Papersera.net

Copertina di Andrea Freccero (disegno e chine) e Andrea Cagol (colori)
Copertina rovesciata di Claudio Sciarrone (disegno, chine, colori)
Storie:
Che aria tira a... Topolinia! di Silvia Ziche
Topolino giramondo: Orizzonti infiniti (primo e secondo tempo), supervisione di Giuseppe Zironi, soggetto e sceneggiatura di Francesco Vacca, matite e chine di Roberto Vian, colori di Chiara Bonacini (primo tempo) e di Manuel Giarolli (secondo tempo)
Blue Peaks Valley: Un falegname (episodio 2 di 5): soggetto, sceneggiatura e matite di Corrado Mastantuono, chine di Alessandro Zemolin, colori di Irene Fornari
Ciccio e l'interpretazione dei sogni: soggetto e sceneggiatura di Rudy Salvagnini, matite e chine di Paolo De Lorenzi, colori di Giulia Castoldi
Once upon a mouse... in the future: Costruttori Spaziali: soggetto di Francesco Artibani, sceneggiatura di Alessandro Sisti, matite, chine e colori di Claudio Sciarrone

Rubriche:
Editoriale: di Alex Bertani
Prima della copertina: di Andrea Freccero
Mondiali al via: di Francesca Agrati
Libri: ... Rigori tra le righe: di Francesca Agrati e Gabriella Valera
Agenda della settimana: a cura di Francesca Agrati
Nelle puntate precedenti... in nome della verità!: di Marco Nucci
Che risate!: a cura di Gabriella Valera
Speciale giochi: a cura di Amarenachicstudio
L'angolo dei lettori: a cura di Barbara Garufi
Scopriamolo insieme: a cura di Gabriella Valera e di National Geographic kids
Tra 7 giorni...: a cura della Redazione
Topoanniversari: di Francesca Agrati
Dietro le quinte: di Barbara Garufi (intervista agli autori della storia celebrativa)

Mi scuso con gli autori, coi moderatori, col Sommo Venerabile Fondatore, col direttore Bertani e con quant'altri interessati, ma mi sia consentito uno sfogo.

Ne ho veramente piene le tasche di storie che trattano solo di buoni sentimenti, dove non succede in fondo un nulla di nulla, prive di un cattivo e spacciate per grande avventura!

Ripeto: non voglio offendere nessuno. Però "Topolino giramondo: Orizzonti infiniti" è uno splendido esercizio grafico di Vian e nient'altro. Alla fine, la storia cosa ci ha insegnato? Che alle popolazioni nomadi dell'Asia piacciono le playlist online? E con cosa ci ha intrattenuto? Con un'avventura mozzafiato, dove Topolino usa il suo acume per aiutare della gente che ha bisogno di lui di fronte ad un antagonista furbo e sottile, e degno davvero di questo nome? No: in un'avventura dove si parla di popolazioni che per sopravvivere letteralmente occupano territori, non c'è un vero conflitto, non c'è un vero cattivo, non c'è un antagonista degno realmente di questo nome. Che noia. Che barba. Non so il Filippino, ma Voltes V Legacy almeno dà spessore ad un cattivo degno di questo nome come Zambazir, e pensate che trattasi di una roba appunto filippina remake di un cartone animato giapponese del 1977. Succedono cose, non ci sono solo gli effetti speciali. Qui invece abbiamo gli effetti speciali. Ma in concreto la storia è il nulla, purtroppo.

Anche la storia sul passato di Paperone è basata sui buoni sentimenti. Ma cribbio, ha degli antagonisti credibili e cattivi, che danno spessore pure ai buoni! Questa sì è una storia che merita: non solo succedono cose mentre ci vien data una giusta lezione di vita, ma altresì non ci si annoia e gli effetti speciali non mancano, pur durando la metà, o fors'anche meno, della precedente! Applausi.

La breve strappa un sorriso, mentre, per quel che concerne la celebrativa... beh, God Sciarrone è sempre un fenomeno per gli occhi anche se non si apprezza molto il look vintage degli occhi dei personaggi (preferisco di gran lunga lo stile moderno), però la trama mi fa porre una domanda: bisogna ridere? Bisogna proprio? E questo ciclo, sinora praticamente inutile se non per qualche spunto nella storia del treno, avrebbe ricevuto un ragguardevole riconoscimento (nel senso di "premio da una giuria di esperti")? Davvero? Allora voglio l'oscar multiplo in tutte le categorie per Voltes V Legacy, sennò sarebbe un'ingiustizia per il telefilm filippino (e anche se è un telefilm e non un film)! E mi piange il cuore a dirlo perché stavolta è sceso in campo pure Sisti a dar man forte ad Artibani, eh...

Insomma, questo è un numero che sarebbe noioso e totalmente inutile se non ci fossero:

1) un comparto grafico di primissimo ordine;
2) un grandissimo Mastantuono.

Mah e rimah...

Anch'io lo.compro.solo.per la presenza del.grande Mastantuono

Capisco la reazione di Photomas ma c'è da dire che la serie di Topolino Giramondo è più o meno sempre stata così: sono dei documentari che possono essere interessanti ma dove succede poco o nulla. Grandi spazi, belle vedute, caratteristiche di alcuni popoli, trafiletti ricchi di spiegazioni... e un minimo di sceneggiatura tanto per. Infatti quando ho letto che la serie sarebbe tornata, non è che ho fatto salti di gioia. Sono dei documentari che Topolino fa (non mi ricordo se per il Daily News o altri giornali) nei quali 'qualcosina' gli deve comunque capitare ma proprio il minimo sindacale per giustificare la loro pubblicazione.

Nel nuovo episodio di Blue Peaks Valley ho trovato molto matura la descrizione della "discesa agli inferi" di Pet, e in particolare mi ha molto colpito l'ultima vignetta di pagina 82.

Molto bene che la rubrica sportiva sia stata affidata a Francesca Agrati e non a Licari, spero che non sia una 'quota rosa' perché si parla di calcio femminile, ma che abbiano davvero 'messo fuori gioco' Licari.
Tuttavia è scappato un copia-incolla fatto male, perché sotto Stati Uniti andava scritto 'campionesse in carica' e non padrone di casa...

Interessante questa Blue Peaks Valley sebbene l'idea di una origine del Papersera ambientata in Klondike mi fa storcere il naso, abituato a sapere che il coinvolgimento di Paperone nell'editoria è arrivato in tarda età e a Paperopoli. Inoltre questo periodo 'paperseriano' arriva durante la Corsa all'Oro o dopo? Dopo essersi arricchito nel suo primo periodo canadese (grazie anche alla famosa pepita gigante), lo zione era rimasto in Klondike per aprire una ferramenta e, immagino (come si vede in questa serie), un giornale, sebbene successivamente (ma sempre nel triennio che precede il suo spostamento nel Calisota dove, a questo punto, si sarà portato dietro anche il quotidiano, aprendo la nuova sede cittadina).

A parte queste questioni, l'episodio odierno descrive bene i tormenti di un giovane arrampicatore sociale, diviso fra la voglia di arricchirsi e un compromesso con la malavita sempre più difficile da sostenere. Soprattutto quando il padre che aveva lasciato nella sua non proficua falegnameria è, suo malgrado, coinvolto negli strani giri del figlio. Paperone racconta per i lettori questa storia valligiana che ha vissuto in prima persona. Per quanto nemici ed avversari continuino a girargli intorno, lo zione si presenta con un sorriso perenne stampato in faccia per tutte le occasioni, un po' come quello del nipote nelle copertine del suo mensile.

Non dico che un giovane papero di belle speranze non debba essere così, ma fino a pochissimo tempo prima era più che altro il broncio a caratterizzarlo, dovuto anche alla fatica e al sacrifico spesi nella Valle dell'Agonia Bianca, mentre adesso, dopo la ferramenta e con il giornale, la fase più 'dura' (durata quasi un ventennio) dovrebbe essere passata. Nonostante ciò cercherei di variegare le espressioni di Paperone, caratterizzato da questi eterni sorrisi ad occhioni aperti: mi sono rassegnato a vederli nelle cover di 'Paperino' ma non credo siano sempre conciliabili con le situazioni e le atmosfere di Blue Peaks Valley.

Che dire degli Orizzonti infiniti di Topolino Giramondo? Che sono molto 'realistici', nel senso che potrebbero capitare nella vita reale di (quasi) tutti  noi (più o meno) E noi racconteremmo con fervore di aver conosciuto dei nomadi mongoli, di aver vissuto con loro, di aver addestrato al volo un'aquila 'recalcitrante', di esserci spostati di vallata in vallata perché quella prefissata era stata occupata... Sarebbe un racconto 'con i fiocchi' che attirerebbe l'attenzione dei nostri interlocutori.

Ma se tutto questo racconto 'realistico' lo trasporti nel fumetto (o in un film) ecco che l'interesse dei precedenti 'uditori' diventa il disinteresse o la noia dei cine-tele spettatori se non dei lettori. Per un film, come per un fumetto, ci vuole quel 'qualcosa in più' che in genere differenzia i due mass media dalla vita reale. Certo, a volte diciamo che la nostra vita è come un film (se non meglio) e può capitare di vedere film noiosi. Nel primo caso si tende ad esagerare e a 'truccare' alcune nostre esperienze di vita mentre un film può essere noioso per alcuni ma non per altri.

In questo caso ho letto un fumetto noioso (magari per altri lettori no) ma credo che l'intento degli autori, in un certo senso, fosse proprio questo: realizzare dei documentari (o meglio, far realizzare dei servizi giornalistici a Topolino) in cui è la Natura a predominare, con i suoi ritmi (a volte lenti) che si sposano a racconti più che altro 'didascalici' su usi e costumi di popoli lontani. Già in altri plot abbiamo notato una certa 'lentezza' delle trame (da Macchia Nera a Mister Vertigo) che però avevano come scopo quello di 'allungare il brodo' per un prosieguo e un finale dove il 'pathos' sarebbe dovuto salire.

In Topolino Giramondo questo non accade, non solo perché le storie sono fini a se stesse e non a puntate (mi sembra) ma perché lo scopo primario è quello di una lettura che interessi in modo tranquillo, senza che debba accadere chissà cosa: bastano le location, gli autoctoni e un minimo di filo narrativo. In questi casi il disegno è fondamentale e infatti sia Zironi che Vian hanno prodotto delle tavole notevoli in tal senso. Questa serie è quasi più da guardare che da leggere, se vogliamo. Topolino gira il mondo come accadrebbe nella realtà e non in una fiction, in un film o in un fumetto dove deve sempre accadere qualcosa che incolli il lettore-telespettatore.

Sarò prevenuto ma ho trovato la storia di topolino giramondo tanto bella graficamente quanto noiosa. Raramente mi son trovato davanti a un assenza pressochè totale di eventi degni di nota in una 'main story'. Capisco che vogliano essere il tipo di storie incentrate sul contrasto topolino-minacciaditurno ma così si esagera.

Alla fine ho avuto l illuminazione: non è una storia..è un portfolio di Vian

CAPOLAVORO.
Scusatemi, potrà sembrare provocatorio ma è ciò che mi è venuto in mente conclusa la lettura della nuova storia di Topolino Giramondo.
Tralasciando gli spettacolari disegni di Vian, che di solito non gradisco ma che qui si è superato, ho trovato una storia profondissima e molto matura. Mi è sembrato di star leggendo un vero reportage o di guardare un vlog, perché nella vita reale i Macchia Nera o Gambadilegno non esistono, le situazioni sono molto più complicate di così, e trovo che quest'avventura lo abbia rappresentato al meglio.
Ho trovato estremamente realistico e straordinariamente azzeccato il personaggio del padre, con la vecchiaia che avanza alla quale non vuole piegarsi; ho adorato anche il figlio, in un rapporto (nel mio caso più simile a quello con i miei nonni) in cui mi sono rispecchiato completamente e che ho trovato di una verosimiglianza impressionante.
E poi che meraviglia il messaggio finale, con un'ultima tavola di una bellezza e impatto fantastici.

Sapete che non faccio fatica a essere estremamente severo, ma questa storia mi ha lasciato tantissimo e penso si beccherà un mio voto al Premio Gerbaldo.
Clap clap.

EDIT: Ho recuperato la seconda puntata di Blue Peaks Valley... Anch'essa strepitosa. Una storia di MAFIA così, come non se ne vedevano da Topolino Giornalista sul Topolino. Scherziamo? Ho addirittura trovato quest'avventura quasi poetica.
Considerando poi il fatto che la breve di Salvagnini strappa comunque una risata e la storia "futuristica" oltre ad essere molto carina come trama ha dei disegni divini, questo numero si candida ad essere uno dei migliori dell'Era Bertani.

Ciao!

Il Grande Tiranno

Scusate se dico la mia, ma credo sia giusto dire una cosa su Orizzonti Infiniti. Il fumetto, come strumento comunicativo, è un mezzo per comunicare, ma non dev'essere solo un veicolo per storie "classiche" con inizio, evoluzione, spannung e risoluzione. Può anche essere un modo per raccontare un emozione. Succede poco , non ci sono antagonisti e sembra solo un resoconto verosimile ma non reale? Sta benissimo. È diverso, e va accettato, soprattutto in un giornale che ha sempre subito tanti mutamenti grafici e contenutistici. Ogni tanto ci sta una deviazione rispetto al "classico". E per ogni tanto intendo ogni quanto Alex Bertani e la redazione lo riterranno opportuno. Può non piacere, ma le sperimentazioni sono per forza di cose polarizzanti. Seguite la corrente e fatevi trasportare. Le scialuppe di emergenza (alias, non comprare più il topo) sono disponibili per tutti e non stiamo navigando nell'Atlantico di notte!

Capisco la reazione di Photomas ma c'è da dire che la serie di Topolino Giramondo è più o meno sempre stata così: sono dei documentari che possono essere interessanti ma dove succede poco o nulla. Grandi spazi, belle vedute, caratteristiche di alcuni popoli, trafiletti ricchi di spiegazioni... e un minimo di sceneggiatura tanto per. Infatti quando ho letto che la serie sarebbe tornata, non è che ho fatto salti di gioia. Sono dei documentari che Topolino fa (non mi ricordo se per il Daily News o altri giornali) nei quali 'qualcosina' gli deve comunque capitare ma proprio il minimo sindacale per giustificare la loro pubblicazione.

Concordo, tuttavia a mio avviso quando sono sceneggiate e disegnate da Zironi sono più interessanti. Questo perché viene sviluppato meglio l'intreccio e c'è una caratterizzazione migliore dei luoghi e dei personaggi che di volta in volta accompagnano Topolino.
P.S.Chiaramente questo è un mio personalissimo punto di vista, pienamente opinabile.

'intreccio' 
'profondità' 

ce ne è di più nel catalogo ikea

Ovviamente solo la mia opinione personale.
Risulterò impopolare, ma in "Topolino giramondo", a parte la storia noiosa, a me soprattutto non sono piaciuti affatto i disegni.
Volti privi di ogni minima espressione, molto spesso anche solo abbozzati.
Sfondi inesistenti: solo grandi sfumature di colore senza il minimo dettaglio.

Mi è sembrato di star leggendo un vero reportage o di guardare un vlog, perché nella vita reale i Macchia Nera o Gambadilegno non esistono, le situazioni sono molto più complicate di così, e trovo che quest'avventura lo abbia rappresentato al meglio.

Io penso che l'inserimento (forzato) di un "cattivo" avrebbe banalizzato e rovinato una storia come questa, quindi va bene così!

Ah, e i disegni mi sono piaciuti un sacco!