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Che libro c'è sul comodino?

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    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #1395: Martedì 16 Mag 2017, 09:43:49
    André Weil, Ricordi di apprendistato: l'autobiografia del pilastro della matematica del Novecento, fra i pochi nel campo che nutrano qualcosa di più che una passione superficiale nei confronti della Cultura a tutto campo.
    Conoscitore del sanscrito, lettore assiduo di testi indiani, conobbe Gandhi e Tagore; al netto della filosofia (che senza quell'astio alla Feynman ammette non essere nelle sue corde) interessato alle più ricche e avvincenti espressioni del pensiero umano. Emarginato e svilito durante l'esilio negli Stati Uniti (al punto da parlare della propria attività laggiù come "prostituzione"), si riscattò con una cattedra in Brasile, per poi tornare negli USA, stavolta con diversa fortuna. Scomparso nel 1998 a 92 anni.

    Fu fratello di Simone Weil, l'impagabile pensatrice francese scomparsa tragicamente nel 1943 ("Simone died peacefully yesterday. She never wanted let you know.")

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      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #1396: Giovedì 18 Mag 2017, 09:32:11
      André Weil, Ricordi di apprendistato: l'autobiografia del pilastro della matematica del Novecento, fra i pochi nel campo che nutrano qualcosa di più che una passione superficiale nei confronti della Cultura a tutto campo.
      Non cosi' pochi: mi balzano subito in mente Hermann Weyl o Yuri Manin, per dire (del primo si puo' raccomandare al pubblico generale almeno il libro sulla simmetria; del secondo ti raccomando di dare un'occhiata alla raccolta Mathematics as Metaphor). Credo che si possano aggiungere anche Felix Hausdorff (anche se non so quasi nulla della sua attivita' letteraria) e Max Dehn (di cui se ben ricordo Weil stesso parla in termini molto alti). Oppure Gian-Carlo Rota, matematico e filosofo; o Ram Murty, che se ben ricordo ha una doppia cattedra, in matematica e in filosofia.
      Mi fermo qui, limitandomi ai primissimi nomi venutimi in mente. Non dovrebbe essere molto difficile allungare la lista.

        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #1397: Sabato 20 Mag 2017, 21:49:09
        Giovanni Luzzi, "Il giallo della stretta Bagnera".

        Non fatevi traviare dal titolo: più che un giallo si tratta di un resoconto, veritiero ma romanzato, delle vicende di Antonio Boggia, il primo serial killer italiano noto alla Storia, in quel di Milano. L'autore ne racconta le peripezie presentandoci Boggia nella vita di tutti i giorni, senza parlare dei delitti sinché gli inquirenti decidono d'intervenire, resocontando gli atti processuali e poi la condanna dell'infame.

        Sicuramente la storia è narrata con brio e passione: non è un mero reportage privo di sentimento. Anzi, uno stile semplice e diretto avvolge il lettore con piacere ed opportune note traducono le frasi in Milanese stretto.

        Però... il però negativo è molto grosso. In troppe pagine le virgole sono messe a casaccio, a separare direttamente soggetti e verbi, a dividere il verbo di narrazione dal che successivo ("ha detto, che sapevano..."), oppure subito dopo il che separandolo senza motivo dalla subordinata (ha detto che, sapevano..."). Uno scempio vero e proprio è il libro sotto questo profilo, e vari verbi al plurale, poi, non concordano con soggetti singolari.

        È dura chiudere un occhio, ma, se si è disposti a farlo, questo libro diventa un viaggio allucinante nella mente malvagia di un assassino spietato che tanti, troppi non avevano riconosciuto per quel che davvero era, nella Milano del 1860.

        Giustappunto, segnalo questa bella iniziativa: http://www.google.it/url?q=http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/extra/others/extra/milano_da_leggere&sa=U&ved=0ahUKEwiFicypn__TAhWEthQKHVnCCGUQFggLMAA&usg=AFQjCNH4EWa-6JZz7bTLNyYXlBS15PaSpw

        Io ho usato il .mobi, perché l'altro m'ha dato vari problemi.
        « Ultima modifica: Sabato 20 Mag 2017, 21:53:16 da pkthebest »

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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #1398: Domenica 21 Mag 2017, 21:15:13
          Conversazioni di Maurice Merleau-Ponty

          Testo molto interessante nella sua brevità, ma intenso nei contenuti filosofici, tratteggiati da Merleau-Ponty con assoluta lucidità e chiarezza (una dote che non tutti i filosofi posseggono nel comunicare il proprio pensiero): sono i testi di sette brevi conversazioni che l'autore ha redatto per la trasmissione Heure de Culture Francaise della Radio Nazionale Francese nel 1948 intorno al tema della formazione del pensiero.

          Lo ritengo un invito alquanto semplice al complesso pensiero di questo autore, che ritengo tale perché spazia dai più disparati campi della nostra vita: Merleau-Ponty non parla solo di percezione (cifra di tutta la sua filosofia) e degli effetti che ha su di noi e su ciò che ci sta intorno, ma riflette anche e soprattutto sull'arte, la scienza, la politica, la relazione interpersonale, stabilendo una relazione di necessità che ritengo assolutamente cruciale per lo sviluppo di un pensiero filosofico.

          Consiglio la lettura di questo testo perché permette un approccio completo alle direttrici di base del pensiero di Merleau-Ponty prima di cimentarsi nella lettura di testi come Fenomenologia della Percezione o L'occhio e lo Spirito o La struttura del comportamento: avere un'enunciazione chiara dei concetti che stanno alla base di un pensiero filosofico da parte dello stesso autore è ancor più raro, considerato che tanti filosofi (Hegel, nome molto "casuale") vogliono risultare criptici e incomprensibili. E vista l'attualità del suo pensiero, è un bene tenerlo a riferimento, anche se spero invano perché non gode di rilevante interesse in Italia (non viene nemmeno trattato nei licei, eppure è stato un esponente di punta della Fenomenologia).

          Tra le sette conversazioni, la quinta è quella più densa ed interessante, sicché Merleau-Ponty stesso l'ha più e più volte corretta durante la lettura alla radio. Essa vuole analizzare la percezione che noi abbiamo dell'altro durante una relazione, e riporto questo estratto sperando che possa invitare a riflettere e a trovare il tempo per apporcciarsi a questo filosofo:

          Supponiamo che sia in presenza di qualcuno che, per una ragione qualsiasi, è violentemente irritato nei miei confronti. Il mio interlocutore è in collera e la sua collera si esprime attraverso parole violente, gesti, urla... Ma dov'è questa collera? Mi si risponderà: è nello spirito del mio interlocutore. Non è una risposta particolarmente chiara. Questa cattiveria, questa crudeltà che leggo nello sguardo del mio avversario, infatti, non posso immaginarla separata dai suoi gesti, dalle sue parole, dal suo corpo. [...] Solo successivamente, riflettendo su quel che è la collera, e notando che contiene una valutazione (negativa) dell'altro, ho potuto concludere: dopotutto la collera è un pensiero, essere in collera significa pensare che l'altro è detestabile, e questo pensiero, come tutti gli altri, così come ha dimostrato Descartes, non può risiedere in alcun frammento di materia. La collera nasce dunque dallo spirito. Ho un bel riflettere in tal modo, ma nel momento in cui sposto la mia attenzione verso l'esperienza stessa della collera, che è motivo della mia riflessione, devo ammettere che essa non è al di fuori del mio corpo, che non lo anima da fuori, ma è inspiegabilmente connessa a lui.
          « Ultima modifica: Lunedì 22 Mag 2017, 16:20:28 da Andy98 »

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            Re: Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #1399: Venerdì 2 Giu 2017, 12:02:40
            Che bello Fabrizio anche tu hai letto Malamud :)

            Io nel frattempo ho finito Harry Potter e la camera dei segreti, ho letto tutto d'un fiato Il labirinto degli spiriti di Zafon che chiude la tetralogia della serie del Cimitero dei libri dimenticati, (io consiglio di leggerli ovviamente iniziando da L'ombra del vento..lo stile di Zafon ti tiene letteralmente incollato alle pagine :) ), e sono poi tornata ad Harry Potter con Harry Potter e il prigioniero di Azkaban. Devo dire che è il primo libro in cui le carenze del film sono davvero evidenti. Certe parti non vengono mai spiegate nei film (infatti io avevo dei punti non particolarmente chiari), il libro mi è piaciuto proprio tanto.
            Ora sono pronta per Harry Potter e il calice di fuoco
            "Un libro es un espejo y solo podemos encontrar en él lo que ya llevamos dentro"
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              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #1400: Sabato 3 Giu 2017, 19:02:02
              Le Onde - Virginia Woolf

              Romanzo alquanto complicato da descrivere, ben più complesso e radicale di Gita al Faro, ma non per questo meno affascinante ed interessante.
              Non c'è una storia. O almeno, non c'è narrazione esterna: è il lungo monologo portato avanti da sei voci ed interrotto da poeticissime e minuziosissime pagine che descrivono il cammino del sole, i suoni, i colori e i profumi della natura, e svolgono la funzione di raccordo tra le varie tappe della vita di tali voci, secondo quella tecnica che la Woolf aveva già sperimentato in Gita al Faro, nel descrivere i dieci anni di distanza tra la prima e la terza parte.
              Le sei voci, tre ragazzi, Bernard, Louis, Neville, e tre ragazze, Jinny, Susan, Rhoda, si alternano raccontando pensieri e sensazioni, in un lunghissimo monologo interiore (flusso di coscienza si dovrebbe attribuire ad altri scrittori) che costituisce un'unica voce, un singolo fiato che si dissolve e si raccoglie esattamente come farebbero le onde trasportate dal mare. All'inizio potrà sembrare arduo distinguere un personaggio dall'altro, tuttavia, prendendo confidenza e lasciandosi trasportare dalla lirica della Woolf, si riuscirà ad identificare ogni singola voce dal concetto che esprimono e da come si interrogano.
              Infatti, per quanto ciascun personaggio sia piuttosto privo di spessore, seguire l'evoluzione del proprio stile di vita è decisamente interessante, soprattutto se affrontato in un modo così inedito; non a caso lo si è definito il suo romanzo più sperimentale.
              Di alto livello i temi trattati, tra cui predomina quello dell'Io in relazione con l'altro. Da questo, si snodano le riflessioni delle sei voci, trattando dell'isolamento, del linguaggio, del corpo, dell'angoscia... di tutto ciò su cui la nostra mente riflesse nel momento in cui siamo in solitudine o ci riapportiamo con l'altro. Se ben apprezzato, può dare tanti spunti di riflessione.
              Però resta questo il problema di fondo del romanzo, o almeno, questo è il timore che sento a consigliarlo: potrebbe essere incompreso. A meno che uno non sia abbastanza a suo agio con lo stile della Woolf, partire da questo testo potrebbe portare a denigrare la sua letteratura, e francamente non ne varrebbe la pena. Pertanto, vi consiglio di arrivare ben preparati e poi di lasciarvi avvolgere dalla poesia della Woolf, altrimenti non riuscirete a godervelo (ve lo dice uno che probabilmente leggerà prima Orlando di Mrs. Dalloway, quando avrei dovuto fare tutt'altro percorso, rischiando di disinnamorarmi di questa autrice, che mi ha davvero preso nell'animo  :D)

              --------------------------

              Non so se cominciare ad approcciare Camus, con cui ho intenzione di fare un percorso per poter arrivare a leggere Il Mito di Sisifo, oppure dedicarmi a leggere qualche saggio, qualcuno mi aiuti, perfavore, ho ordinato troppi libri che mi interessavano, e adesso sono indeciso!!!  ;D
              « Ultima modifica: Sabato 3 Giu 2017, 19:02:41 da Andy98 »

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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #1401: Martedì 6 Giu 2017, 12:03:24
                Non so se cominciare ad approcciare Camus, con cui ho intenzione di fare un percorso per poter arrivare a leggere Il Mito di Sisifo, oppure dedicarmi a leggere qualche saggio, qualcuno mi aiuti, perfavore, ho ordinato troppi libri che mi interessavano, e adesso sono indeciso!!! 

                Purtroppo di Woolf e co. non so davvero niente...
                Di Camus parlavo qualche pagina fa: io ho cominciato con La caduta e non me ne pento...

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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #1402: Martedì 6 Giu 2017, 16:37:29

                  Purtroppo di Woolf e co. non so davvero niente...
                  Di Camus parlavo qualche pagina fa: io ho cominciato con La caduta e non me ne pento...

                  Grazie mille, mi interessava soprattutto di Camus.
                  Una mia amica mi ha consigliato di partire da Lo straniero tenendo presente Il mito di Sisifo, necessario per capire il primo, visto che sono stati scritti nello stesso anno, però molti considerato La caduta (che di per sé è molto breve, anche più de Lo straniero) il suo lavoro migliore, anche se forse ben diverso dal sopracitato. Se qualcun altro potesse darmi qualche altra dritta, gliene sarei particolarmente grato.

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                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #1403: Martedì 6 Giu 2017, 22:38:13
                    Beh, il lavoro più grande e profondo, almeno tra quelli narrativi, secondo me, è La peste. Straniero e Caduta sono ben più brevi, e più… focalizzati.
                    A seconda da quello da cui parti, ti farai un'idea diversa di Camus, che poi confluirà ne La peste (confluirà non in senso logico-cronologico: La peste è anteriore alla Caduta. Diciamo che la lettura della Peste attiverà un confronto con quello che avrai letto sino ad allora - non solo di Camus, va detto).

                    Mi permetto una certa lieve malinconica invidia nel leggere i tuoi commenti: io purtroppo ho sempre meno occasione di scambiare pareri sui libri con amici, amiche e conoscenti, i quali hanno preso o prendono strade diverse… Vabbè, fine angolo nostalgia :P


                    Non cosi' pochi: mi balzano subito in mente Hermann Weyl o Yuri Manin, per dire (del primo si puo' raccomandare al pubblico generale almeno il libro sulla simmetria; del secondo ti raccomando di dare un'occhiata alla raccolta Mathematics as Metaphor). Credo che si possano aggiungere anche Felix Hausdorff (anche se non so quasi nulla della sua attivita' letteraria) e Max Dehn (di cui se ben ricordo Weil stesso parla in termini molto alti). Oppure Gian-Carlo Rota, matematico e filosofo; o Ram Murty, che se ben ricordo ha una doppia cattedra, in matematica e in filosofia.
                    Mi fermo qui, limitandomi ai primissimi nomi venutimi in mente. Non dovrebbe essere molto difficile allungare la lista.

                    Dimenticavo! Grazie!
                    Ho finito Weil. Ora pausa Shakespeariana e poi si vedrà.
                    Enrico IV, a distanza di sette anni, non cessa di affascinarmi.
                    « Ultima modifica: Martedì 6 Giu 2017, 22:43:09 da A.Basettoni »

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                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #1404: Martedì 6 Giu 2017, 23:26:00
                      Beh, il lavoro più grande e profondo, almeno tra quelli narrativi, secondo me, è La peste. Straniero e Caduta sono ben più brevi, e più… focalizzati.
                      A seconda da quello da cui parti, ti farai un'idea diversa di Camus, che poi confluirà ne La peste (confluirà non in senso logico-cronologico: La peste è anteriore alla Caduta. Diciamo che la lettura della Peste attiverà un confronto con quello che avrai letto sino ad allora - non solo di Camus, va detto).

                      Mi permetto una certa lieve malinconica invidia nel leggere i tuoi commenti: io purtroppo ho sempre meno occasione di scambiare pareri sui libri con amici, amiche e conoscenti, i quali hanno preso o prendono strade diverse… Vabbè, fine angolo nostalgia :P

                      Uhm, capisco... allora penso che lascerò per ultima La Peste e mi concentrerò sulle altre due. Dopodiché darò una lettura attenta anche a Il mito di Sisifo, ma penso che lo farò più avanti perché ho intenzione di approfondire ulteriormente il tema dell'angoscia in Kierkegaard (che poi è pure l'argomento della mia tesina di maturità) e in parallelo il pensiero di Maurice Merleau-Ponty, filosofo che mi è servito per parlare dell'angoscia nell'arte di un pittore veronese del XX secolo non famossissimo, però ce ne vuole a trovarsi una bella edizione del suo testo più importante... una vera sfida (l'avevo messo in quella famosa lista, ma poi non sono riuscito a reperirlo, con mio disappunto)  ;D

                      Mi fa piacere che qualcuno apprezzi questo fatto, devo dire che spesso alcune mie letture o alcuni testi che mi sono comprato mi sono stati piuttosto contestati un po' qui e un po' là (soprattutto quelli di filosofia), però un po' di persone con cui scambiare pareri ogni tanto sulle varie letture le conosco, ed è anche bello, seppure io abbia il vizio di citare troppo quegli autori che conosco o di cui ho letto. La stessa ragazza che mi suggeriva su Camus, per dire, è una grandissima appassionata della Woolf (lei ha letto in inglese, sicuramente ha avuto l'opportunità di godersela di più), e tra una pausa e l'altra in palestra ne abbiamo fatti di discorsi sulla scrittrice  :D

                      Citazione
                      Enrico IV, a distanza di sette anni, non cessa di affascinarmi.

                      Suppongo sia Pirandello. Vorrei tanto trovare la forza di poter rivalutarlo: il suo pensiero mi piace tanto, lo trovo anche ben formulato, però non riesco proprio ad apprezzarlo attraverso il suo stile - nonostante nemmeno lui badasse molto alla forma con cui esprimeva le sue idee nei romanzi.
                      Lo stesso dicasi per Calvino: anni e anni di letture forzate possono lasciare un segno indelebile. Spero di trovare con gli anni la forza di rileggere i suoi romanzi e i suoi racconti con uno spirito diverso. (Questo mi fa riflettere parecchio sul problema delle letture scolastiche...)

                      EDIT:
                      MI correggo, l'Enrico IV è quello di Shakespeare (lo avevi pure scritto, l'ora gioca brutti scherzi), invece l'ho associato subito a quello "pseudo-metateatrale" di Pirandello...
                      « Ultima modifica: Martedì 6 Giu 2017, 23:28:08 da Andy98 »

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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #1405: Domenica 11 Giu 2017, 11:01:40

                        Dimenticavo! Grazie!
                        Ho finito Weil. Ora pausa Shakespeariana e poi si vedrà.
                        Enrico IV, a distanza di sette anni, non cessa di affascinarmi.

                        Anche se non è questa la sede, come stà il buon "vecchio" @Dominatore ...?

                        Mi raccomando, meno studio e più divertimento. ;D ;D


                        La vita è un gioco di energia in cui Tu non partecipi, ma devi lasciarti partecipare...

                        Vivi ogni momento come se fosse l'ultimo, muori e rinasci ad ogni istante, non pentirti di nulla, non sentirti in colpa per nulla, vivi totalmente senza guardare giù, senza guardarti in dietro.

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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #1406: Domenica 11 Giu 2017, 21:30:34
                          Mi raccomando, meno studio e più divertimento. ;D ;D

                          Ma... e come faccio? Coincidono! ;D

                          Sto bene, sto bene, grazie! Molti esami, moltissimi e accavallantisi. Però (anche per tornare IT) sono tornato a Salgari, per vedere se la versione dei Pirati della Malesia che ho in casa (che non coincide con quella che lessi ai tempi) contiene le integrazioni di cui proprio tu mi parlavi.
                          E non c'è niente da fare, mi "prende" ancora come dieci anni fa. Non una virgola di meno.
                          Benedett'uomo.
                          « Ultima modifica: Domenica 11 Giu 2017, 21:31:20 da A.Basettoni »

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                            Re: Che libro c'è sul comodino?
                            Risposta #1407: Lunedì 12 Giu 2017, 14:24:02
                            Visto non sottovalutarmi..

                            [ch128521]

                            Infatti i romanzi di Salgari erano contestati dalla critica perchè dicevano che sviavano la gioventù...

                            L'unica cosa cosa che potevano "sviare" era la FANTASIA...
                            « Ultima modifica: Lunedì 12 Giu 2017, 15:49:53 da Danilo1982 »
                            La vita è un gioco di energia in cui Tu non partecipi, ma devi lasciarti partecipare...

                            Vivi ogni momento come se fosse l'ultimo, muori e rinasci ad ogni istante, non pentirti di nulla, non sentirti in colpa per nulla, vivi totalmente senza guardare giù, senza guardarti in dietro.

                            *

                            Vincenzo
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                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #1408: Giovedì 22 Giu 2017, 19:42:29
                              Appena terminati Lo straniero e La fattoria degli animali.
                              Che dire? Due opere grandiose, specialmente quella orwelliana.
                              « Ultima modifica: Giovedì 22 Giu 2017, 19:42:47 da Vincenzo »
                              If you can dream it, you can do it.

                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #1409: Sabato 24 Giu 2017, 09:16:57
                                Un americano alla corte di Re Artù.

                                Confesso che è il primo libro di Mark Twain che leggo.

                                 

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