Vol. 9 - 1988
Questo numero è un po' diverso. Mancano le brevi estere, e nell'editoriale è specificato che il motivo è che con il passaggio da Mondadori a Disney Italia progressivamente queste scompaiono, per far spazio a storie italiane "medie". La cosa è un po' uhm, perché dopotutto ricordo che la loro totale sparizione era parecchio successiva, inoltre le storie italiane né carne né pesce non è che mi garbino troppo. Riconosco che siano in media di qualità superiore al materiale estero, ma hanno anche molti lati negativi. Innanzitutto tolgono varietà, di stili, ambientazioni e personaggi. E dunque finiscono per essere una sorta di "fratellini minori sfigatini" del materiale italiano di pregio. In secondo luogo questo aver spezzato la dicotomia tra lunghe e brevi, confondendo le acque, portò sul lungo andare alla rottura di ogni gerarchia e quindi al periodo Muci, con le sette storie ad albo, e nessuna che spiccava su nessun'altra.
Le Due Tigri (Carpi). Sulle prime ho pensato: "che senso ha un sequel senza il primo?" e poi mi sono accorto che la prima storia l'avevano piazzata nella vecchia collana e ho visto invece tanta cura e intelligenza. La storia è bella, la trama ovviamente niente di che ma Carpi è un drago dell'humor e del dinamismo, e si legge con raro piacere. Inoltre è l'ennesima riprova dell'attenzione della collana per le brevi carriere da autori completi dei big del passato. Insieme a De Vita e Cavazzano mancava Carpi, infatti. Ottimo!
La Tragica Avventura di Paperon de' Paperozzi (Marconi/Cavazzano). Le marchette di Marconi dell'epoca, tanto frizzanti, simpatiche, ricche di verve... eppure diciamocelo, una storia del genere al giorno d'oggi verrebbe massacrata. Un bagno di sangue, proprio. Pretesto debole, spottone sfacciato, citazioni ridondanti, out of character a manetta, sceneggiatura col pilota automatico. Senza contare il fatto che quella che nelle intenzioni doveva essere una storia sul rovesciamento del "potere" finisce per essere composta al 90% da gag slapstick dovute alla semplice sfortuna, come mille storie del normale Paperino. L'ho letta con piacere, tuttavia, e sono contento del suo inserimento. Più ritratto dell'epoca di questa, direi che non se ne trovano.
Zio Paperone e il Condono Edilizio (Monti/Amendola). Ecco la prima italiana minore. Che dice e lascia poco, anche se non la si può nemmeno definire brutta. Qualche trovata c'è, ma anche alcuni passaggi dubbi, come la gag finale che bof. Di certo non l'avrei inserita.
Zio Paperone e l'Orto delle Meraviglie (Panaro/Dossi). Come sopra, ma peggio. Una storia minore scritta da un Panaro minore, ingenuo e tenerello ma inconsistente. Altra storia trascurabile.
Topolino e i "Tam-Tam" Preistorici (Cimino/De Vita). E si torna ai pezzi forti! Un raro Cimino coi Topi e un De Vita in stato di grazia! Wow! La vicenda in sé è risibile, ma che bella narrazione, che ritmo, che gag, che disegni! Si legge che è un piacere, e trasuda verve e bravura da parte di entrambi. Good!