Molto raramente esprimo un'opinione sui TL tuttavia, dacché questo numero è stato pompato non poco sia per l'halloweeniana di Casty/Faccini sia per la nuova di PK sia per l'esordio di Sio sia per la concomitanza di Lucca comics, proviamo a scrivere qualche scemenza:
Topolino e il rampiro di Transvitania (Casty/Faccini): con Casty siamo abituati "male", nel senso che se non sforna il capolavoro v'è delusione. Lo stesso vale per Faccini, che tra l'altro in coppia col Castellan ha prodotto ottime storie nei tempi recenti. Questa è un'ottima storia. E' divertente, ha spunti comunque interessanti (il pericolo della virtualizzazione del mondo e della costruzione da parte di noantri di un mondo parallelo grazie alla sempre maggiore fruibilità di tecnologie che ci consentono di farlo?), presenta personaggi nuovi di estrema simpatia e pur avendo un'estrema leggerezza di fondo, ha angoli di inquietudine
(la vignetta in cui si rivelano i "bidimensionali" a pagina 24 è realmente disturbante)
. Letta due volte: la prima mi ha lasciato un po' "così", proprio perché non era né un'Isola di Quandomai né un Borgospettro (ma in tal caso è colpa mia), la seconda mi ha lasciato una bella pervasione di divertimento (e in tal caso è merito loro).
Zio Paperone e la ghiaia filosofale (Buratti/De Lorenzi): i due paperi con la maschera da stregone
valgono da soli il prezzo del biglietto. Storia il cui fine è regalare buon umore: missione compiuta.
Wizards of Mickey (tre storie) (Panini / Held): la sensazione è che i WoM non fossero una porcheria in quanto sceneggiati dal vituperato Ambrosio, bensì in quanto WoM. Almeno si tratta di dieci pagine e non di dieci episodi...
Furfanti nelle tenebre (Bosco / Di Vita): "muta" al contrario, nel senso che è "cieca". Non un debutto di questo genere. Sebbene considerata riempitiva è una storia che permarrà. Tempo dieci anni e nella sezione Sfide uno chiederà e Feidhelm risponderà in dodici secondi.
Super Pippo e il fraintendibile suono vocalico, Zio Paperone e non mi ricordo più come finiva il titolo, Topolino e l'inseguimento a incastro (Sio/Intini-Ziche-Mastantuono): il grande esordio è caratterizzato da sostanziale insipienza e umorismo di bassa lega. In effetti dall'autore di quel
capolavoro dell'invenzione dei piedi (una battuta dietro l'altra, un vortice a cui è difficile stare dietro: che ridere, i quadri non mostravano le gambe perché i piedi non erano ancora stati inventati!) non era difficile immaginare molto di più. Sperabile, forse.
Non Stanlio e Ollio su carta, esempio di comicità demenziale ma intelligente. Che è ciò da cui nasce il demenziale: si sono letti accostamenti da brivido, con Faccini (quindi da Sio ci si può aspettare qualcosa di livello analogo alla surreale breve di Paperoga sulla spiaggia) o con Vitaliano (che non è il mio autore preferito ma moltissime volte ha causato incontinenza: letto qui sopra un accostamento alla
Filiera del Passaparola, piccolo capolavoro di estremizzazione della realtà) ossia autori che si rivolgono al lettore e non all'autocompiacimento.
Comparirà una volta al mese su Topolino, sullo stesso Topolino che fu di Cimino, che ha messo fuori dalla porta Cavazzano e che sul quale ha scritto una volta negli ultimi dieci anni Pezzin? Santo cielo...
PK: il raggio nero (Artibani/Pastrovicchio): ammetto di non essere un grande appassionato di PK quindi di non aver vissuto l'attesa in preda all'insonnia. Per me PK - e in parte Double Duck - è "un altro fumetto". Vivo queste storie come se, improvvisamente, sul Topo comparisse un episodio di Zagor o di Asterix. Non le trovo brutte, tutt'altro (tra l'altro entrambi hanno sempre autori stratosferici). Ci fossero un PK o un DD o un Fantomius mensili li comprerei e mi piacerebbero? Probabilmente sì. Trattasi di banale collocazione a me ostica. Non escluderei di avere una leggera forma di autismo.