Episodio 61 (24 Dicembre 1987)
C'ERA UNA VOLTA... LA NUMERO UNO (Once Upon a Dime)
Ben prima che il famoso cartoonist Don Rosa scrivesse e disegnasse la celebre e osannata
Saga di Paperon de' Paperoni, che vanta 12 capitoli e diverse appendici extra, tutta la vita del ricco papero era stata raccontata assai più modestamente proprio all'interno di questa serie animata.
E' il caso di “Once Upon a Dime”, vera e propria mini biografia di Zio Paperone, narrata con il pretesto delle origini della Numero Uno, la moneta-simbolo di Scrooge che gli servì da ispirazione per costruire il suo impero.
E' proprio da questo episodio che il sopracitato Rosa prende spunto dalla sequenza del giovane Paperone lustrascarpe, per inserirla a modo suo nella sua opera.
Tutto inizia quando Paperone decide di raccontare ai suoi nipotini, durante la lucidatura annuale della Numero Uno, la storia della medesima monetina.
Per la prima volta assistiamo a delle vere e proprie chicche, come i genitori di Paperone (decisamente diversi da quelli che poi Rosa avrebbe sviluppato), per la prima volta visti in animazione, o sequenze adattate dalla storia di Barks
“Zio Paperone e la regina del cotone”.
Scopriamo che lo Zione lasciò la Scozia per cercare fortuna in America, incontra per la prima volta i Bassotti (ovviamente di una generazione precedente, a parte Ma' Bass), racimola i suoi fantastiliardi nel Klondike, in Africa e in giro per il mondo: una versione assolutamente plausibile del personaggio, che conserva splendidamente i suoi “paletti” di base, rimanendo intatti ed illesi nonostante le diverse interpretazioni che gli autori ci hanno dato nel corso degli anni.
Ed è proprio questo, probabilmente, il miglior modo di usare i personaggi Disney: evitare snaturamenti, tenere presente dei piccoli dati basilari per poi sbizzarrire la propria fantasia senza problemi di contrasti con diverse versioni.
Non stupisce che questo episodio sia tra i più amati dagli appassionati.
Molto, molto bella anche la riflessione finale, con Zio Paperone che ammette di essere diventato ricco solo grazie alla sua famiglia, pensiero che Don Rosa avrebbe tramutato in una delle caratteristiche principali del suo malinconico e romantico Paperone.
Episodio 62 (25 Dicembre 1987)
A ME GLI OCCHI, SPIA! (Spies in Their Eyes)
Nel 1984, l'allora amministratore delegato della
Walt Disney Company Michael Eisner e Frank Wells crearono una regola interna all'azienda, chiamata “Legge dei 65 episodi”, secondo la quale ogni serie televisiva della Disney avrebbe dovuto interrompersi al termine del sessantacinquesimo episodio, per incentrarsi su nuovi prodotti ed evitare prolungamenti sulle serie già create.
Prima che il successo di
DuckTales fece produrre 35 episodi aggiuntivi, dando modo alla “legge” di infrangersi, anche questa serie fu fermata all'episodio 65. I realizzatori dello show, vicini alla fine di questo glorioso cartoon, pensarono bene di riportare in scena l'amato Paperino, dapprima con diverse citazioni negli scorsi episodi, poi con due storie interamente incentrate su di lui (compreso un cameo nel “corale”
season finale).
Questo episodio presenta forse, dopo “Sphinx for the Memories”, il miglior utilizzo del classico cast dei paperi, e la miglior interazione tra Paperino e Paperone mai vista in animazione.
E' un episodio molto classico dalla trama per nulla scontata, che, salvo la parentesi marinaresca di Paperino, potrebbe davvero mescolarsi al canonico universo standard dei personaggi.
Innanzitutto la storia, ambientata a Singapore, riprende il tema dello spionaggio, già splendidamente usato nel fantastico “Double-O-Duck”, stavolta con Paperino negli inconsapevoli panni di una spia ipnotizzata per carpire degli importanti segreti della Marina Americana.
Il povero papero viene infatti arrestato per alto tradimento, ma ci pensano Zio Paperone e nipoti a salvargli le penne.
Veramente un episodio intelligente e ben fatto, soprattutto il “climax” finale, con Paperino nel sottomarino del nemico e Zio Paperone che pilota un motoscafo, inseguito da alcuni missili subacquei.
Ottimo.
Episodio 63 (30 Dicembre 1987)
MACCHIA NERA E L'AEREO INVISIBILE (All Ducks on Deck)
Continua la parentesi “paperiniana”, stavolta con un secondo episodio dedicato alla vita marinaresca del papero pasticcione, dalle dinamiche che ricordano non poco quelle dei corti classici in cui Paperino si arruolava nell'Esercito.
Infatti è divertente vederlo pelare le patate o combinare fior di danni al povero Ammiraglio Grimitz, esattamente come succedeva oltre un quarantennio prima con il Sergente Gambadilegno.
Ma la curiosità più importante dell'episodio non è certo questa, bensì il debutto in animazione del personaggio di Macchia Nera, quel
Phantom Blot che esordì (senza la parola “Phantom” che gli venne in seguito attribuita) sulle strisce di
Mickey Mouse per i quotidiani, ad opera di Floyd Gottfredson, nella splendida storia
“Topolino e il mistero di Macchia Nera”.
Peccato che il Macchia subdolo e inquietante di quell'esordio venne in seguito totalmente appiattito e snaturato dai comic book americani, che usarono il fascinoso personaggio in ruoli buffoneschi, privandolo, graficamente e caratterialmente, della sua aurea di criminale oscuro.
Non c'è da sorprendersi, dunque, se il Macchia Nera visto in questo episodio sia assai più vicino all'immagine fornitaci dai comic book, medium che i realizzatori di
DuckTales saccheggiarono a piene mani per scovare l'ispirazione necessaria alle storie: se naturalmente funzionò con i capolavori barksiani, non si può certo dire la stessa cosa dell'universo di Topolino (che faceva furori sui quotidiani), che spesso e volentieri vedeva i suoi comprimari caratterizzati in ruoli dimenticabili e privi di mordente.
Questo Macchia Nera non è poi usato così male, ed il suo piano criminale è ingegnoso, ma dispiace un po' notare il suo aspetto poco inquietante (con bocca visibile) e la perdita della sua vena più deliziosamente noir e aristocratica.
Ma fa sempre piacere vedere nello stesso episodio Zio Paperone, Paperino e Macchia Nera, soprattutto quando per l'ennesima volta è stato dimostrato che il caro vecchio Donald può essere utilizzato in storie dal respiro più ampio del semplice contenitore di gag.
Episodio 64 (31 Dicembre 1987)
PAPER HORROR PICTURE SHOW (Ducky Horror Picture Show)
Il titolo è un evidente omaggio alla celeberrima commedia musicale
The Rocky Horror Picture Show, e l'episodio rivisita il genere horror con una bella sfilza di classici mostri entrati nell'immaginario popolare grazie a letteratura, cinema o semplicemente famose leggende.
Zio Paperone compra un vecchio rudere per trasformarlo in un Centro Congressi, non sapendo di dar modo a una banda di mostri di usarlo come propria sede per raduni: le bizzarre creature sono così selvagge che in una sola notte di follie distruggono completamente l'alloggio, finendo per occupare la casa di Paperone che Zio Paperone ha inconsciamente suggerito loro come albergo.
E' un episodio zeppo di buffe trovate, che presenta una pittoresca carrellata di mostri e creature di ogni tipo, dalla Mummia presa pari pari da “Sphinx for the Memories” a King Kong (qui chiamato Ping Pong, dando vita a una divertente gag che vede il gorilla gigante girovagare per la città con racchetta e pallina), che si accamperà in cima al Deposito di Paperone.
Il finale presenta una scenetta musicale, come a voler omaggiare il film che l'episodio cita fin dal titolo, con un insolito Paperone che chiude il balletto sotto gli occhi estasiati dei paperopolesi.
Episodio 65 (1 Gennaio 1988)
LE NOZZE DI ZIO PAPERONE (Till Nephews do Us Part)
Zio Paperone conosce un'affascinante donna d'affari di nome Milionaria Vanderbucks, e se ne innamora.
Con questo incipit gli autori hanno deciso di concludere (prima del rinnovo) questa gloriosa serie, che vede un imbambolato Paperone pronto a convolare a nozze, nonostante i meschini fini della donna.
I nipotini, infatti, scoprono che le intenzioni di Milionaria sono ben altre: mettere le mani sul patrimonio dell'ingenuo consorte e spedire i ragazzini al riformatorio!
L'episodio prevede inoltre una piccola caccia al tesoro in Malesia, come a voler ricordare il vero tema principale di
DuckTales e chiudere così un glorioso cerchio.
Ma non è tutto: per il finale di serie, gli sceneggiatori hanno deciso di fare le cose in grande, presentandoci buona parte dei comprimari apparsi lungo tutto lo show, nei panni degli invitati alla celebrazione del matrimonio (che avviene simpaticamente in una banca). E' una vera caccia alla citazione, dove fra i tanti possiamo notare anche Gastone o Pium Galore, la seducente spia vista in “Double-O-Duck”.
Compare anche Paperino nelle vesti del testimone dello sposo, che ovviamente non perde occasione per combinare uno dei suoi soliti pasticci.
E' curioso, inoltre, notare come Amelia e Cuordipietra Famedoro siano tra gli invitati, al contrario dei Bassotti a cui non è permesso partecipare.
Nel degenerante e comico finale, a rimettere le cose a posto è la tanto indimenticata Doretta Doremì (ovvero la scintillante Goldie), che arsa di gelosia farà rinsavire il ricco papero a colpi di fucile.
E' con un Paperone fuggente dagli spari (che pateticamente ricorda a Doretta di amare soltanto lei) che si conclude questo primo capitolo del miglior prodotto animato mai uscito dalla
Walt Disney Television.
To be continued...