Visto. Giudicando questo film credo non si possano non ammettere due cose: nelle scene ben fatte ed azzeccate è un film grandioso (vedasi la sequenza della lotta con gli "uomini verdi", alternata a scene di ricordi in cui sotterra i cadaveri di sua moglie e sua figlia, o nella scena finale dove capiamo il suo piano per tornare su Marte), mentre quando cade (troppo spesso) nel lento e noioso diventa piuttosto pesante ("dev'essere un insegnante" [cit.]).
Stanton, qui alla sua prima esperienza live-action, si riconferma un regista certamente valido, non sarà il migliore nella Pixar, ma riuscire a gestire un film come questo non era certo facile. Se in Pixar la storia è tutto e il traguardo è l'affetto del pubblico per il protagonista (Wall-E esempio perfetto), in questo tipo di film si viene spesso schiacciati dal bisogno di sequenze action e si rischia di precipitare facilmente nei soliti cliché. John Carter in questo senso non fa eccezione, ma la storia, nonostante momenti lenti o frettolosi, è nell'insieme ben narrata, direi meglio che in Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo, o in Prince of Persia, tanto per restare in tema Disney. Certo è un po' pesante che, di fatto, il film sembra iniziare almeno quattro volte (!), ma se non altro le varie scene si riallacciano verso l'ultima parte della storia, quindi si può anche chiudere un occhio.
Molto buono il lavoro degli attori, su tutti sicuramente spiccano Mark Strong (che se gli fanno fare un po' più film dove deve avere più di due espressioni ci fanno un gran piacere a tutti) e Williem Dafoe (Tars Tarkas) che, perfino in versione alienone verde con la MOCAP riesce a tirar fuori quelle sue espressioni che adoro. Bravo Taylor Kitsch (John Carter) anche se un po' troppo inespressivo (ma suvvia, lo era perfino quand'era su un aereo pieno di serpenti con un nero incazzato), bella e brava Lynn Collins (la miss viene dal teatro e si vede) nella parte della principessa "professore", e complimenti anche a Samantha Morton (Sola), che avevo già apprezzato molto in The Libertine. Non so esattamente cosa dir... scrivere invece di Thomas Church (voi nerd ve lo ricordate nella parte di Sandman in Spider-Man 3), da un lato ha una parte stereotipatissima e quindi c'era poco da fare, ma dall'altro lo stereotipo lo interpretavano anche Strong e Kitsch e ne sono usciti meglio. Diciamo "la corte si aggiorna" e rimandiamo ad una seconda visione và...
Il lavoro del buon Giacchino alle musiche è valido, ma, come spesso capita con gli action, sembra venire messo un po' da parte in alcuni momenti. Ho avuto come la sensazione di un accompagnamento trascinato, lontano da Williams e Silvestri, ma forse è da attribuire più all'esperienza che non all'abilità (un po' lo stesso discorso di Stanton).
Il voto finale non può che essere positivo. Il film meriterebbe certamente di rientrare nei costi di produzione, se non altro perché il suo flop (oltre ad essere immeritatamente il più grande della storia del cinema) significa la fine ingloriosa per una saga che avrebbe potuto dire ancora molto. Vabbé, chiudiamola con un "purtroppo..." e non se ne parli più.
Purtoppo...