Ho recuperato ora questa discussione, nei giorni scorsi causa lavoro e ultimazione dell'elaborato per il Premio Papersera avevo avuto modo di leggere solo i primi post.
Voglio in ritardo dare un grosso abbraccio virtuale ed esprimere la mia vicinanza a tutti i paperseriani legati, chi più chi meno, ai luoghi della catastrofe. Anche se vivo in una regione lontana dai luoghi della sciagura, la cosa mi ha colpito e rattristato tantissimo.
Impossibile poi non commuoversi leggendo le testimonianze degli utenti abruzzesi...
Ho scoperto stamani che Google ha dedicata una pagina apposita alla tragedia (
http://www.google.it/landing/terremoto_abruzzo.html), nella quale è anche presente un file con le immagini scattate dal satellite GeoSky subito dopo il terremoto. Il file va aperto con Gogle Heart; vedere Onna, L'Aquila e gli altri centri colpiti è stato un duro colpo al cuore...
Riguardo quanto avete scritto su certa "informazione giornalistica", ringrazio con il poco tempo avuto disposizione praticamente non ho visto servizi in tv; mi sono tenuto informato tenendo costantemente aperte (a lavoro e mentre ultimavo l'elaborato del Premio) le home page e alcuni articoli dei siti dei quotidiani, e la pagina di Repubblica.it contenente la diretta di cioè che accadeva. Le immagini che ho visto erano quelle che venivano fatte scorrere nelle home page dei siti, e ho evitato di cliccare su link a gallerie fotografiche che dal titolo si preannunciavano indiscrete.
Leggendo quanto scritto qui e da altre parti, e alla luce anche della puntata odierna di Blob mi sono reso conto che ancora una volta che un certo tipo di giornalismo ha purtroppo prevalso. Situazioni del genere richiederebbero il massimo del tatto e del rispetto, e invece sembra che certi giornalisti non aspettino altro che tuffarsi nelle tragedie, nei pianti, nelle urla disperate, nel dolore. La chiamano informazione, ma questo è tutt'altro, è una violenza mediatica, verso persone che sono talmente distrutte da non avere nemmeno la forza di reagire come suggeriva Pacuvio linkando quel video.
In linea di massima quoto quanto dice Floyd, se certi servizi vanno per la maggiore è perché la maggior parte degli italiani gli "gradisce" (e questo, come altre cose, dovrebbe farci riflettere non poco sull'"italiano medio"), ma questo non mi spiega assolutamente quell'indecenza compiuta dal Tg1 della Rai (che fino a prova contraria è servizio pubblico) con la questione dello share (cosa che normalmente mal sopporto... immaginatevi in questo caso appena ho visto il video).