Non è affatto male, questo
numero celebrativo. Avevo qualche dubbio pre-lettura, e sicuramente quello del 1999 per i 50 anni rimane maggiormente rappresentativo, ma non ci si può proprio lamentare.
Dal punto di vista della ricorrenza del settantennale, infatti, l'albo la celebra in ogni singola rubrica contenuta: dalle pagine contenenti il ricordo, la stima e l'affetto di diversi giornalisti al reportage sull'abbonato più "storico" di
Topolino, per arrivare agli omaggi disegnati di alcuni autori: tutti molto belli, artisticamente, ma avrei forse preferito che fossero tutti legati dal comun denominatore dei 70 anni di storia editoriale piuttosto che declinati a rappresentare alcune caratteristiche random associate al libretto, che rendono i disegni piuttosto generici. Sottigliezze, comunque.
Inutile dire che la parte del leone per questi festeggiamenti la fa comunque
il libretto allegato: apparentemente conciso e poco appariscente, offre in realtà un approfondimento lungo e articolato sulla storia di
Topolino, curato da
Luca Boschi, un excursus piuttosto puntuale sulle varie anime del settimanale, compiendo un'analisi descrittiva che si muove, saggiamente, per tematiche: i gadget, gli albi omaggio, lo sport, la TV, i personaggi ecc, senza dimenticare di mantenere un approccio comunque cronologico capace di sottolineare il cambio di direttori e di contestualizzare l'approccio dei vari elementi che hanno caratterizzato il giornale.
L'albetto color giallo si attesta quindi come un agile quanto interessante vademecum piuttosto curato e valido.
Passando alle
storie del n. 3306, anche in questo caso si può commentare con il sorriso. la prima parte di
Klondike ha il respiro avventuroso che ci si aspetta, in un contesto sempre suggestivo e con un Paperone e un Paperino molto ben caratterizzati. Il colpo di scena dell'ultima tavola è telefonatissimo,
anche solo per l'aspetto suino del personaggio,
ma per il resto la narrazione è solida.
Giulio D'Antona scrive, credo per la prima volta a memoria, una storia che mi convince e che promette bene... vedremo come prosegue. Intanto ammiro i disegni di
Lorenzo Pastrovicchio, del quale mi lascia perplesso solo l'aspetto del suo Battista e che ci regala una quadrupla con orso urlante veramente ottima.
Topolino, Pippo e la convivenza inconveniente è una simpatica commedia degli equivoci del brillante
Federico Rossi Edrighi, che si conferma abile nello scavare nell'animo del personaggi. Stavolta nel mirino è l'amicizia tra Mickey e Goofy, e lo sceneggiatore scrive una storia briosa, divertente ma anche con molto "cuore", graziata dai disegni plastici ed efficaci di
Luca Usai.
Sulla stessa falsariga è
Silvia Ziche con la sua
Paperina e... Paperino: l'ironia sui rapporti di coppia, cavallo di battaglia dell'autrice, si contamina con un sottotesto assai dolce quando la papera col fiocco immagina di dover (e voler) salvare il suo partner da chissà quali pericoli e, soprattutto, nella effettiva conclusione della breve avventura. La fumettista condensa in poche tavole comicità azzeccata e sentimenti credibili, con una delle sue opere migliori degli ultimi anni. Da notare lo stile sempre più nervoso e stilizzato che contraddistingue la sua produzione recente, efficace per alcune scene ma che in alcuni punti appare eccessivamente sintetico, specie negli sfondi.
Simpatiche
Paperoga in: corsi e ricorsi e
Pico de Paperis e le regole della laurea perfetta: nella prima
Giorgio Fontana va a fondo sull'abitudine di Paperoga di frequentare i corsi più assurdi possibili in una sorta di riflessione sull'argomento, nella seconda
Roberto Gagnor imbastisce nella narrazione un'interessante quanto ironica "scaletta" su come preparare una tesi di laurea. Sono due storie "leggere" e con meno attrattiva delle altre, se vogliamo, ma svolgono molto bene il loro ruolo e risultano scritte bene, non annoiando il lettore.
Alla fine l'unico neo è
Paperinik e il cimelio del fondatore, in chiusura di numero:
Carlo Panaro scrive una sceneggiatura priva di mordente, ricca di reminescenze dalle primissime storie con il personaggio (l'invenzione "bicolore" di Archimede, Paperino guardiano di un museo ecc), che da una parte sembra già rientrare nell'ottica di recupero delle atmosfere classiche, dall'altro procede per inerzia e con sviluppi fin troppo automatici, arrivando a un villain poco interessante.
Nel complesso, l'operazione festeggiamento può dirsi riuscita: sono state selezionate storie buone e molto buone e i contenuti editoriali sulla storia del pocket sono stati vari ed esaustivi.