Prendo spunto da questo
bel topic per dare inizio ad un po' di riflessioni sulla terza omnia disneyana, dopo quella di Barks e di Gottfredson, la prima dedicata ad un autore italiano. Per i mod, potrebbe essere interessante portare qua una bella serie di riflessioni che Groddon aveva fatto partire, così da raccoglierle meglio.
In particolare, questi 51 volumi, tutti recensiti sulla pagina dell'edicola (
qui per cercarli), anche grazie al buon Malachia, sono stati un importante banco di prova. Cerchiamo di riepilogare i pregi assoluti della collana:
- aver ospitato la cronologica di un artista italiano, mai successo prima;
- aver impostato una pubblicazione in ordine cronologico (quasi) perfetto. Con Barks e Gottrefdson si erano fatte delle scelte, anche giuste, qui invece l'ordine va dagli anni '50 fino ad oggi (poi ci sono state delle inversioni qua e là, ma lo vediamo nei difetti);
- aver pubblicato tutta l'opera disneyana ed extradisney dell'autore veneziano, riproponendo storie dimenticate e collaborazioni importanti;
- gli usuali pregi delle opere di Boschi e Becattini, ovvero portfoli di qualità, articoli accurati, cronologie e via dicendo.
è chiaro comunque che ogni opera abbia dei difetti:
- aver scelto un preciso ordine cronologico e poi non pubblicare l'anno sulla costa è un vero peccato;
- inoltre, la separazione delle strip stories così come l'inserimento delle collaborazioni tra scarpa e i suoi allievi ha portato un po' di confusione cronologica;
- volumi da 360 pagine comportano una certa difficoltà editoriale. il risultato è in volumi che purtroppo non sono di agevolissima lettura, costretti a forzature e a rischi di scompaginamento;
- la promessa di restaurare i testi originali si è persa in certi casi, per colpa di una politica editoriale non molto attenta a questi aspetti, contro gli stessi curatori che non possono controllare tutte le fasi di editing;
- un design editoriale interno forse un po' freddo, ma comunque efficace.
In ogni caso l'opera ha più pregi che difetti, ed è indubbio che sia stato uno sforzo davvero titanico. Questo se si accettano le premesse con cui l'opera è stata fatta, ovvero pubblicare tutto ciò che ha disegnato Romano Scarpa. E in effetti si può criticare la scelta, in quanto le sue storie da autore completo si mischiano con ciò che ha realizzato per lavoro e basta, andando in parte a perdere la sua precisa continuity interna.
Si poteva risolvere il problema? Forse sì, magari pubblicando i primi venti volumi con le sue storie e poi realizzare volumi tematici (Scarpa-Cimino, Scarpa-Panaro, Studio Disney, miscellanea), ma forse così i volumi avrebbero dovuto avere una impaginazione differenziata. Si poteva anche realizzare volumi da 200 pagine (come quelli di Barks) e pubblicare il solo Scarpa autore completo, realizzando una trentina di volumi abbondanti. Sarebbe stata una sfilza di capolavori, ma non avrebbe avuto dei limiti di comprensione dell'opus scarpiano?
La scelta fatta mira ad accontentare tutti, spingendo il lettore a buttarsi nell'opera di un grandissimo autore, creandosi propri percorsi personali. Un buon risultato, in attesa della prossima opera s'intende
Il dibattito resta aperto, e se ne potrà discutere amabilmente qui.