmaginabili alla fine degli anni settanta  (a volte nello sfruttamento e manipolazione delle persone come della natura terrestre e spaziale a fini di profitto), che se da un lato sono esilaranti per la loro esagerazione, dall’altro ci fanno riflettere perchè davvero spesso rispecchiano riprovevoli comportamenti umani. E Rockerduck ha il grande merito di svecchiare, con la sua mentalità più moderna, zio Paperone, che non gli vuole certo essere da meno in nessun campo. E zio Paperone svecchiato rivela spesso un’agilità persino fisica insospettabile alla sua età, in vignette talmente belle da poter meritare ognuna una copertina. Guardate ad esempio lo scatto con cui, allorché alla guida dell’aereo tenta di schivare i palloni frenati piazzati da Rocker, solleva le zampe che arrivano più in alto delle braccia sul volante.

E se il riferimento all’attualità per il tunnel sotto la Manica è dei suoi anni, ma non per questo meno azzeccato, dal momento che il problema della ventilazione in effetti non è stato risolto costringendo gli esseri umani a rinunciare al tunnel stradale; pensiamo a quanto attuale sia il riferimento alla privatizzazione dell’acqua per il quale vi invito a rileggere la citata ‘Zio Paperone e la battaglia idrica’. Due gags su tutte : la fontanella a gettone dell’ Acqua de’Paperoni a cui Paperino va a rifornirsi, la sindachessa femminista amica di Brigitta nel paese in cui comandano le donne.


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Commenti sulle storie / Paperino e l' Alter Ego
« il: Mercoledì 13 Apr 2011, 10:23:28 »
Una storia affascinante, evocatrice di misteri dell’animo profondi quanto gli occhi vuoti di questo Alter Ego. Una storia paradigmatica che pare esprimere chiaramente quanto altre in modi e sfaccettature diverse suggeriscono. Il tema dell’alter ego si è visto varie volte nel mondo papero, però questa storia pare paradigmatica sia per il titolo sia per la modalità (esce da uno specchio, come in ‘Archimede e il mondo alla rovescia’) sia – soprattutto - per le caratteristiche dell’alter ego stesso.
Molte volte nei rapporti con zio Paperone abbiamo immaginato quanto costui avrebbe più apprezzato Paperino se avesse intravisto in lui emergere qualcuna delle sue qualità; e in modi diversi in alcune storie parzialmente ciò pareva avvenire, salvo (naturalmente) amplificare proprio perciò ancor più il (sempre inevitabile) disastro finale.
Ebbene qui questo avviene decisamente e senza mezzi termini. Riporto un esemplare colloquio tra zio Paperone e l’alter ego di Paperino – un dialogo dentro di noi sempre dato per scontato per spiegare a contariis l’abituale insofferenza dello zio, tanto che le parole sembrano uscire da sole, una dopo l’altra - ma finalmente messo nero su bianco efficacemente, grazie all’intervento di un’entità quantomai effimera (provvidenziale anche questa sua labilità, temporaneità, tale da ripristinare quanto prima lo status quo):

Alter Ego (dopo che ha strappato la doppietta a Zio Paperone e gliel’ha arrotolata al collo):
‘Fuori il denaro zio Paperone, se non mi aiuti tu che, oltre ad essere mio parente, sei il papero più ricco del mondo, chi mi deve aiutare ? (…) Te lo renderò quando potrò ma senza interesse, chiaro ?’
Zio Paperone (dentro di se) : (incredulo) ‘Incredibile, sembra un altro ! Così deciso, autoritario e convincente ! Mi sembra di vedere me stesso quand’ero giovane !’;  (raggiante) ‘Gli stessi modi, lo stesso sguardo fiero ! Evidentemente il sangue non è acqua !’

L’alter ego ha caratteristiche opposte ma aiuta Paperino nel corso della storia, quasi a volergli infondere quel decisionismo e fiuto negli affari di cui egli difetta totalmente ed a cui ambirebbe. Non svelo il finale che è tutto da godere, evidenzio semplicemente l’affare conclusivo e decisivo, che molto modernamente (siamo nel 1966) ha a che fare con un autogrill da edificare lungo il tracciato di una nuova autostrada.
L’esito dell’aiuto in effetti positivamente prestato dall’Alter Ego a Paperino nel corso di tutta la storia (stupende anche le parti con Gastone e Paperina, e nella gestione dei creditori)  è esemplarmente mostrato sulla copertina dell’Albo di Topolino che nel 1974 la ristampa la prima volta !

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Commenti sulle storie / Zio Paperone e lo sviluppo paperografico
« il: Mercoledì 13 Apr 2011, 10:21:57 »
Parliamo ancora di alterazioni dell’ego.
Spesso il disegno di Giuseppe Perego viene criticato, tra l’altro, per la monotonia con cui sono illustrati i paperi ‘con quei becchi aperti sempre uguali’ come qualcuno ha detto.
Ebbene, perché non trasformare questo difetto in un punto di forza riproducendo tanti Paperoni tutti uguali ?  E’ quanto avviene in questa storia per opera di un nuovo genio-scienziato nemico. Gli sguardi vitrei e i becchi ugualmente aperti appaiono suggestivamente funzionali allo stupore costante con cui i Paperoni si guardano l’un l’altro. L’idea è originale e interessante, divertente lo svolgimento degli inevitabili problemi di coabitazione e cogestione degli affari. Intervengono i nipoti ed Archimede; fondamentale la trovata finale ad effetto sorpresa. Arcigno l’adunco naso del malvagio.

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Commenti sulle storie / Zio Paperone e la città d'oro
« il: Venerdì 4 Feb 2011, 10:26:59 »
Zio Paperone e la città d’oro

Questa storia apparsa inizialmente su Almanacco nel 1974 (codice inducks http://coa.inducks.org/s.php?c=I+AT++208-B) ha un titolo tipicamente paperonesco e sin troppo generico, che ci richiama le prime appassionanti storie di Barks. Tuttavia qui si tratta di un dinamico duetto esclusivo tra Paperone e Rockerduck, assenti del tutto nipoti, Bassotti, Archimede od altri volti noti: ciò nonostante la storia scorre viva, appassionante, avvincente, fantasiosa, ricca di trovate esaltate dalle strabilianti e decise tipicità caratteriali dei due miliardari. Questo è possibile poiché, pur prendendo spunto e ispirazione fondamentale dal Barks anni cinquanta, gli autori nostrani riescono col loro fondamentale apporto nei decenni successivi a produrre storie modernamente evolute nella grafica, nella trama e nei personaggi, collaudati e perfezionati da migliaia di storie. Il vecchio McGold/Cuordipietra si sarebbe trovato a disagio nel complesso e dinamico mondo capitalistico moderno: azzeccatissimo e benvenuto pertanto il carattere del ‘giovane gaglioffo’ Rockerduck, miliardario rampante capace e spregiudicato, ideale figura di eterno secondo di Zio Paperone che con le sue nuove caratteristiche lo svecchia e rinvigorisce (una volta per sempre si noti, perché le sue caratteristiche mutuate dal mondo umano erano già allora come oggi attualissime) dandogli una iniezione di fresca vitalità, e in moltissime storie sfidandolo alla modernità delle più attuali e inimmaginabili sfide commerciali. E questa storia in particolare rende piena giustizia al fondamentale apporto di Rockerduck, anche perché una volta tanto zio Paperone appare più spregiudicato e scorretto di lui. La storia inizia infatti con una scena casalinga ed intima di zio Paperone (anche qui si noti la modernità di queste aperture, che ci fanno sentire il carattere vicino), destato dalla sveglia nel cuore della notte. Dapprima egli si stupisce esclamando ‘sst, maleducata, non si sveglia un pezzo grosso nel cuore della notte!’ , poi si ricorda che a quell’ora deve ascoltare presso un’apparecchiatura la voce di Rockerduck, trasmessa tramite una microspia, che nel sonno rivela lucrosi segreti. In tal modo Paperone ha la meglio su Rockerduck in diversi affari di cui nelle successive gustosissime scene. Il suo rivale scopre in seguito il trucco, elimina la microspia con una divertente beffa e a quel punto zio Paperone arriva al punto di infilarsi sotto il letto di Rockerduck per ascoltarne direttamente la voce ! Proprio in quell’occasione viene così a sapere che esploratori di Rockerduck hanno individuato una città realizzata interamente d’oro. Zio Paperone segue pertanto Rocker nel deserto e l’avventura diventa esotica. Lo svolgimento tipo safari on the desert è spigliato, accattivante e divertente, spronato in continuazione dall’avida foga spregiudicata dei due di superarsi per giungere primi alla città (Rockerduck a un membro della carovana: ‘Ehi tu, pancione, conducimi dal tuo capo!’).
C’e’ un inquietante mostro fantasy all’ingresso della città, un originale supplizio  inflitto ai miliardari, movimentati ed inaspettati esiti ed un consueto disastro solo in apparenza conclusivo. Tra i particolari degni di nota : la ‘scatoletta musicale’, tramite la quale il popolo ha appreso la ‘nostra’ lingua, che trasmette le ‘nostre’ insulsaggini (quando spunta la luna nella pattumieera escono tre scarafaggi nella seera!); la collera del dio Musodoro; il sottile, subdolo, efficace ruolo del testone della statua nell’esito catastrofico; la macchina generatrice di terremoti. Il termine apparentemente negativo della storia nasconde inaspettatamente un risveglio e una ripresa positiva all’annuncio tramite un’altra ‘scatoletta’ di una nuova esaltante scoperta …
E la storia chiude su una suggestiva DINAMICA inquadratura di zio Paperone e Rockerduck in gara sui cammelli - mentre ancora battibeccano - nella luce del sole che tramonta, a dire ‘domani sarà un altro giorno, una nuova sfida con altre, inesauribili avventure’.

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Commenti sulle storie / I Bassotti e il piccolo favore
« il: Lunedì 17 Gen 2011, 13:21:55 »
I bassotti e il piccolo favore

La storia, disegnata da Kay Wright, è stata pubblicata la prima volta in Italia su Topolino n. 1110 del 1977 (rif inducks: http://coa.inducks.org/story.php?c=W+BB+++32-01).
Si tratta di una breve storia ‘riempitiva’ come qualcuno di voi diceva, però ancora una volta voglio spezzare una lancia a favore di questo genere di storie per diversi motivi.
A livello eminentemente pratico per gli utenti; non so a voi, a me capita talvolta di avere solo pochissimi minuti da dedicare alla lettura e non me la sento di affrontare una storia lunga ed impegnativa: in tal caso storielle leggere come questa sono l’ideale.
A livello della psicologia dei personaggi: poiché non ci sono grosse imprese da affrontare, la trama si sofferma di più sull’agire quotidiano dei personaggi, sul loro comportamento ordinario, quasi come se queste storie rappresentassero, nel corso delle pagine centrali di Topolino, gli avvenimenti ‘ordinari’ tra un ‘impresa straordinaria’ e l’altra, situate ad inizio e fine. Pertanto i caratteri li sentiamo vicini, i piccoli fatti descritti una settimana dopo l’altra arricchiscono molto, poco alla volta, il loro carattere, ce li fanno pian piano conoscere quasi fossero i nostri vicini di casa. Il loro mondo fantastico si completa, si aggiungono tasselli come nel cielo di un puzzle, apparentemente insignificanti, in realtà appropriati e necessari.
A livello inventivo e fantastico spesso contengono gags e trovate indovinate molto simpatiche e divertenti.
Sappiano che il carattere ladresco dei bassotti è quanto mai alla buona, appaiono piccoli furfanti sfortunati che vivono in una baracca appena fuori Paperopoli (indimenticabile la casupola di nonno Bassotto non so in che storia descritta ‘oltre il passaggio a livello’), spronati sempre dall’impossibile sogno di derubare Paperone (‘il vecchio papero’, ‘il vecchiardo’, ‘il vecchiaccio’, ‘il papero miliardario’ ecc.ecc.). Tutte le piccole storie che li vedono soli protagonisti ne accentuano questo simpatico carattere; l’introduzione a fine anni settanta del loro amatissimo gatto Mitraglia, da cui si fanno dominare (loro, dei malvagi ladri!) è emblematica in proposito.

In questa storia, in particolare, interpretata esclusivamente da membri del loro clan, sono alle prese col ricco zio Generoso che fa loro grandi e preziosi regali. Ma perché fa questo? Come scopriranno vedendo come si è ridotto l’ Intellettuale, rincitrullito dopo aver ricollegato a mano le migliaia e migliaia di cavetti del computer di Generoso, lo zio pretende in cambio ‘favori’ pericolosi !
Un telegramma li avverte di percorrere il tal giorno alla tal ora una certa strada, che si rivela a senso unico inverso, ed il fine è di aiutare un altro bassotto ad effettuare un furto per Generoso. Dopo una serie di divertenti peripezie (secondo l’ingegnosa trama di Generoso, intervengono diversi bassotti per effettuare ognuno ‘un pezzo’ del colpo) i bassotti conducono involontariamente la polizia nel covo di Generoso che finisce in prigione. Dallo spunto intrigante della prima vignetta (una limousine alla porta dei bassotti?), una trama originale e ben condotta fino alla giusta punizione dello zio Generoso.


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