Vorrei condividere con voi alcune riflessioni personali su questa testata...
Nata ancora sotto l'egida della Disney Italia, ha vissuto il momento di passaggio col nuovo editore ed è giunta sino ad oggi, per cui rappresenta anche un'ottima cartina di tornasole della gestione Panini.
Ricordo - era il lontano ottobre 2012 - che l'esordio in edicola di questa testata provocò un certo scalpore, quantomeno nel sottoscritto, ed in fondo non poteva neppure ritenersi immeritato: a parte il piacere di ritrovare in edicola una testata interamente dedicata al papero mascherato, la sensazione che trasmettevano i primi numeri era quella di un prodotto un po' particolare, a metà tra la testata generalista e quella per appassionati; inizialmente, infatti, gli albi avevavo tutti una struttura specifica, una sorta di tripartizione secondo lo schema: inedita - ristampe tematiche - storia "cult" (il tutto arricchito dalle splendide copertine ad effetto metalizzato di Andrea Freccero, nonchè da redazionali ed articoli introduttivi delle cult) che gli assicurava un'aura di maggior cura ed attenzione editoriale rispetto alla media.
Poi, però, iniziò il declino...
Non fu, inizialmente, colpa della subentrata Panini, perchè, a dire il vero, qualche seme era già presente ed aspettava solo di germogliare: le inedite a volte lasciavano a desiderare (a volte parecchio) e le storie cd. "cult" di Paperinik sono un pur sempre un numerus clausus, via via meno cult man mano che il personaggio si evolveva da vendicatore in giustiziere ed infine supereroe.
Certo, la scelta di riservare le migliori inedite al settimanale (scelta da me mai condivisa) non ha giovato, ma - in uno col progressivo decremento qualitativo delle storie cd. "cult" - neppure la gestione è apparsa mai in grado di invertire un trend che vedeva sempre più scadere il livello della testata. Qualcosa si è pur provato a fare, come la storia a puntate "Universo Pk", ma spesso è mancata una marcata volontà di dare alla testata quel qualcosa in più per risollevarla: le ristampe hanno sempre mischiato storie discrete ad altre molto meno (pur non volendosi mai caparbiamente servirsi delle storie apparse sull'Almanacco Topolino), e comunque non si è mai riusciti a riproporre in maniera ordinata i vari "cicli" riguardanti i diversi antagonisti che via via Paperinik si è trovato ad affrontare, questo neppure quando è stata introdotta la sezione delle storie cd. "guest". Via via gli articoli ed i redazionali sono diminuiti, fino a sparire del tutto per lasciar spazio ai disegni dei bambini: ora, ci può anche stare - se una tantum - trovarsi varie pagine di pastrocchi, ma alla lunga non è esattamente un bel vedere e non ripaga certo il lettore di quanto speso per acquistare l'albo.
Poi, ecco che la Panini interviene con uno dei suoi modi più tipici, ovvero la rimodulazione della testata: si cambia il nome togliendo l'appellativo "appgrade", si toglie l'effetto metallico alle copertine (il prezzo era già stato aumentato da poco) e poco altro, ma soprattutto riparte da zera la numerazione, sperando che quell'1 che fa bella mostra di se sulla costina possa attrarre nuovo pubblico per una testata comunque giunta oltre il cinquantesimo numero e che certo ha ben poco da offrire ad acquirenti nuovi.
E si giunge sino al momento attuale, quando ormai la testata non ha più nulla dello slancio originale di sei anni fa: ormai la cura editoriale rasenta lo zero, a parte le copertine (unico punto di continuità), il resto è composto da inedite scadenti dove a volte a far bella figura sono storie straniere, nessun contenuto di approfondimento, ma soprattutto la piaga dell'autoristampa!
Ebbene si, la testata è ormai giunta all'estremo di ripubblicare storie già proposte in numeri precedenti, per di più con la beffa dell'ulteriore aumento di prezzo.
Ma allora, ci si potrebbe chiedere - specie in un periodo di morìa di testate come mai successo prima - come mai Panini non decida di celebrare le esequie anche di questa?
La mia risposta (assolutamente personale ed opinabile quanto si crede) è che l'editore ormai creda poco nelle testate curate: si potrebbe dire che sta scomparendo la "classe media", per cui ci si polarizza tra gli albi "un tanto al kg" (o, in altre e più chiare parole, "poca.spesa.tanta.resa") da un lato, e quelli da (presunti) collezionisti dalla tasca capiente dall'altro, il resto sta via via sparendo; e ciò appare sintomatico della volontà (o necessità, non sta a me dirlo) di puntare maggiormente sul cd. acquirente mordi e fuggi, non su quello fidelizzato e magari esigente (altri direbbe rompiscatole), bensì su quello che passa in edicola e compra seguendo l'ispirazione del momento, senza stare troppo a chiedersi che storie troverà all'interno. All'estremo opposto, invece, ecco le pubblicazioni ipercartonate per chi crede che per essere un "collezionista" basti solo avere la tasca capiente.
Paperinik è una delle poche testate nate sotto la vecchia gestione ed ancora in vita, e dimostra appieno l'attuale concezione Panini dei fumetti Disney: personalmente devo ammettere di essermi scocciato di buttare i miei soldi in albi del genere, per cui, seppur con dispiacere, ecco che lascio questo tavolo.