Perché, una storia che ha una bella trama non può avere anche caratteri particolari dei personaggi? Non vedo il nesso.
Certo che può averli. Ma semplicemente lo decide un autore specifico nello specifico caso che caratteri particolari devono avere (in questo caso) QQQ. E non che questo progetto sia denominato "progetto definitivo" per la caratterizzazione dei nipotini.
Ok, alcuni autori scrivono o hanno scritto storie in cui i nipotini non sono caratterizzati, e quindi? Certo che possono esserci, non vedo il problema che si avrebbe con le storie in cui sono caratterizzati.
Non hai letto bene ciò che ho scritto, perché io non ho mai detto che si verrebbe a creare un problema con le storie in cui i nipotini sono caratterizzati. Anzi, ho detto che secondo me, tutta questa cosa dei progetti non funziona, perché se si vuole dare delle caratteristiche aggiuntive ai nipotini (e ci sta farlo) sarebbe l'ideale che decida ogni autore come gestire la propria storia di QQQ, senza alcuna limitazione. Poi ci può essere anche l'autore che scrive una storia dei nipotini in cui il carattere non è funzionale alla vicenda, ma questo è un altro discorso...
Ecco già qui un tono di sentenza: "è giusto, come è sempre stato". Questi sono gusti tuoi. Non è scritto da nessuna parte che sia "giusto". Allora Paperinik non è un supereroe secondo Martina che lo ha creato, quindi PK è una montagna di sciocchezze, no?
Ma perché mi devi far passare per la bocca cose che non ho mai detto? Qui voglio definire tre cose.
1) PK non ha nulla a che vedere con Paperinik secondo me (nel senso che sono due identità ben distinte). Inoltre di Paperinik ce ne sono ben due. Più nello specifico Paperino ha 5 identità: Paperino, Qu-Qu-7, Doubleduck, PK, Paperinik. E quest'ultimo sono in realtà ben due "sotto-identità" diverse: Paperinik Vendicatore (quello di Martina e ora di Gervasio) e Paperinik Supereroe (quello semplice da città). Poi PK, che è proprio un'altra identità, è un supereroe intergalattico, fantascientifico. Sono più dettagliato in un topic creato da me poco tempo fa. Mi scuso, in questo caso, per l'off-topic, ma ci tengo molto a quest'argomento e non ci piace che ci sia confusione con le identità.
2) Per me PK NON è assolutamente una montagna di sciocchezze. Io vado matto per tutte le identità di Paperino. E su questo vorrei che nessuno avesse più dubbi.
3) Quando ho detto "è giusto", primo non va inteso come se io ritenessi che ho per forza ragione, secondo in quella frase ho detto una realtà oggettiva, qualcosa che sanno tutti. "È giusto, come è sempre stato, che in determinate storie le caratteristiche caratteriali non servano e in altre siano importanti". È proprio una realtà oggettiva, nel senso che da sempre vengono scritte storie di QQQ in entrambi i modi.
Invece secondo me non ti rendi conto dei toni che usi. Ad esempio, hai scritto "quasi un secolo di storia buttato via e disonorato in questo modo.": questo è un tono tragico, da melodramma oserei dire; non vedo perché i narratori di un secolo si dovrebbero rivoltare nella tomba solo perché si differenziano i nipotini.
Ma io mica lo scrivo per offendere gli autori che fanno parte di questo progetto. Io mi sono espresso in questo modo, "melodrammatico" come dici tu (è la prima volta che sento dire una cosa del genere riguardo ai miei discorsi... boh), per far capire al meglio la mia opinione, non per sembrare poco educato o chissà che cosa. Si tratta però sempre di un'opinione, intendiamoci.
Dove sta scritto che sono queste le caratteristiche naturali?
In tutto il quasi secolo di storie, in cui li vediamo con dei caratteri semplici e che, legatissimi, vogliono tanto bene anche allo Zio Paperino e allo Zio Paperone.
Chi lo ha deciso?
Tutti gli autori di questo quasi secolo (che mi sembrano un tantino di più delle persone della redazione di oggi, e anche lì probabilmente mica tutti sono d'accordo con questa esagerata differenziazione dei nipotini), persino Al Taliaferro che hai nominato più volte. Nelle sue strisce si nota come facciano tutto insieme, mai da soli, perché sono legati. E, è vero, che fanno i dispetti a Paperino, ma lo fanno perché sono dei bambini giocherelloni (e alla fine gli vogliono bene), non degli adolescenti che vedono lo Zio come l'autorità da non rispettare. Anche qui vorrei dire una cosa: è ovvio che questa cosa dell'autorità non viene marcata molto e che non si fumano i sigari. Ma questo perché? Perché su Topolino sarebbe inconcepibile vedere certe cose. Ma se noi paragonassimo questi "nuovi" nipotini adolescenti a degli adolescenti nella realtà, queste cose le farebbero. Anzi, nonostante siamo su Topolino, la mia paura è che un minimo di questo rifiuto dell'autorità potrebbe arrivare prima o poi, se si continua questo progetto per filo e per segno. E questa è un'altra verità oggettiva, non si può dire il contrario: il rifiuto dell'autorità è sbagliato. Le autorità, i genitori, la polizia, sono essenziali!
Ma nel caso dei nipotini invece non si tratta di regole prestabilite, e questo proprio perché di solito sono personaggi non caratterizzati, quindi come un foglio bianco ancora da scrivere
Infatti. Sono poche le storie in cui vengono caratterizzati di più: è anche questa una realtà oggettiva. E va bene a questo punto scrivere più storie con la caratterizzazione dei nipotini. Ma almeno, per me, l'ideale sarebbe lasciarli uniti, che vedono l'autorità come un eroe e che, soprattutto sia il determinato autore, di volta in volta, a decidere come caratterizzarli, senza il bisogno di seguire una continuity e senza che per forza il carattere di uno dev'essere sempre quello. Poi ci sta anche che ci siano anche storie in cui i caratteri non sono necessari alla trama della storia, come ho detto prima.
lo dimostra il fatto che sono cambiati moltissimo di carattere in base all'autore, da Taliaferro, a Barks, a Martina, a Scarpa, a Pezzin, a Don Rosa.
Appunto. Se devono cambiare di tanto in tanto, mi piacerebbe che lo facciano ancora in base all'autore e non che bisogni seguire alla lettera la continuity di questo pesante e limitativo progetto incominciato nel 2019.
Non ti piace tutto ciò? Amen, non leggere queste storie, ma non venire a dire ciò che è giusto o è sbagliato, a meno che tu non introduca il discorso con un colossale "secondo la mia modestissima opinione".
Invece mi piace eccome, se fatto bene, cioè ad esempio senza queste limitazioni, come ad esempio il fatto a Qui e Quo piaccia il calcio e a Qua piaccia la musica. Per me non bisogna seguire un progetto, ma ogni autore deve decidere per conto suo se in quella sua storia convenga che sia che a Qua piaccia il calcio. E neanche per forza. Un autore può anche decidere che siano altre le passioni dei nipotini, e magari condivise da tutti e 3. E questo mi aggraderebbe di più, perché così li posso comunque vedere fratelli legati. E si troverebbe meglio anche il lettore saltuario, che non deve stare a seguire una continuity senza senso.
Poi ripeto: quando dico "è giusto" o "è sbagliato" mi riferisco a realtà oggettive se leggi meglio. Invece quando parlo di soggettività la maggior parte delle volte metto un "per me" o un "secondo me" per identificare che si tratta di un'opinione. Per quanto riguarda le volte in cui ho scritto opinioni e non l'ho messo, mi scuso: si tratta di semplici pensieri. Se neanche più vengono rispettate le mie opinioni personali, per me va bene: non c'è nulla di cui arrabbiarsi. Però almeno ditemelo esplicitamente (invece di fare giri di parole su rigiri) così la prossima volta evito proprio di esprimermi.