Ma infatti non è mia intenzione dichiarare che la Panini abbia adottato una strategia di marketing adeguata, razionale o perfino "eticamente" giusta (parlare di etica mi sembra fuori luogo, ma l'importante è che ci siamo capiti). Gli errori banali che ha compiuto sono sotto gli occhi di tutti, ma non credo che si ripeteranno ormai, dopo quello che è successo. Credo sia un punto di non ritorno, a beneficio di tutti. Forse potrebbe specializzarsi in edizioni per collezionisti a prezzo elevato (come la DRL) oppure concentrarsi su edizioni più popolari, che sono poi le più vendite da sempre, o entrambe le cose, e magari ancora altro. Ma decisamente non credo che la politica "bulimica" di testate improbabili possa proseguire. E questo non può essere che positivo.
P.s. Se posso azzardarlo, sperando di non violare le regole del forum, direi che finora la politica editoriale del ramo Disney della Panini sia stata gestita da persone che provengono da altri settori, e che hanno avuto un'idea del pubblico diversa dalla realtà, applicando strategie e proponendo tipologie di prodotto che sono adatte ad altri generi completamente diverse da Disney. Questa è stata la mia sensazione. Diversamente non si spiegherebbe il tutto colore nei Grandi Classici, la ripartenza da 1 di serie storiche (quando la Disney, storicamente, non l'aveva mai fatto, anzi) ed il proliferare di testate per "collectors" come le edizioni cartonate, le Definitive, le variant, sebbene qualcosa abbia funzionato. Anche la scelta di varare testate di ristampe per collezionisti con all'interno materiale già in possesso dei collezionisti stessi è stata bizzarra e priva di successo. Ora finalmente avranno capito che il lettore Disney medio in Italia guarda più alla sostanza ed ai contenuti che alla forma od alla novità.