Non so chi sia Missaglia.
Ripassa quando avrai letto
La rivolta delle ombre fino ad aver paura della tua stessa ombra (e dell'olio bollente), pivello (cit.)
Missaglia è un autore molto valido, con giusto qualche storia un po' meno interessate verso la fine della carriera. Ma il grosso della sua produzione è decisamente notevole, dalla citata
Rivolta delle ombre, che ispirò in parte un giovanissimo Tiziano Sclavi per la suggestione del futuro
Dylan Dog (fonte: Luca Boschi, GCD), con i disegni di Giovan Battista Carpi, alla maestosa
Topolino e il re dei mendicanti, dalla suggestiva
Pippo e il condor dell'Illampù, alle cattivissime
Avventure di Paperin Temucin e
Paperino e il diamante del Kumaon (pienamente servito da un acidissimo Chierchini).
Poi c'è il filone bramantesco, cioè le storie disegnate da Onofrio Bramante, egli stesso autore di thriller molto simili e altrettanto tesi, talvolta anche più ingegnosi.
I punti salienti della sua scrittura sono l'uso "duro" e armatissimo di Gambadilegno, sempre intento in piani molto seri in varie parti del mondo, il ricorso frequente a pugni e calci (e pure proiettili) da parte di Topolino, comunque sempre in maniera discreta e non "hard-boiled", e soprattutto lo sfruttamento comico di Pippo, delle sue numerosissime stranezze e soprattutto della sua accentuata ingenuità, che in un contesto così "senza sconti" appare un'intuizione non scontata e, a conti fatti, davvero felice.
Tipica missagliana è la scelta di mandare i due in "zone calde" del mondo, e intrecciare le vicende loro e di Gambadilegno con insurrezioni e simili.
Poi ci sono le storie di Paperi, che a me piacciono particolarmente perché improntate ad una forte comicità nel quadro di avvenimenti molto tesi e dai ritmi sempre scattanti. In un certo senso è lo stesso modulo usato per i Topi ma a dosi invertite (cioè, la comicità prevale sulla serietà). Come tipo di comicità lo apparenterei, più che a Martina al quale comunque si accosta, e più che ai Barosso che erano LA comicità Anni Sessanta, anche a Roberto Catalano e Attilio Mazzanti. Una comicità meno travolgente dei Barosso e Pavese, ma di grande qualità, molto godibile insomma, e con ottimi spunti di trama.
Nella parte matura della carriera figurano storie molto originali come
Zio Paperone e il segreto di Paperino e
Zio Paperone e il sabotatore delle Ande, tutte incentrate su un Paperino segreto e povero.
Purtroppo i disegni di Bramante, benché ci si abitui facilmente, non sono bellissimi (parlo per me), mentre ad esempio nelle storie di Paperi disegnate da Luciano Gatto, secondo me, il mix è perfetto. Lo stesso dicasi per il Chierchini più maturo (anche se non al suo apice) di
Paperino e l'elfo Filippo.
Scusate ma come mai si è deciso di ricominciare da capo con questa testata Disney?
Questa è una ottima domanda cui non è stata data una vera risposta, se non "volevamo renderli più lussuosi" (Valentina De Poli, Anteprima del 15 dicembre, credo).