Forse sarebbe meglio chiuderla qua, mi sembra evidente che alcuni di voi non gradiscono questa saga, che non la seguano dunque!
Sono convinto che l'autore non avesse alcuna intenzione di alterare continuity, ma solo quella di scrivere una storia gradevole, nella libertà narrativa che ha sempre contraddistinto il fumetto disney italiano; non so voi ma così a pelle ritengo che sia un bel valore da preservare... sì, forse viviamo in un mondo globalizzato che sta dimenticando le sue radici, ed è un peccato, ma è un dato di fatto purtroppo, un fenomeno che è davvero improbabile arrestare; e nonostante questo, il mondo disney dei fumetti rimane davvero poco intaccato, perché Paperi e Topi possono cambiare abbigliamento e accessori ma non modificano di tanto la loro personalità (ecco, magari qualcuno si addolcisce fin troppo, ma qui si apre il complesso argomento della censura), e dunque la domanda che mi sorge spontanea è: valgono più le radici in sé o il modo di pensare, di vedere la realtà? Voglio credere che la libertà intellettuale sia innanzitutto questo, la capacità di esprimere la propria visione del mondo, piuttosto che la forza di mantenerlo così com'è secondo consuetudine, e che sia da apprezzare che ancora i giovani acquistino Topolino e lo leggano con piacere perché non si limitano ai video divertenti su "quack tube"... ok, magari quella di YDD è stata in parte una mossa di marketing, perché si sta cercando di recuperare questo pubblico... e con ciò? Topolino è una pubblicazione, non può che sottostare alla legge del mercato, deve orientare la sua produzione all'esigenza di vendere, piaccia o no. E comunque non si può negare che Artibani abbia trovato gusto a ideare una storia con un protagonista adolescente, che così raramente si ritrova tra le pagine del Topo... del resto Paperetta Yè Yè non c'entrava nulla con l'universo disney classico, eppure fu inserita per assomigliare alla realtà dell'epoca; e lo stesso PP8, per quanto gradevole, è sempre stato un'anomalia a tutte le forme di continuity, in primis quella donrosiana... ok, magari la qualità della storia non sarà paragonabile, ma i tempi sono quelli che sono, e nessuno vi obbliga a comprare il Topo se non vi piace.
Insomma, non penso proprio che YDD ambisca a diventare parte di una monumentale "The life and times of Donald Fauntleroy Duck". Certo, qualche inesattezza gliela si può imputare, effettivamente non ritrovare traccia degli storici amici di Quack Town lascia quantomeno perplessi, perché sicuramente anche i lettori più giovani li conoscono. E l'ambientazione storica non è esattamente accurata, anche se qui mi sento di ipotizzare che sia un po' voluto, perché non ha neanche molto senso rappresentare un mondo di inizio anni 2000 in maniera tanto differente dal nostro, visto che il gusto nostalgico degli ultimi tempi si volge semmai a non più tardi degli anni '80... l'autore si è semplicemente soffermato su una realtà moderna, con adolescenti che, già che c'eravamo, potevano essere pure più identificabili con quelli di oggi, allo scopo di fidelizzarli al fumetto, grazie all'inserimento di You Tube e dei cellulari con internet... questo significherà magari collocare la vicenda nel 2008 piuttosto che nel 2004, e con ciò? Comunque Paperino risulterebbe non avere oggi meno di 25 anni... e quando e se realizzeranno altre storie della serie sarà passato ancora altro tempo, e i conti quadreranno anche meglio... in conclusione, vi esorto a non pretendere troppo da un'opera che non pretende troppo da se stessa. E, piuttosto che criticare tanto gli errori fatti, ad apprezzare la fantasia dell'autore che fa parte di una scuola italiana ancora viva e creativa, al contrario di TUTTE quelle all'estero purtroppo...
Non ci sarà Della, ma almeno abbiamo YDD, che è comunque un esempio di quell'interazione con l'espressione culturale contemporanea che ha sempre caratterizzato Topolino. Nel quadro di crisi dell'editoria, direi che già questo è apprezzabile.