Io sono dell'opinione che questo cambio di direzione sia sacrosanto e giunto fin troppo tardi.
Per due tre che si sono riavvicinati, i lettori di Topolino sono diminuiti vertiginosamente, come le vendite, che sono crollate. Così stanno le cose.
Topolino, sotto la sua gestione, è diventato sciatto nella veste, mediocre e dozzinale nella lingua (ultime chicche: "rosichi di brutto", "manco", tanto per dire), ossessionato dalla rincorsa alla contemporaneità, come se non potessero esserci storie senza rimandi all'attualità tecno-scientifica, come se un giovane lettore leggesse qualcosa solo se gli parla di tecnologia (e allora, perché leggere...); e poi è diventato un giornalino per adulti, zeppo di ironia, finanche dissacrante e sardonico, che non sono sentimenti infantili e piccini, anzi, oltreché assurdamente e capziosamente politicizzato, tra ecologismi sfrenati, decrescite felici più o meno insinuate, censure pervicaci e mosse dal terrore sovrano di offendere qualcuno, moraline appiccicate ad ogni finale, con buona pace dei cardini della narrativa.
Il fatto stesso che sia nato un "Topolino Junior" testimonia altresì la deriva del Topolino, che nacque, come tutto ciò che afferisce all'arte, per tutti, e che oggi parla solo a pochi, pochissimi, specializzati e specialisti che poco hanno a che fare con il lettore del tempo che fu.
Il gioco mostra la corda: se non ci si rivolge ai bambini, forse si guadagnano applausi tra i pochi appassionati, e si fa boccuccia pensando di gustare cose che solo pochi possono apprezzare, ma così il ricambio non c'è e il destino è l'estinzione. Il mio giornalaio e i giornalai del mio quartiere e dei quartieri vicini (centro di Roma e Roma Nord) di Topolini ormai ne vendono pochissimi, a un pubblico pressoché solo adulto. D'altronde, fu la De Poli a voler sbarcare nell'adulta fumetteria, chiarendo la metamorfosi adulta di Topolino, che evidentemente pianificava - e che si è rivelata fallimentare.
A tutto ciò si aggiunga che sotto la direzione De Poli, e la gestione Panini, le testate hanno conosciuto una farragine davvero triste, figlia di scelte azzardate o errori di pianificazione, comunque di una miopia di cui ella stessa è stata vittima.
Per quanto riguarda il problema dell'ispirazione politica di Lupoi, non mi pare che i suoi pensieri - manifesti - contrastino con quelli che la De Poli ha disseminato continuamente su Topolino, durante gli anni della sua gestione.
Spero che Topolino ricominci a rivolgersi ai bambini, con storie per bambini, e spero che torni alla sua veste, cartacea, prima della svolta ecologista (o pauperista?) della De Poli. Spero che torni alle storie della folle quotidianità, senza ironie eccessive e disincanto, con personaggi che tornino ad assomigliare ai loro caratteri originali e originari, unico modo per raccontare storie vive, con qualità e vizi umani, radicali e vivi (avarizia, presunzione, pigrizia ecc.), e con la forza narrativa che gli fu propria e che ora, quasi, non c'è più. Forse, così, si potrà recuperare il terreno perduto.
P.S.: a me sono piaciute le operazioni come Moby Dick, Duckenstein, Ratkyll, ma sono tutte storie "per quadri", zeppe di didascalie delle immagini, senza che la storia (e i personaggi) vivano narrativamente. Così, a noi, adusi alla letteratura, può piacere la trasposizione, ma un bambino non gode dell'avventura, se tutto è descritto e mai narrato, se i personaggi sono sempre statici e non parlano mai o quasi.