Dal mio punto di vista gli anni fra il 1955 e il 1961, hanno partorito fra le storie migliori della scuola italiana relative a Topolinia, supportate poi dalle storie migliori disegnate da Paul Murry.
Notevoli anche le storie di Paperopoli, anche se la polarizzazione è meno accentuata e più discontinua e si alterna anche in altri periodi.
Non so se vi è mai capitato di immaginare che cosa avrebbero scritto i lettori di epoche antecedenti al Papersera e a internet, se avessero potuto anche loro recensire i vari numeri di Topolino che uscivano e, come si sarebbero comportati con le stelline che concludono ogni recensione.
Sarebbe interessante, ora, poter recensire molti di quei numeri del passato per poter vedere cosa salta fuori anche in rapporto al presente.
Se qualcuno chiedesse: qual è, secondo voi, in linea di massima, il più bel numero di Topolino?
Domanda impossibile? Assurda?
Può darsi!
Eppure io una risposta mia ce l'avrei a quella domanda.
I più bei numeri di Topolino in assoluto sono due perché si completano a vicenda: il
247 e il
248.
Mai nella storia di Topolino, sia precedente che seguente, furono proposte assieme tre storie in due puntate e, tutte e tre erano notevolissime.
In quei numeri non ci sono né Scarpa né Martina, ma un Bottaro ai massimi storici che firma in
Paperino il paladino, in veste di trama e di disegno, una storia indimenticabile, piena di energia e battute indimenticabili.
C'è poi due volte Ennio Missaglia, dapprima con
Topolino e i pirati del Mar Giallo, disegnata da un sempre favoloso Giovan Battista Carpi, dove da una parte Topolino, Pippo e Minnie, vengono tratteggiati in una maniera superba e, dall'altra, l'eterno nemico Gambadilegno è presentato in tutta la sua spavalda e pasticciona grandezza.
In contraltare, nella storia
Topolino e il re dei mendicanti, Ennio Missaglia supportato ora dai meravigliosi disegni di Giulio Chierchini, ci regala la storia che consacra Macchia Nera come capo di tutta la malavita topoliniana e lo sdogana per sempre. Qui, un Gambadilegno insolitamente terrorizzato da una figura "sconosciuta e terribile" che minaccia di ucciderlo, si affida per la prima volta proprio a Topolino per essere salvato. Un racconto stupendo che ogni volta che rileggo mi fa domandare cosa abbia lasciato nei lettori di allora che, come Topolino, si saranno chiesti alla fine della prima puntata sgomenti:"Se non è Gambadilegno chi può essere il vero re dei mendicanti?".
A queste tre storie si affiancano poi due brevi: nel 247,
Pippo assunto & licenziato, tipica simpatica breve storia proveniente dagli States e, nel 248,
Zio Paperone e la bacchetta magica, uno dei tanti piccoli gioiellini di Carl Barks.
Due numeri veramente superiori all'ennesima potenza - e anche irripetibili - che, meriterebbero non 5 stelle ma ... di più, molto di più! Due numeri che ogni vero amante di Topolino, se non li ha già, non può non cercare di procurarseli nella sua collezione. SmMickey