Recensione Almanacco Topolino n. 7 Ci si aspettava un secondo anno di
Almanacco Topolino perlomeno al livello del primo, ma la mancanza dei
Diari di Paperone, serie conclusasi sul volume 6, appare destinata fin da subito a dare un diverso peso all’intera testata.
Nonostante l’assenza si faccia sentire, le proposte inedite non mancano, e riservano delle buone sorprese. La bellissima copertina di Emanuele Baccinelli, con i caldi colori di Mario Perrotta, contorna questa selezione tutto sommato discreta.
Cominciamo dalla prima delle due storie italiane presenti nell’indice,
Topolino e gli incontri falsificati (dal solito tipo) (di
Pezzin e Cavazzano). Il titolo, si fa poca fatica a capirlo, riprende il celeberrimo
Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg, classico della fantascienza degli anni Settanta, e difatti gioca molto sulle segnalazioni di Oggetti Volanti Non identificati e sulle leggende metropolitane, con verità iperboliche che si celano dietro strati di incredulità.
Bella storia, in linea con la produzione classica dell’autore veneziano, aiutato anche dai disegni formidabili di Cavazzano (che compare anche in un cameo nella tavola iniziale).
La selezione delle inedite straniere si apre con la consueta
one page story dedicata alle tre nipotine di Paperina. Dal punto di vista della continuità narrativa,
Ely, Emy e Evy e la nuova acconciatura (testi e disegni di
Mau Heymans) sarebbe in realtà da collocare prima delle altre storie proposte sugli scorsi numeri di
Almanacco Topolino: la particolarità grafica delle loro acconciature è, infatti, già presente e consolidata nelle brevi avventure precedenti.
Avvistamenti UFO e isteria collettiva I disegni sono molto buoni, il tratto rimane fermo e chiaro, mentre la storia (pur molto godibile e divertente) si basa su un misunderstanding dell’etichetta della bomboletta spray non pienamente comprensibile a chi non sia appassionato di pittura o di falegnameria (
lak spray è anche il fissante per le vernici applicate a superfici legnose).
Seppur non presente con i suoi Diari,
Kari Korhonen appare su questo volume con una storia nella quale i personaggi classici Disney si confrontano con la contemporaneità.
Zio Paperone e… qualche dritta sull’avarizia mette a confronto
la nota avarizia di Paperone in un contesto contemporaneo e il suo senso degli affari con le reali difficoltà che si possono incontrare nel mondo del business moderno, dove non conta la ricchezza, quanto la visibilità e la reputazione.
Ok boomer (?)
La sua inveterata taccagneria (che trova fondamento nelle storie classiche di scuola italiana quanto in quelle del suo creatore, Carl Barks) e l’intuizione di proporre consigli finanziari sul web, porteranno a Paperone non pochi grattacapi.
Storia molto godibile e briosa, nella quale il protagonista rimane preda della propria stessa gabbia di stereotipi.
Paperino eroe pasquale (testi di
Sune Troelstrup, disegni di
César Ferioli Pelaez) prova, invece, a riprendere uno schema ultra-collaudato, con Paperino che esaspera la propria creatività e la propria inventiva con risultati inattesi ed esilaranti. Storia che pare tronca nella sua parte centrale, benché renda bene
l’idea dell’eccesso “alla Barks”, e che pone il
deus ex machina (letteralmente) dell’inventiva paperiniana in maniera randomica, ma con un buon risultato finale. Anche
i disegni del sorprendente Ferioli rievocano quelli del cartoonist statunitense, con l’aggiunta di elementi più attuali e caratteristici.
Panchito e il ponte a pedaggio è una breve di
Daan Jippes autore unico che risente molto dell’influenza dell’animazione anni Trenta, soprattutto i lavori di Segar e Fleischer con il personaggio di
Popeye:
disegni estremamente vitali, con un dinamismo delle scene aumentato a dismisura dall’iperbole caratteriale dei personaggi, ma interamente incentrata sulle sequenze di rotolamento del masso e sulla fuga di Panchito e di Señor Martinez, con una conclusione piuttosto affrettata e poco soddisfacente.
L’attimo in cui il dinamismo di Panchito si scatena
Si arriva, quindi, alla “vera” inedita dell’albo,
Topolino e il caso dei cloni, disegnata da
Paul Murry e apparsa
per la prima volta su Hall of Fame 6 del 2005. Le vicende editoriali di questa storia sono spiegate dal compianto
Luca Boschi nell’editoriale dedicato alle inedite del volume.
Benché la storia possa sembrare interessante, c’è da dire che effettivamente si tratta di (parafrasando lo stesso Boschi)
una non memorabile caccia al malintenzionato che ha una buona costruzione fino alla parte centrale, ma che poi (forse anche per il suo essere breve e destinata a un target in prima età scolare) vede una progressiva interruzione proprio nel suo
climax, per crollare drasticamente nel finale. I disegni di Murry, proprio perché rimasti inediti per circa quarant’anni, godono di
una parziale “rinfrescata” grazie alle moderne tecniche di digitalizzazione e pubblicazione.
Paperino – Un pasticcio da favola (testi di
David Gerstein, disegni di
Daniel Branca) propone
una vicenda confusa, ma bizzarra e soprattutto divertente, nella quale i disegni estremamente dinamici paiono portare le tavole verso una dimensione quasi animata. L’effetto
slapstick (soprattutto nella parte centrale e finale della storia) è ulteriormente accentuato dall’ambiguità delle situazioni in cui i Bassotti finiscono.
Chiude la selezione proposta la seconda storia “italiana”, proveniente direttamente da un fumetto dedicato all’apertura di
Eurodisney di cui, proprio quest’anno, si celebrano i
trent’anni di attività.
Avventura a Eurodisney, appunto (testi di
Jacques Lelièvre e disegni di
Romano Scarpa) pubblicata nell’aprile 1992, risulta purtroppo essere
poco più di una classica storia promozionale, con i difetti tipici di questo tipo di produzioni.
Un Paperone eternamente imbronciato
Paperone e Paperino appaiono gestiti in maniera superficiale, al confine con l’autoparodia: il primo costantemente imbronciato, aggressivo e piangente, molto meno intraprendente rispetto alla tradizionale raffigurazione; il secondo mero “oggetto del contendere” delle due fazioni di furfanti; convince ugualmente poco
la presenza dei Bassotti nella versione presente nella prima serie di DuckTales, le cui interazioni risultano eccessive e teatrali.
La storia si esaurisce sostanzialmente nel
mostrare alcune delle attrazioni del parco. Fra i pochi elementi positivi rileviamo la presenza di Amelia, elegante e dotata di un carattere molto forte, e i disegni di Scarpa, che conferiscono un alone di eleganza a una sceneggiatura poco ispirata.
Nonostante qualche ammaccatura presente qui e là, anche questo albo riesce infine a portare a casa la sufficienza. La buona selezione di storie inedite fornisce, come sempre,
ottimi spunti di lettura, e anche laddove le storie risultino carenti nella propria riuscita finale (è il caso di
Avventura a Eurodisney, ad esempio) si possono notare e apprezzare i frutti del lavoro di selezione di Luca Boschi: affiancare, a storie note e apprezzate, inedite e sconosciute da riscoprire, fa di questo volume
un ottimo esempio di antologia sapientemente combinata.
Voto del recensore:
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