Vengo ora a parlare del resto delle storie e in particolare di una, l'ultima.
Alla ricerca di Topolino. Un giudizio definitivo lo si potrà dare alla fine ma, per quanto riguarda il percorso fin'ora fatto, direi che Artibani si possa ben elogiare anche in questa storia, sperando di non essere smentito nel finale.
Il primo episodio ha dalla sua un meraviglioso inizio quando un Macchia Nera con tunica e un po' malconcio si presenta a Basettoni e Manetta: è un momento veramente da urlo che ha un che di già visto per me, anche se non riesco ben ad inquadrarla dove ripesca il suo valore - semmai c'è quel valore - ancestrale. Belli i disegni di Cavazzano - come quelli di Gervasio nel secondo episodio - anche se - il Maestro non me ne voglia - il suo Macchia Nera nel viso, è ben lungi dall'essere il mio preferito, in quanto è sempre stato troppo scapigliato e con un naso esageratamente grande.
Le strisce, sono deliziose, soprattutto le prime quattro.
Topolino, Gambadilegno e la seconda possibilità. Ahimé, c'è poco da fare e da dire, Vitaliano non è mai stato nelle mie corde. A cominciare dal suo umorismo a finire dall'uso che fa di Gambadilegno nei rapporti con Topolino. La colpa - se tale si può definire - non è del tutto sua perché, quello che per me è l'errore originale di aver voluto fare di Gambadilegno un nemico/amico di Topolino viene dal passato; però resta il fatto che lui si inserisce in questo contesto per me indigeribile.
Topolino e la città senza segreti. Questa storia mi permette di togliermi alcuni sassolini che ho nelle scarpe, anche se dubito molto sul fatto che i problemi ai piedi passeranno.
Alessandro Sisti è l'autore di cui ho appena finito di cantare - con alcune piccole riserve - le
lodi in altra parte del forum, come scrittore di
Topolino e l'astroplastica protofantastica.
Son passati ormai 19 anni da quella storia e, dal mio punto di vista, direi che non gli hanno fatto certamente bene, nel suo rapporto con Macchia Nera e, più in generale, nel scrivere canovacci topoliniani.
Se in quella storia il villain era completamente in tema con la sua migliore consuetudine, in questa mi ricorda invece nel suo atteggiarsi e nel suo rapporto in particolare con Gambadilegno, quello di storie del 1964 di Onofrio Bramante:
Topolino e la formula segretissima e
Topolino e il piccolo sole, che tratteggiavano un rapporto fra i due nemici principali di Topolino, sostanzialmente paritario e questo in netta antitesi con altre storie sempre dello stesso anno dove il timore e il rispetto di Gambadilegno - gli dava persino del voi - verso Macchia Nera era molto evidenziato.
Quello che Sisti ci presenta qui, è dunque quel Macchia Nera, via di mezzo, fra quello reale e originale, terribile e cattivo e quello più terribile, ahimé, in altro senso, che diventa una macchietta.
Ma poi è la storia nel suo preludio, sviluppo e finale che proprio assolutamente fa parecchia acqua. Topolino che con una stratagemma viene adescato dallo sceriffo di Rattica ... e perché? Perché con quello stratagemma, facendolo rimanere lì una settimana, pensa di evitare la pensione e la sostituzione con una agenzia poliziesca specializzata. Ma per favore!
Ma il bello deve ancora venire. Gambadilegno e Macchia Nera vengono a sapere in contemporanea con Basettoni, che Topolino è lì e ... cosa pensano e fanno? Pensano che se Topolino è lì, sicuramente ci sia qualcosa di grosso in pentola da rapinare e lì, si recano per mettere a frutto il grande furto.
Uhao, è il caso proprio di dirlo:
è una genialata!
Gambadilegno in effetti in passato in questo malinteso ci è cascato ma Macchia Nera...! No ... per favore!
Ma anche qui c'è la chicca suprema. Una volta arrestati, Gambadilegno afferma verso Topolino "S
ei sempre tra i piedi, topastro! Anche in trasferta!" :o Ma come? Se sono stati proprio loro, Macchia Nera e Gambadilegno ad andarlo a cercare!?!? :
E veniamo al Macchia Nera del Maestro Massimo De Vita e, ora vado a toccare
uno dei Mostri Sacri e, dunque, è meglio che cerchi di coprirmi un po' le spalle.
Ora premesso che penso di De Vita tutto il bene possibile, come spesso accade anche nei grandi maestri egli mi casca nel disegnare Phanton Blot. Nelle sue prime storie, le contemporanee
Topolino e l'enigma del campanile e
Topolino e il dipinto ridipinto, Macchia Nera appare solo nel suo abito borghese. E' un Macchia Nera sostanzialmente in linea con i tempi, privo delle righe nel viso e, tutto sommato, accettabile. La sua involuzione è però evidente in tutta la sua "bruttezza" col passare da uno stile all'altro da parte del Maestro. A cominciare dalla forma del viso fino all'accentuazione anche da parte sua - meno di Cavazzano per la verità - del naso. Poi c'è il Macchia Nera con tunica, dove si vede l'espressione della bocca. Ora come si fa a vedere la bocca se uno ha sopra una tunica, a meno che non ci sia un taglio proprio in corrispondenza di essa? Ma ha un senso il taglio? Ma, aldilà di questo piccolo particolare, quella bocca non rende più tenebroso il personaggio, lo rende più offensivamente ridicolo e basta. :