Io spererei che Uack!, in queste imminenti trasformazioni, riuscisse a diventare quello che a ZP non è riuscito (desiderio quasi assurdo considerati i tempi):
una rivista anche bimestrale che da omnia barksiana e poi donrosiana e di altri autori, si trasformi col tempo, inevitabilmente, in una meno per collezionisti e più 'popolare', nel senso che potrebbe occuparsi di storie di paperi pubblicate in altri paesi, dall'area Egmont del Nord Europa alle francesi di Hachette fino alle brasiliane (vecchie e nuove) di Abril. Che diventasse, in sostanza, ciò che in passato sono stati l'Almanacco e poi il Mega fino al recente Comix.
Solo così potremmo vedere diverse storie di Marco Rota, Fecchi, Cavazzano, Andersen & C. mai pubblicate in Italia. Le danesi che ogni tanto spuntano dalle pagine del Topo (ultimamente meno) sono solo la punta di un iceberg a noi ignoto.
Uack! potrebbe fungere in futuro da contenitore per queste storie straniere, mantenendo per certi versi la sua base di lettori collezionisti, passando da autori storici e 'storicizzati' ad altri ancora in attività, classici e nuovi.
Certo, non sapendo se l'albo riuscirà a terminare le storie di Barks, pur con la 'stampella' di Don Rosa, sembra quasi impossibile un suo successivo sviluppo nei termini che ho descritto: però, se i lettori donrosiani sensibili anche ad altri autori come Branca, Vicar o Rota (oltre a Barks, ovviamente), riuscissero a mantenere l'interesse anche per gli autori Egmont attualmente in attività, non è detto che questo passaggio dalla 'storia' alla 'attualità' non possa avvenire (che poi sarebbe in gran parte 'storia recente', visto che sono tanti anni che in Italia non si pubblicano più regolarmente storie straniere).
"L'Almanacco di Uack!" o "Uack! Almanacco" potrebbe essere il futuro titolo di una testata che invece che nascere dal nulla, come fu Disney Comix (che fra l'altro pubblicava storie straniere già uscite anni prima in Italia sul Mega), avendo già una base di lettori (si spera cospicua), potrebbe prendere il via con meno problemi rispetto alla precedente.
Resta il fatto che se dieci anni fa questa operazione non fu possibile per ZP (forse perché, al di là del venduto divenuto insufficiente, la Disney Italia voleva mantenere una sorta di rivista d'élite piuttosto che renderla più 'popolare'), in questi Anni Dieci paniniani, qualitativamente molto interessati ma forse meno in termini di vendite, la cosa appare ancora più improbabile. Staremo a vedere.