Io lavoro con i bambini, e credetemi, molte volte arrivano con le domande che non ti aspetti. è giusto in questi casi bendargli gli occhi? Io cerco, coerentemente con la loro età, di dare almeno una parte delle risposte che cercano, se possibile andando oltre gli stereotipi. Perché sì, devi mangiare tutto "perchè ci sono bambini che non hanno da mangiare", ma anche perché ti serve per te, per crescere, per arrivare alla fine della giornata, che purtroppo non si può sempre mangiare quello che piace e che, sì, ci sono bambini che non mangiano, ma ci sono anche adulti e anziani nella stessa situazione, che poi a volte sono gli stessi che arrivano sui barconi che vedono in tv. Perché "si deve essere tutti amici", ok, ma a volte l'incompatibilità di carattere esiste, e in quel caso bisogna essere almeno dei buoni rivali, persone che pur con un antipatia di fondo si rispettano e sono in grado di collaborare il minimo necessario se ce n'è bisogno, e quante di quelle storie (Disney e non) ce lo insegnano.
Sono forse io che sbaglio?
Non sbagli minimamente e anzi ti faccio i complimenti per come hai spiegato le tue ragioni e per come ti rapporti ai bambini nel tuo lavoro.
Il compito di un educatore sta proprio nel far capire ai bambini le cose, di qualunque natura esse siano.
La domanda che mi gira in mente da molte settimane sta proprio in questo ragionamento : come si può credere di "proteggere" i bambini dai pericoli della vita nascondendogli le parti più spinose ?
La logica invece ci dice che il pericolo si combatte proprio con la conoscenza, con il sapere.
Altrimenti in che modo spiegheremmo l'educazione sessuale impartita a scuola ? Dovremmo pensare che i ministri che l'hanno votata, gli educatori che la insegnano ed i genitori che permettono ai figli di ascoltarla siano tutti desiderosi di creare eserciti di "libertini del sesso"? O invece si può dedurre l'esatto contrario ?
Nascondendo su un fumetto la presenza nel mondo delle droghe si ha la capacità di preservare i bambini dal futuro utilizzo o contatto diretto con questa schifezza ?
O spiegando quali sono le coseguenze si potrebbero formare degli "anticorpi" sociali a questa piaga ?
Topolino è sempre stato uno strumento di formazione morale dei bambini e degli adolescenti affezionati. Ci ha insegnato, nei propri limiti, la differenza tra il bene ed il male.
E questo è il compito che si dovrebbe prefiggere ancora.
Parole sante!
Infatti sono decisamente convinto che Topolino abbia un potentissimo e quanto mai sottovalutato potere pedagogico: il problema è che gli errori sono quanto più evitabili nella misura in cui vengono mostrati in quanto tali in un contesto puramente normalissimo e non creato apposta per rendere rilevante un certo vizio.
Prendo ad esempio una storia impressa nella mia memoria, purché non particolarmente eclatante come svolgimento narrativo: in
Zio Paperone e i famelici eredi vengono messi in mostra un Paperone che si finge accattone e miserabile per mettere alla prova dei nipoti che sembravano essere dei veri serpenti, pronti ad accantonarsi l'eredità, e un Rockerduck intento a fumare un sigaro tutto contento, in seguito rigettato perché ripetuto disgustoso. Non penso che i giovani di quell'epoca abbiano provato ad emulare il comportamento di Paperone né abbiano provato a diventare dei fumatori di sigari perché ispirati dall'ostentazione di Rockerduck, eppure il tutto era creato in virtù della narrazione e sembrava perfettamente naturale. Per non parlare degli acidi conflitti tra Paperone e Paperino nelle storie di Martina: quelle scene erano puro apice della recitazione e sincerità, e intanto mettevano a contatto il lettore con parole nuove e sfumate nel loro senso particolare, eppure non mi pare che a quell'epoca i bambini avessero preso il vizio di accusare i propri parenti di
disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera o altre varianti. Anzi, penso che oggi la cronaca nera si esprima in modo quanto più manifesto, mentre le storie attuali si nascondono dietro ad un finto buonismo che, se mi permettete, a volte rasenta addirittura il ridicolo: i conflitti tra Paperino e Gastone sono quasi diventati delle occhiate di disprezzo poco tangibili, le liti tra Paperino e Paperone si risolvono nel semplice dissenso di Paperino senza alcuna reazione fisica tra i due, e allo stesso modo tra Paperone e Rockerduck (basti prendere varie storie ciminiane o addirittura
Paperino e la scavatrice,
Zio Paperone e la superbenzina e confrontarle con quelle odierne, per osservare come la comicità fisica attuale, anche solo per creare delle gag divertenti sia quasi del tutto assente).
Secondo me si è troppo parati con quest'idea che i giovani lettori debbano essere preservati e quasi racchiusi nella loro "candida ignoranza": peccato che, e parlo per esperienza personale, abbia visto certi ragazzi e certi genitori comportarsi in modo alquanto discutibile, al punto che sembra quasi che a Topolino e ad altre fonti debba essere consegnato, per assurdo, un compito che non gli è proprio. Topolino può certamente educare, tuttavia non può farlo emulando una realtà che di fatto non esiste. Gambadilegno o i Bassotti, senza armi o minacce degne di tale nome, perdono di credibilità: e dove sta la loro negatività, la loro condanna sottesa, se vengono ridotti a delle macchiette, quasi a simpatici "amici" dei protagonisti?
Inoltre, penso che si debba privilegiare di più i vari articoli che vengono pubblicati in modo da stimolare la curiosità dei giovani lettori, eliminando rubriche inutili come la posta del Topo, che francamente definire imbarazzante a livello di domande e contenuti è forse poco: ho applaudito, ad esempio, da futuro matematico, la storia dedicata alla topologia, perché senza prendersi sul serio metteva a contatto, attraverso un'ottima intervista, i giovani di oggi con una branca della matematica moderna la cui potenza espressiva è notevole, in questo modo li si rende consapevoli e gli si dà occasione per poter espandere il proprio bagaglio culturale senza limitarsi ad una ridotta serie di argomenti.
Topolino certamente può insegnare, ma deve anche fare un po' far divertire il proprio lettore: ecco, penso che dietro certi vincoli e certe limitazioni pedanti si sia persa un po' di comicità verbale e fisica che si poteva vedere, forse in modo esplicito ma non per questo meno interessante, nelle storie dei decenni precedenti (penso, soprattutto, agli anni '60/'70). Ok che i tempi si sono evoluti e vedere un Paperino che rincorre con il battipanni i nipoti è forse un po' datato, però non è nemmeno credibile, se pensiamo alla società attuale, vederlo andare quasi completamente d'accordo con i nipoti senza un minimo di conflitto, rendendo questi, per contro, estremamente saputelli ed irritanti, quando nelle storie di Barks c'era quasi un costante dissidio tra le due parti, eppure gli stessi nipotini erano quel "pozzo di sapienza" che ogni due per tre sfoderavano il loro mistico manuale o davano consigli ai loro zii.
Preciso che è solo un frammento di un discorso ben più ampio che sarei in grado di fare sull'argomento, tuttavia l'impregno di Piccola Pker mi ha suggerito questi brevi spunti e, da passato educatore, non posso che lodare il suo impegno e la sua sincerità in ciò che fa, e quindi ho colto l'occasione per accennare una parte del mio pensiero su questa situazione, forse in modo radicale rispetto a come penso di aver fatto in passato.