Vol. 20 - 1999
Si continua a presentare numeri molto dissociati, con dentro cose belle e cose brutte. E temo fosse la perfetta rappresentazione del panorama dell'epoca.
Le Tops Stories: Topolino e la Pietra di Sbilenque (Pezzin/De Vita). Pezzin scatenato con le saghe in quegli anni. e sebbene mi dispiaccia vederle pubblicate a pezzettini random, lo trovo giusto e inevitabile. In questo caso poi si è scelta la prima, il che va bene. Le Tops Stories mi sono sempre piaciute. Qua e là c'erano scenari e concetti scontatelli e vecchiotti in stile Dottore Classico, eppure poi Pezzin ci infilava sempre quel particolare che ti faceva rivalutare tutto. Mi spiace solo che questa serie non abbia trovato una degna conclusione e sia rimasta un po' "appesa"... o forse era voluto?
Un Bel "Rompicapo" (Faccini). Era ora che arrivasse Faccini! Ne voglio ancora e ancora! Qui c'è una classica faccinata cortometraggiosa con Sgrizzo e Paperoga. Ne fece di molto migliori, però, va detto.
Paperino e il Dribbling del Tombino (Ronaldo-Cordara/Camboni). Rieccoci con una storia di quel genere là che non mi piace proprio. E che ancora una volta mi lascia dubbi su quale potesse essere il vero stile di Cordara, autore che sto vedendo solo in abbinamento ad altri nomi. In questo caso il risultato non è affatto buono come con la storia della Tamaro. Questo passato farlocco con tutti i personaggi bambini insieme, questo appiattimento della personalità di tutti, relegata ai soliti cliché, questa enfasi data ad una narrazione che... viene volutamente lasciata in sospeso. Ecco un brutto modo di intendere il fumetto Disney.
Paperino Paperotto e il Giorno più Duro. (Fasano/Barbucci). E questa è una gemma. Un piccolo capolavoro di spontaneità, che dimostra quanta arte ci fosse nel progetto pp8 agli albori. Barbucci rende il tutto animatissimo, mentre la quotidianità di un piccolo paperino ci viene raccontata con grinta e intelligenza. E' tutto molto autentico e vero, negli scambi, negli scherzetti e soprattutto nelle scazzottate da cortile. La serie avrebbe perso quasi subito questa verve, va detto, pur producendo cose ottime sia pur con altri stili. Intanto qui ci hanno fatto riscoprire 17 pagine di pura poesia.
Paperino e l'Ospitalità Aliena (Panaro/Lavoradori). Pico e Paperino vanno ospiti in un pianeta alieno. Ogni volta che si ritrovano davanti ad un marchingegno Pico dice che vuole aggiustarlo perché ha una laurea e poi invece succede un disastro. E i danni li paga l'alieno che li ospita. Ripetere la stessa scena una decina di volte per 35 tavole. Io questa non la chiamo narrazione, la chiamo truffa. Capisco il volerci mostrare Lavoradori, ma sono certo che c'era di meglio.
Il Segreto di Nonno Bassotto (Pandini/Scala). Rieccoci al solito punto. Le storie sensazionalistiche di quest'epoca, incentrate sul background dei personaggi e che a meno di grandi genialità si traducevano in grandi fail. Qui abbiamo un win, per quel che mi riguarda. E' una storia rispettosa, delicata, con una bella trovata finale.