Qualche altra annotazione per il purismo linguistico, forse un poco rompiscatole, ma comunque utile.
1) Direi che è il caso di tornare ad usare "le" per "a lei" invece di "gli".
Idem con patate quanto a "loro" (ad essi, ad esse) invece di "gli".
Esempio:
(A Mario) "Dagli il libro."
(A Maria) "Dalle il libro."
(A Maria e Mario) "Da' loro il libro."
Ammetto però che molte grammatiche moderne accettano ormai l'ultima forma di "gli" per "a loro".
2) "Ne" vuol già dire "di ciò", quindi una frase tipo "Che ne pensi del calcio?" è sbagliata; basta semplicemente, anche se forse suona strano, "Che pensi del calcio?"
Altro esempio errato: "Di Topolino ne parlerò dopo."
Corretto sarebbe: "Di Topolino parlerò dopo."
3) Grammaticalmente scorrettissimo, a livello anacoluto, è il pleonasmo del complemento oggetto enfaticamente anticipato ad inizio frase e ripetuto dal pronome vicino al verbo; ma ormai lo usano tutti, tanto che pure a Manzoni qualche volta è sfuggito (a volte, si potrebbe impiegare un passivo, no?).
Esempio: "Topolino l'ho già letto ieri" potrebbe diventare "Ho già letto ieri Topolino"
Altro esempio: "La regola la grammatica la spiega così" può diventare "La regola è spiegata dalla grammatica così."
Ripeto: piccolaggini, ma che magari aiutano a capirsi un po' meglio senza essere ridondanti o pleonastici.
Soprattutto mi riferisco al primo esempio: così capiamo a chi dobbiamo dare una cosa, se in ballo ci sono un maschietto e una femminuccia*!
*Esempio di vita vissuta avvocatesca: con riferimento a un maschio e una femmina, il cliente seguitava a usare il pronome "gli", e io pensavo che stesse parlando dell'uomo; invece intendeva la donna, e si è quasi offeso perché avevo frainteso.