Io, vi giuro, da quando ho ricominciato a comprare Topolino ritrovo sempre più il clima di quando lo avevo lasciato, ossia dei primi anni novanta; storie a volte fantasiose e a volte, come il nipote ribelle o le Papere alla riscossa, più legate all'attualità ma senza essere, almeno in questo caso, troppo stucchevolmente ancorate a essa, con parodie stantie di persone esistenti.
La storia di Paperinik, che è più una storia di Paperino, è molto carina ma niente di eccezionale, la parte del leone la fanno i disegni, molto belli e "anni ottanta" nella migliore accezione del termine; se con alcuni disegnatori di adesso fatico a "intendermi" per il loro stile troppo moderno per i miei gusti, in questo caso pareva di rivedere De Vita o Valussi al loro meglio. Ottimo davvero.
Le papere alla riscossa mi sono risultate meno gradevoli delle scorse settimane, ma forse si tratta della classica puntata interlocutoria preludio a un finalone.
Ma la storia che più mi ha commosso è stata quella scritta da Michelini e illustrata da Luciano Gatto; ok, magari non è del tutto riuscita e alcuni punti narrativi potevano essere sviluppati meglio, ma sapere che il Maestro Gatto è ancora in attività (assieme ad Asteriti, le cui storie natalizie sono state per me un simbolo di quel periodo dell'anno) e ancora così in forma (gli astroflauti sono tenerissimi) mi fa veramente un immenso piacere, un "vecchio" lettore si sente di nuovo a casa.
Gradevole anche l'ultima storia ecologista, un'avventura ch emi ha ricordato quelle pro-wwf con Pandy Pap; certi valori non si promuovono mai abbastanza, sarà buonismo quanto volete ma mi piace che i lettori più giovani abbiano di questi insegnamenti.
Non sarà magari un numero memorabile, ma mi ha rilassato e divertito per un'oretta, e non è poco.