Mi permetto soltanto di far notare una cosa riguardo il primo famigerato capitolo, non a caso intitolato "Rileggere Paperino". Forse ad una prima lettura disattenta non si capisce bene, e io stesso ero caduto nell'errore, ma Andrae non sposa le tesi di Dorfman e Mattelart, ma al contrario le cita per confutarle.
Il motivo per il quale dedica così tanto spazio a un libro che a noi italiani può sembrare poco importante è semplice: negli USA non esiste tutta la bibliografia italiana dedicata ai fumetti Disney, non hanno mai avuto un Franco Fossati tanto per fare un esempio. Anzi fino all'uscita del libro di Andrae "Understanding Donald Duck" era l'unico testo critico dedicato all'argomento.
Appunto, come scrivevo ieri:
<< Una precisazione: l'analisi marxista dell'opera di Barks è dei cileni Dorfman e Mattelart, e Thomas Andrae si limita a riportarla (in quanto "unico esempio di analisi critica in lingua inglese dei fumetti Disney"), peraltro confutandola. >>
Temo però che parte dell'astio espresso da Alec nei confronti del libro derivi dall'esempio di "considerazione cervellotica" di Andrae da me fornito:
<< "I Terrini ed i Fermini possono essere visti come una sorta di emarginati, che rigettano l'etica del denaro e rappresentano una forma di vita non-alienata basata sul principio del piacere"... >>
In effetti questa particolare frase potrebbe suonare "politicizzata" alla Dorfman-Mattelart, ma il tono generale del libro non è questo.
Le mie perplessità nascono invece dalla ricerca di significati profondi in *ogni virgola* scritta da Barks, con risultati che a volte sfiorano il comico involontario... ma qui ognuno deve giudicare per proprio conto, ovviamente.