Tralasciando il fatto che in copertina si parli di ben "sei storie a fumetti inedite!", quando da una parte è la norma avere solo storie inedite e dall'altra non può essere che il giallo diviso in due parti conti come due sceneggiature differenti (non prendiamoci in giro, dai!), questo numero offre diverse note stonate.
Anzitutto il giallo: è un classico estivo di agosto senza troppe pretese. Spettando a Sio la storia a puntate di agosto (su cui spenderò dopo un paio di parole a riguardo), non avevo grandi aspettative nella lettura, perciò va preso per il suo intento. Nessuna sorpresa, di conseguenza: non è intenso o complicato, però ha un buon uso dei personaggi, soprattutto di Minni che, a differenza di Paperina, sta godendo nell'ultimo periodo di un'ottima riabilitazione che l'ha allontanata da una pericolosa caratterizzazione odiosa ed insopportabile. Non auspico lo stesso a Paperina, visto quale sia il suo ruolo a conti fatti, tuttavia spero che qualche sceneggiatore le possa dare finalmente un lato più umano e sopportabile.
Ritorna (nonostante nel numero successivo si annunci questo effettivo ritorno) la serie che vede protagonista il terzetto Paperone-Battista-Capitan Paco: la serie non ha mai avuto punte di eccellenza, purtroppo, tuttavia non si è sottratta nel regalare quel minimo di intrattenimento che la potesse rendere comunque godibile. Potrei pensare di recuperare tutte le storie tra i miei topolini per poterla valutare nel complesso, tuttavia non ricordo una storia di questa saga di Nigro che fosse memorabile.
Veniamo a Sio, invece. Puntata brevissima, questa, ma estremamente negativa, per due ragioni: l'umorismo è banale e scontato, e i personaggi sono ridotti a delle macchiette, soprattutto Minni e Paperino (ancora sempre più "out of character", sono proprio curioso di vedere come tratteggerà Paperoga, a questo punto). Dopo delle "buone" premesse, una puntata simile mi fa un po' rimpiangere Le vacanze in fuga di Bosco o qualcuno degli esperimenti linguistici e dissacranti di Vitaliano, li avrei trovati più interessanti e godibili, però c'è ancora tempo per mutar giudizio.
La storia di Pippo mi ha fatto dubitare se fosse stato veramente Faraci a scrivere una simile breve, perché è talmente poco ispirata e snervante da leggere, forse anche un po' complici i disegni: un tratto più espressionista ed esagerato avrebbe dato maggior risalto ad una comicità che non viene suscitata. Anzi, ho spalleggiato il gelataio quando alla fine ha sbattuto il cono in faccia a Pippo, peccato che non abbiano mostrato la dinamica, sarebbe stata estremamente godibile.
In ultima analisi, non si potrebbe non considerare la parte conclusiva della saga dedicata a Reginella, un ritorno di cui avrei sinceramente fatto a meno, viste le premesse. Chiariamoci: non avevo mai letto Reginella prima di qualche settimana fa, dove in vista del suo ritorno mi ero andato a recuperare le cinque poetiche storie ciminiane, era un personaggio di cui conoscevo l'esistenza e di cui si parlava molto bene, ma con cui non avevo avuto contatto.
Ecco, diciamo che a confronto con Cimino, la storia di Enna manca del vissuto interiore dei due protagonisti, quasi quell'esperienza di cui sono state testimoni le storie di Cimino stesso non fossero praticamente esistite. Si parla ancora di "amicizia", provocando quei lettori che bene la conoscevano, ma non c'è comunque poesia, né sentimento: entrambi i personaggi sembrano vittima degli eventi, la loro "amicizia" diventa impossibile e né Paperino né Reginella si oppongono e fanno valere quel sentimento... tutto si risolve velocemente, come un turbinio che ingloba ogni possibile dato di interesse, da Paperino che non si oppone a perdere completamente il ricordo di Reginella, ai "cattivi" della storia, che nemmeno appaiono né fanno qualcosa.
Mi spiace che ad Enna sia toccato questo increscioso compito, onestamente, se proprio si voleva omaggiare Cimino, bisognava pubblicare i suoi due inediti, che probabilmente non vedranno mai la luce, a questo punto... Reginella stava bene nel suo baratro, a questo punto, sospesa tra quei lettori che l'hanno amata e apprezzata e tra coloro che invece ne hanno sentito il nome e ancora tra quelli che invece si godevano il mondo Disney ignorandone l'esistenza. Peccato veramente!
In conclusione, questo numero estivo è una nota un po' stonata, con una prima parte godibile e senza picchi e una seconda in cui crollano molte speranze e rimane un sentimento di delusione.