A parte la copertina particolarmente orrenda, direi che questo è davvero un ottimo numero!
A me la copertina del numero piace: lo sfondo bianco da cui risaltano le figure dei personaggi mi risulta gradevole da vedere e le scritte che li accompagnano non mi danno per niente fastidio.
Più la guardo e più mi sta simpatica questa illustrazione!
Graziosa la commedia "Paperugantino", ma certo non mi ha fatto impazzire. Notate anche voi uno strano cambiamento nel tratto stilistico di Gervasio?
No, dal punto di vista grafico non ho riscontrato cambiamenti di stile nel tratto del disegnatore romano.
E riguardo alla sua storia di "PapeRugantino" posso dire che l'ho molto apprezzata.
Questa commedia in due atti si è fatta leggere con brio e scorrevolezza e mi è piaciuto l'inserimento tutt'altro che rarefatto del dialetto romanesco nelle battute e nei dialoghi della maschera romana interpretata da Paperino, così come nelle espressioni degli altri "attori" protagonisti.
Da notare poi l'inserimento, nel cast degli interpreti della commedia, del personaggio di "Cipolla", il bulletto del quartiere dove abita Paperino nelle storie della quotidianità paperopolese e che qui viene utilizzato (credo per la prima volta) da un autore diverso dal suo creatore, Enrico Faccini.
Quanto a "Siamo Serie!", mi ha fatto piacere rivedere il personaggio di Umperio Bogarto tra i comprimari così come mi ha incuriosito l'idea di dedicare ogni capitolo dei quattro che andranno a comporre la saga nella sua interezza ad un diverso genere cinematografico (dal giallo al noir, dal thriller alla spy-story).
Questo primo episodio mi ha regalato sorrisi e buonumore nel leggerlo (in particolare mi ha fatto ridere lo scambio di battute tra Paperina e Paperoga sulle "indagini di mercato") ed ho apprezzato le varie citazioni e storpiature dei nomi di famose fiction televisive e di celebri scrittori.
Così come trovo che sia altrettanto simpatica e godibile la breve con protagonista Paperino.
Innanzitutto mi piace sempre vedere il papero in blusa impegnato a lavorare e dedicarsi a ciò con forza di volontà e determinazione.
Poi, la storia è stata graziosa nella sua semplicità ma ciò che ho più apprezzato è sicuramente la pagina finale.
Carlo Panaro ha saputo infondere del sentimento in questa chiosa che mi ha intenerito per il modo in cui è stato raccontato, facendomi terminare con un bel sorriso la lettura di questa breve vicenda urbana.