Ti dirò, anche io ho votato Scarpa per lo stesso motivo da te elencato. Degno erede di Barks e Gott, è stato colui che ha fuso i due universi Disney creati dai due già citati e che ha sfornato una quantità incredibile di capolavori, specie nel suo periodo d'oro fine anni '50-inizio anni '60.
Tuttavia capisco che le sue opere siano quelle di più facile reperibilità, dato che puntualmente vengono ristampate su Grandi Classici, Disney Anni d'Oro, Tesori ecc.
Inoltre come hai già affermato, una sua cronologia è di difficile realizzazione: forse dovrebbero selezionare solo quelle che lo vedono autore completo, perchè l'intera produzione comprende un numero immenso di storie e, forse dirò una baggianata, le storielle sceneggiate da altri autori non credo siano molto appetibili per il grande pubblico.
Dunque se ci fosse un'altra possibiltà di voto sceglierei Don Rosa.
Bisogna vedere cosa si intende per "grande pubblico" che vuol dire tutto e non vuol dire niente.
Io per grande pubblico intendevo il lettore medio, quello che apprezza il fumetto ma non ne è esperto, il lettore fedele ma non appassionato, quello che si legge le storie e gli piacciono ma non va ad approfondire autori, aneddoti e curiosità... io ne conosco molti e credo sia questa la principale tipologia di lettori che acquista queste opere (a parte, ovviamente, i collezionisti che restano il
target di riferimento però non è che siano tantissimi) ed è il principale motivo per cui le collane "omnie" sono state chiamate
La grande dinastia dei paperi e
Gli anni d'oro di Topolino anziché "L'opera omnia di Barks" e "L'opera omnia di Gottfredson", proprio per renderle appetibili a questa fascia di pubblico che non sa chi siano Barks e Gottfredson ma cerca comunque belle storie da leggere.
Pertanto, io ritengo invece che per il suddetto “grande pubblico” possa essere molto più appetibile Scarpa che non Don Rosa.
Perché se da un lato le storie del Don hanno delle componenti di avventura, umorismo e sentimento molto moderne che fanno facilmente presa sul pubblico, dall’altro sono infarcite di citazioni e riferimenti barksiani, e una continuity maniacale, che il lettore medio e meno smaliziato non capirebbe (anche se naturalmente ci sarebbero degli articoli a spiegare tutto per bene).
Le storie di Romano Scarpa, invece, essendo alla base della Scuola Italiana, sono perfettamente in linea con quello che si può leggere sul Topolino odierno, in termine di personaggi, situazioni e “poetica”: decisamente più fruibili, dunque, per il lettore medio.
Il problema più grande nel confezionare un ipotetico TuttoScarpa (anche solo delle sue storie da autore completo), però non è tanto la mole del lavoro né la reperibilità, quanto la mancanza di edizioni filologiche delle sue storie. Fateci caso: in quali versioni vengono pubblicate le sue storie di solito? Storie in più puntate riunificate in una sola, storie che in origine erano metà in B/N che sono poi state ricolorate, storie ricolorate del tutto (penso a Tapioco Sesto), storie infarcite di rimaneggiamenti e censure (penso al Pippotarzan o al Campionissimo, ad esempio)… Se in un ipotetico TuttoScarpa riproponessero queste versioni grideremmo allo scandalo, ma “correggerle”, e farlo bene, sarebbe un’impresa titanica: e l’abbiamo visto sui due Tesori dedicati ad Atomino, in cui per proporci delle edizioni filologiche delle storie hanno combinato un casino, tra pagine a colori, ricolorate e in B/N posizionate a casaccio, tavole scannerizzate dalla resa PESSIMA (se pubblichi sui Grandi Classici puoi permetterti di scannerizzare, su pagine di grande formato no perché viene malissimo, ricordate
La nipote del corsaro nero sull’ultimo Tesori?) e via dicendo.
Per il TuttoBarks avevano le versioni di
Zio Paperone da riprendere pari pari (e con Rosa si può fare lo stesso), per Gottfredson hanno ritradotto e ricolorato le strisce
ex-novo partendo dall’originale americano, per Scarpa il discorso sarebbe decisamente più complicato.