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Pippo Reporter sulle pagine della
Definitive Collection, ed è sempre una grande festa.
Ho già avuto modo di dire quanto il lavoro di
Teresa Radice e
Stefano Turconi su questa serie di loro creazione sia valido e qualitativamente di rilievo, ma è probabilmente con questo terzo volume della ristampa integrale che il ciclo di avventure del loro Pippo cronista negli anni '20 esplode in tutto il suo potenziale.
Se già nel
#7 si trovavano storie che mostravano le qualità di questo prodotto (
Un ombrello, un cappello, un monello e
Dieci piccoli caimani) è proprio nelle successive avventure dello strampalato giornalista che i coniugi Turconi rendono il ciclo non "solo" una raccolta di belle storie scritte da manuale e disegnate in modo ispirato, ma una serie di rara bellezza e armonia, in grado di trattare con intelligenza le diverse tematiche proprie del periodo in cui è ambientata l'azione, all'interno di svariate atmosfere, dall'avventura alla fantascienza, dalla commedia alla scrittura più commovente.
Il Pianista Suonato e
La Piuma d'Oro hanno infatti in sé una forte componente di sensibilità: se nel primo episodio sono i sentimenti scaturiti dalla musica ad essere al centro dell'attenzione, con un Plottigat che si fa conquistare dalle note del Maestro Duckmaninoff/Rachmaninov, nella storia che chiude il presente volume è invece il tenero sentimento tra Horace e Claire il cuore (è il caso di dirlo) della storia, nel mezzo di un avventuroso safari nella giungla, e con una poetica di fondo davvero riuscita e mai stucchevole.
Risultano più spigliati gli altri due episodi, dove salgono alla ribalta due personaggi secondari come Eta Beta e Pluto, che si ritagliano una piccola ma fondamentale parte all'interno delle rispettive storie. Tra scene che sembrano provenire direttamente dall'animazione (gli "esperimenti" su Pippo, considerato un alieno, e il granitico generale dell'esercito) - anche grazie al tratto sempre morbido e dinamico di Stefano - e divertenti equivoci nello sviluppo di una strana campagna elettorale, due storie apparentemente più leggere di altre della serie riescono comunque a lasciare il segno grazie al brio delle sceneggiature e alla perfetta caratterizzazione, tanto narrativa quanto grafica, di Pippo e di tutti i comprimari che lo circondano.
I contenuti speciali si limitano ad una pagina in cui Teresa e Stefano parlano dei "cattivi" della serie e dei riferimenti reali alla società del periodo (breve ma come sempre intensa e significativa) e ai meravigliosi bozzetti e studi dei personaggi di Turconi. Poca roba, ma molto buona