Bravissimo, Tommaso!
Plaudo all'abilità con cui hai sviscerato le molteplici virtù di questa storia e mi ritrovo appieno nella riflessione riguardo al percorso di formazione compiuto da Codino nel corso dell'evoluzione del racconto.
È una storia intrisa di simpatia, comicità, del tipico, brillante, humour scarpiano ma anche pregna di un significato che riesce a veicolare nella leggerezza di una cornice fiabesca i cui contorni sono molto più vicini alla nostra società ed al nostro mondo rispetto a quanto si possa pensare ad una prima, fugace, occhiata.
Un gioiello che pulsa di vivacità, simpatia ma anche di una genuina caratterizzazione umana dei suoi interpreti.
Oltre a Codino, ho scolpita nella memoria la tenerezza che contraddistingue i rapporti familiari dei celacantidi: il padre che spinge il figlio affinché faccia esperienza e che cerca di convincere la preoccupata moglie riguardo all'importanza di compiere questo viaggio nel "mondo di fuori", al di là della sua abituale comfort zone.
La scena in cui la madre veste premurosamente il figlio, Kuk, con sguardo teso e pieno di amore al tempo stesso mi restituisce sempre un candore ed una tenerezza palpabili che Romano Scarpa infonde attraverso una naturalezza ed una spontaneità toccanti.
Una piccola, grande storia scarpiana che, grazie ai suoi tanti virtuosismi e pregi, sa brillare nell'ampio firmamento di capolavori cui l'artista veneziano ha dato vita nel corso della sua meravigliosa carriera di cartoonist disneyano!