Topolino e la sindrome visionaria è effettivamente un altro grandissimo capolavoro di Mezzavilla, direi un capolavoro in generale per le storie con Topolino. Anche per i disegni di Scarpa a mio avviso però: come ho ricordato nella recensione, molte delle grandi storie di Mezzavilla subiscono diretta ispirazione dall'operato di Scarpa (l'hai ricordato anche tu, Maxi), e il fatto che questa sia stata disegnata proprio da Romano le dà un tocco tangibile in più. In parole povere, io non penso che i disegni siano solo cornice, ma come anche in altre occasioni sono funzionali alla trama, e penso che per quanto magistrale di suo sia la sceneggiatura avrebbe reso meno bene se fosse stata disegnata da (per dire) Camboni (per dire un autore che a me piace molto, ma che non avrebbe reso splendida allo stesso modo quest'avventura). Le espressioni di smarrimento di Topolino, la figura di Samuele... tutti elementi importanti.
Questo, insieme alla trama perfetta (lol il riferimento alla Signora in Giallo, ma in effetti è così, qua Topolino è vulnerabile e colpito in prima persona) rendono la storia meravigliosa. Non so in effetti se davvero le preferisco
Il Mistero della voce spezzata, forse sarebbe meglio dire che queste due insieme alla
Villa dei Misteri,
L'enigma del faro e
La frequenza Kappa stanno tutte sul primo gradine del podio.
Per le critiche alla
Voce spezzata... forse ne avevo sentito parlare anch'io, ma non così nel dettaglio come ha scritto Maxi: prima di tutto, anche se la storia ci presenta un'ambientazione "adulta" e una trama più "matura" e "seria", ma resta sempre un fumetto Disney. Anche se presenta una trama dai risvolti più da giallo vero e proprio che non da pseudo-indagine facilona, non c'è bisogno della presenza di Eta Beta o della macchina del tempo per accettare giustificazioni anche fantasiose. Mezzavilla non è Don Rosa, insomma, che deve far quadrare tutto in modo plausibile. Nonostante ciò ha creato storie molto mature e "adulte", senza rinunciare alle possiblità del mondo Disney. Con questo non voglio dire che allora un autore possa risolveere le matasse create in qualsiasi modo, deve sempre esserci una coerenza interna. E Mezzavilla non ce la nega. La mancanza di gag non rende pesante la storia, cher rimane appassionante e appassionata per il suo ritmo... senza contare che alcune situazioni come le facce di Pluto disegnate dal Cavazza, la battuta del "contare con le dita" e la vecchina che guarda con sospetto Topolino che entra nella cabina fuori servizio (chiamando addirittura un'amica) mi hanno fatto più che sorridere, sono scene quasi alla Tenente Colombo, specie l'ultima che ho elencato.
Per la cosa del giornale di Minni... è alla base della trama che proprio un anno prima ci sia stato un temporale uguale a Topolinia, e che sempre in quel periodo ci fosse stata la precedente edizione della mostra canina. E' normale che sul giornale che riportava la notizia del (magro) premio di Pluto ci fosse anche quella sul temporale. Non stona niente, mi pare.
Infine, la soluzione del mistero: e' chiaro che scientificamente non è possibile, ma qui si ritorna al discorso della storia Disney, per quanto capace di parlare ai lettori adulti e di presentare atmosfere hard-boiled. Qui conta la fantasia dell'autore e la capacità di dare un senso logico (per quanto impossibile) al caso su cui indaga Topolino. E la soluzione creata da Mezzavilla è molto fantasiosa, ai tempi mi sensibilizzò molto per la genialata. Poco importa se nella realtà non può succedere.
Per "aiotto": anche qui, ci sta tutto, è la genialata massima addirittura. Giustificata dal fatto che
il tipo non si ricorda il nome della fabbrica, in una cabina cosa ti viene in mente di prendere? La cartina della città nell'elenco telefonico. Non è forzata la cosa, se avesse avuto tempo avrebbe detto "mi stanno per rapire e portare in una fabbrica che si trova alle coordinate I 8 della cartna" ma evidentemente il tempo non l'ha avuto. Qui non c'è neppure bisogno di scomodare la poetica disneyana, mi sembra logico. Che poi non ci fossero spunti nello svolgimento per cercare di capire il significato di "aiotto"... è vero, ma questo ha reso più interessante lo spiegone finale.
Inoltre, non credo che in tutti i gialli ci sia davvero l'inserimento di quacosa di più di quello che ha scritto Mezzavilla in questa sceneggiatura per far capire la verità... :
Grazie a Ego, Quaquarone e Maxi per i complimenti: @ Ego, potresti copincollare quello che ho scritto nei post su un file di Word e poi stamparti quello, se ti è più comodo
Sarebbe interessante scovare quella storia anni '80, mi incuriosisici... :o
@ Quaquarone: vero, ti quoto per il termine usato per molte storie di Mezzavilla, surreal-psicologico.