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Quando ho saputo che nella Definitive sarebbero state incluse Le storie della baia (che non conoscevo, essendo state partorite in un periodo in cui mi ero allontanato dal mondo Disney), avevo pensato di non interessarmi a questa pubblicazione, nell'intento di limitare l'aumento esponenziale dei fumetti a casa mia, ma i vari commenti contenuti nel forum, tutti in senso positivo, mi hanno incuriosito e ho preso l'albo in edicola; non me ne sono pentito, anzi: meno male che mi son lasciato convincere da tutti voi, che le conoscevate, all'acquisto! Mi è piaciuta molto l'ambientazione e, più in generale, l'atmosfera di freschezza ed originalità proprie di queste tre prime storie della serie; i personaggi sono tutti simpatici (tranne ovviamente Azimut, ma ci sta, lui è veramente un "buon" cattivo), in particolare ho visto sotto una nuova luce di simpatia proprio Moby Dick, che prima, nelle (poche) altre storie a lui dedicate, non avevo mai particolarmente considerato; inoltre, mi sembra che ironia e comicità siano sapientemente dosate, al punto giusto.
Insomma, mi vien da dire: allora qualcosa di buono nell'era Muci è stata fatta...

Ehilà,
solo un saluto per ringraziarvi dei bei commenti: sono contento che queste storie vi stiano piacendo!
Buon proseguimento con la navigazione!

Siamo noi che ti ringraziamo per averle scritte, però occhio eh: nell'intervista hai parlato di "soggetti non sceneggiati", e quindi credo che sia legittimo da parte nostra attendere qualche novità, no? 

..e sono curiosa..la serie poi ti ha convinto di più o no ?

Mi ha convinto, sia nei primi due episodi caratterizzati dagli scontri con Azimuth e la sua ghenga, sia nel terzo, più 'leggero', con la metamorfosi della piccola Geraldina e l'arrembaggio dei pirati Bassotti capitanati dal Nonno.
Savini abile a creare un microcosmo marinaro dove, grazie anche a notevoli disegnatori, si sente quasi l'odore dell'aria salmastra e del legno con cui ogni cosa è fatta, dalle imbarcazioni alle case e alle taverne di Duckport.

La presenza dell'orientale Wang fa pensare che il villaggio di pescatori sia sulla costa pacifica degli States che fin dall'Ottocento fu meta di molti immigrati cinesi, giapponesi e in generale da tutto l'Estremo Oriente. Potrebbe sorgere non lontano da Paperopoli e sarebbe curioso riproporlo nelle storie che si svolgono nel presente per vedere come è cambiato in questi ultimi due secoli. Magari in una storia dove gli attuali Moby e Paperoga raggiungano Duckport in cerca di qualcosa lasciato lì dai loro antenati.

Considerando che questa collana prevede 122 pagine immagino che nel secondo numero ci potrà essere più spazio per dei redazionali che in questo primo numero, che ha visto tre storie abbastanza lunghe (per un totale di 113 pagine), sono state solo tre. Le storie cronologicamente seguenti potrebbero sommare 94 tavole (considerando la quarta, quinta, sesta e ottava storia, saltando la settima più lunga) e ci sarebbero almeno dodici pagine da riempire di notizie, curiosità, schizzi e disegni.

https://coa.inducks.org/subseries.php?c=Bay+stories

Ho preso questo volume al Romics, e devo dire che ho fatto davvero bene. Le Storie della Baia le ho trovate nei primi tempi che leggevo Topolino, per cui sono molto affezionato a Paper Hoog, Moby Duck, Trippa e all'atmosfera di Duckport. Aggiungiamoci poi che amo le storie ambientate in mare, questa storia mi ha subito preso, e tuttora continuo a sperare in un seguito...
Nel volume ci sono delle belle riflessioni dell'autore, e poi non avendo mai reperito la prima storia (intrigo a Duckport) comprare questa Definitive era quasi un obbligo, visto che avevo perso, all'epoca, il principio di tutto.

Per quanto sia lodevole ripubblicare le Storie della Baia, resto dell'idea che sarebbe stato meglio farlo in volumetti tipo vattelapesca (quelli da 5,70€) dove se ne potrebbero raccogliere molte di più. Una serie come la definitive Collection per me ha senso solo per riproporre storie penalizzate all'uscita dal formato di Topolino, ma non mi sembra questo il caso, come non lo è stato nemmeno nelle altre serie proposte finora.

resto dell'idea che sarebbe stato meglio farlo in volumetti tipo vattelapesca (quelli da 5,70€) dove se ne potrebbero raccogliere molte di più.

Venti storie in media da 30 tavole l'una (forse anche qualcosa in più) in albi che non arrivano a 400 pagine?

I conti non tornano, non se vuoi pubblicare tutte le storie in un unico albo almeno...

Di contro, a nessuno interessa (suppongo) una ristampa incompleta e, d'altro canto, mi pare che la soluzione di pubblicare una serie in più albi del tipo di quelli da 5,70 non sia presa spesso in considerazione: l'ultima volta che si avuto qualcosa del genere, se non erro, è stato nel 2011 con la collana "Disney Fantasy", 6 volumi da circa 400 pagine, ma erano comunque degli albi tematici e non una serie completa.

riproporre storie penalizzate all'uscita dal formato di Topolino, ma non mi sembra questo il caso, come non lo è stato nemmeno nelle altre serie proposte finora.

Beh dai, Fantomius e Pippo Reporter ne hanno sicuramente beneficiato, no? 

Alla fine l'ho comprato e ne sono soddisfatto. Partiamo dalla cover:bella. Non dico bellissima però ti fa venire voglia di aprire l'albo e dargli una sfogliata,anche giusto per curiosità. Poi un bozzetto per la copertina. Anche quello bello,capisco come sia stato difficile scegliere tra i due (e sicuramente più) proposti da Intini. L'unico vero contenuto speciale e' l'intervista al buon Savini,in cui racconta la genesi di questa saga marinaresca. Ma ora passo alle storie. Questa saga,in base agli episodi sparsi che ho,la ritengo notevole,anche se non avevo mai sperato in una ristampa cronologica completa in un formato che valorizzasse le belle tavole. Fortuna che la Definitive Collection,collana da me lodata,ci ha pensato. Di questo volume avevo solo Intrigo a Duckport,la prima avventura del ciclo,ma non e' stato solo quello l'ago della bilancia che mi ha spinto all'acquisto. Magnifica storia,vero,ma anche i commenti positivi degli utenti del forum mi hanno attirato. Ma anche l'ambientazione marinaresca mi piace non poco. Il mare,fin da piccolo,mi ha sempre affascinato,e queste sono le storie che ho sempre sognato. Per me,  [smiley=voto5.gif]. Ma anche sei.

Invito i lettori curiosi a provare questa serie: non appare tra quelle più di richiamo né come titolo in sé né per gli autori, forse, ma rappresenta un ciclo di storie che ricordavo con grande affetto avendole lette in tempo reale su Topolino ai tempi dell'uscita (ormai 15 anni fa, argh!) e che brillavano nel panorama narrativo disneyano di quegli anni, generalmente poco inclini a produrre cose di questa cura e sensibilità.
Rileggere oggi le prime tre storie in questa nuova ristampa mi ha fatto trovare un fumetto che rimane valido anche oggi: un microcosmo a sé stante rispetto a quello classico, storie di mare e navigazione, tesori, intrighi di potere... insomma, atmosfera marinaresca sempre suggestiva e trame scritte in maniera ispirata da Alberto Savini, autore che non ha mai brillato ma che qui ha dimostrato davvero di sapere il fatto suo.
La ripresa e il rilancio di un personaggio "old" come Moby Duck avviene in maniera intelligente e funzionale, e Paperoga è un comprimario di tutto rispetto, spassoso ma anche utile allo svolgimento delle avventure.
I personaggi nuovi rendono la narrazione fresca e sono costruiti molto bene, pur senza essere niente di originale nelle loro caratteristiche.
Insomma, è quanto di più vicino ad un esperimento come Pippo Reporter (con tutti i dovuti distinguo, ovviamente) si possa ritrovare in questa collana.
In questo primo volume ci sono poi i disegni sempre fenomenali di Stefano Turconi, quelli più "squadrati" ma d'atmosfera di Silvio Camboni e quelli più morbidi e semplici (ma sempre piacevoli) di Marco Palazzi. Insomma, un comparto grafico di rispetto (non a caso tutti reduci da prove anche negli spillati di fine anni Novanta)

Io una chance gliela darei, se avete 5 euro in tasca e un minimo di attrazione verso il genere marinaresco

Alberto Savini, autore che non ha mai brillato

Colpa mia: le pailettes da divo mi si incastrano nei boxer, con la mimetica da fatica invece mi trovo bene.
Grazie per la preziosa rivelazione, le Verità Assolute prive di quegli inutili IMHO sono sempre le più apprezzate.
Torno in trincea. Buoni riflettori.  :

Colpa mia: le pailettes da divo mi si incastrano nei boxer, con la mimetica da fatica invece mi trovo bene.
Grazie per la preziosa rivelazione, le Verità Assolute prive di quegli inutili IMHO sono sempre le più apprezzate.
Torno in trincea. Buoni riflettori.  :

Risposta simpatica, che mi ha fatto sorridere
Spero però che non serva a veicolare un dispiacere per quella mia frase, che non voleva essere offensiva né voleva giudicare in due parole un'intera carriera.
Semplicemente, nel momento in cui analizzo un singolo volume, trovo interessante e legittimo inquadrare anche la storia generale dell'autore. Magari dando un'opinione errata o contestabile, ma comunque personale e ragionata.
Nella fattispecie, non intendevo certo dire che prima di scrivere Le storie della baia Alberto Savini fosse un pessimo sceneggiatore, ma solo che prima di quelle storie non aveva avuto particolari occasioni di emergere rispetto ad altri autori coevi.
Ho preferito aggiungere queste righe solo per amor di chiarezza, onde evitare che le mie parole potessero essere travisate o interpretate in maniera eccessivamente negativa.

al di là dei dovuti complimenti a Savini per le storie della baia, da lettore che ha avuto la fortuna di leggerle già ai tempi della loro prima pubblicazione sul topo (tra l'altro, piccola nota di ringraziamento personale, quella serie all'epoca in corso fu uno dei motivi per cui decisi di non abbandonare la raccolta del settimanale, che tuttora prosegue ininterrotta), vorrei far notare (riprendendo il post dal topic dedicato) quello che è forse un piccolo errore tra la seconda e la terza storia: ne l'oro dello sparviero, nel flashback del capitano O'Connors, viene sottolineato come sia impossibile pilotare da solo un brigatino (ed infatti il capitano fa naufragio) mentre in destinazione Baytown, nel finale, dopo che l'equipaggio viene narcotizzato per errore, la ragazzina protagonista della storia porta il brigantino da sola fino a destinazione