Zio Paperone e “L’Avaro” di Moličre (Bencivenni/Del Conte): ben realizzata, ma rimane pur sempre un piatto rifacimento dell’opera originale. Belli i disegni, particolareggiati e assai scarpiani.
Le Furberie di Scapino (Arena e Artibani/Ziche): anche questa č una fedele riproduzione dell’opera originale, ma ha decisamente piů stile ed ha la qualitŕ di tenere il lettore incollato alle pagine dell’albo. Storia con un ritmo fluido e incalzante, che molto deve ai disegni e alla buffissima mimica dei personaggi di una Ziche acerba ma giŕ assai espressiva.
Paperino Barbiere di Siviglia (Dalmasso/P.L. De Vita): classica parodia nello stile della scuola Dinsey italiana, che vede Paperino sempre fatalmente sconfitto dal fato, gabbato e soggiogato dallo zio. Ottimo e piů che mai appropriato il linguaggio “ricercato” di Dalmasso. Approssimativi e confusionari i disegni di De Vita Senior, ma di sicuro effetto e dall’indiscutibile fascino.
Paperin di Paperac (Dalmasso/Bottaro): la storia non mi ha entusiasmato piů di tanto, mentre sono stato colpito maggiormente dai disegni sintetici, dinamici e fluidi del Maestro recentemente scomparso, che non smetterŕ mai di deliziarci con le prodezze stilistiche delle sue indimenticabili storie.
E’ finita. Una serie non molto riuscita, a causa dei fastidiosi rimaneggiamenti alle storie, dell’inutile cartonatura e del filo logico, spesso troppo esile, che legava le varie storie presenti nei volumi. Insomma, una pausa per rimpinguare il portafogli e poi rivorrei Topolino Story.