Si apre con un'altra strepitosa copertina di Paolo Mottura il terzo volume della Definitive Collection dedicata a Tutti i milioni di Paperone.
Per quanto riguarda le storie contenute, in realtà c'è poco da aggiungere rispetto a quanto si diceva nei precedenti tomi: la saga ideata e scritta da Fausto Vitaliano è niente più di una piacevole raccolta di storie ambientate nel passato di Paperone, senza pretese di ufficialità o di essere un progetto organico ma solo con la voglia di raccontare storie avventurose del protagonista, che essendo qui un "giovane rampante" deve mettere in campo tutto sé stesso e superare ostacoli più complicati delle storie nel presente.
In questo l'obiettivo dello sceneggiatore è raggiunto anche nelle quattro storie qui raccolte: forse in modo meno brillante nel Decimo milione, condito però da alcuni "sogni premonitori" metanarrativi simpatici, e in modo più blando nel Nono, ma già l'Undicesimo e il Dodicesimo milione rimettono in pista un racconto movimentato, brillante, arguto e con un Paperone assolutamente genuino e rampante.
Purtroppo non mancano le magagne: pur accettando - come detto sopra - la natura poco organica del progetto, ed essendo quindi predisposto ad avere una serie di storie da prendere a sé stanti, vedere il secondo racconto del volume chiudere in modo definitivo la saga, con Paperone che sentenzia che l'album di fotografie è finito e con tanto di parenti accorsi alla fattoria a festeggiarlo, e poi la storia seguente che riprende il canovaccio dell'album senza una minima giustificazione mi ha lasciato perplesso e dispiaciuto, anche perché sarebbe bastato davvero poco, giusto una frasettina, per giustificare il proseguimento della serie.
Altro difetto che ravviso è il rischio ripetitività: le avventure dei Milioni seguono sempre la struttura per la quale Paperone sta portando avanti un'attività, incappa in un problema, lo risolve e nel mentre ottiene solitamente un nuovo tipo di affare. Approccio carino e gestito anche benino nel primo lotto di storie datate 2007, ma che forse potrebbe mostrare definitivamente la corda con l'attuale "seconda stagione" di episodi. Per ora comunque l'ingegnosità delle situazioni inventate ha sventato, almeno per quanto mi riguarda, questo rischio, ma inizio pur sempre a intravederlo all'orizzonte.
Il parco disegnatori di questo volume è generalmente buono: i due artisti migliori sono certamente Carlo Limido e Ettore Gula, che firmano le due storie più recenti con il loro stile guizzante e armonico, una gioia per gli occhi grazie ad un tratto privo di fronzoli, essenziale ma fluido.
Stessa cosa si può dire di Marco Palazzi, anche se in quest'occasione mi è parso meno dinamico di altre volte, pur presentando una buona prova.
Marco Mazzarello, invece, offre la solita prova poco convincente (IMHO), con alcune vignette buone - in alcuni primi piani - ma con un segno che nel complesso si rivela poco centrato.
I contenuti extra, ahimé, sono ridotti all'osso: c'è solo una paginetta prima di ogni episodio, costituita per metà da un breve pensiero del disegnatore e per metà da un paio di bozzetti preparatori. Parole e disegni interessanti, ma scarni come quantità. Evidenzio comunque la testimonianza di Gula, che mette giustamente in luce la stranezza stilistica adottata da chi ha disegnato le storie precedenti raffigurando lo Zione con basette e occhiali, differenziandolo fisicamente quasi per nulla dalla sua versione presente.
È un acquisto quindi consigliabile a chi vuol leggere storie simpatiche e ben scritte di Paperone e a chi è completista della collana, i quali però non si devono aspettare molto di più dalla saga come "corpo unico" né dall'edizione, che oltre alle storie ha ben poco.