A Seppi resteranno tanti rimpianti per questo match con Kyrgios, ma, secondo me Andreas, pur non ripetendo la prova super del match con Federer, ha giocato abbastanza bene. È vero che il match si è tenuto in un clima da trasferta di Davis, ma d’altronde in Italia non sarebbe andata diversamente, anzi (ricordiamo l’incredibile vittoria dello stesso Seppi su Wawrinka nel 2012 sul Pietrangeli a Roma, con sei matchpoint annullati allo svizzero nel tripudio generale!). Il pubblico può avere una parte rilevante in certe “imprese”: probabilmente, su campo neutro oggi avrebbe vinto l’azzurro, che, però, tre anni fa difficilmente si sarebbe imposto in quella sfida con Wawrinka.
Ovviamente, dal punto di vista tecnico, Kyrgios è distante da Federer, ma chi gli è vicino? Il paragone è improponibile pressoché per chiunque! L’australiano – che, ricordiamolo, ha solo diciannove anni - è alto e robusto, serve bene e tira “mazzate”, spesso al momento giusto. Quando è in giornata può diventare quasi ingiocabile, se ne è accorto Nadal a Wimbledon l’anno scorso. Insomma, è il prototipo del tennista moderno, un sicuro top player negli anni a venire. Perderci è tutt’altro che un disonore, certo farlo dopo essere stato avanti di due set e aver avuto un matchpoint dispiace. Ma a Seppi vanno comunque rinnovati i complimenti, anche perché nel quinto set era sotto 1-4 e, invece di crollare come sarebbe accaduto a tanti, ha provato con orgoglio la rimonta (e quasi gli riusciva...).