Il sequel, TS2, narra una vicenda che avrebbe potuto essere condensata in metà tempo, a tutto vantaggio della sua fruibilità. Woody finisce per errore nello scatolone dei giochi da vendere al mercatino, e viene rubato da Ed, un obeso giocattolaio con la strana abitudine di vestirsi da gallina. Il cow boy finisce nel laboratorio del negozio, ove incontra la cow girl Jessie e l'anziano minatore Stinky Pete. Tutti e tre fanno parte del merchandising di un vecchio telefilm anni 50, sospeso per calo di audience, e stanno per essere venduti in Giappone ad un museo del giocattolo. Stinky spiega a Woody che solo così raggiungerà l'immortalità, e l'ingenuo protagonista viene convinto dal fatto che anche Jessie è stata abbandonata da una bambina ormai cresciuta. Buzz e soci partono al salvataggio dello sprovveduto e, dopo una quarantina di minuti davvero ardui da metabolizzare, riescono riportare a casa Woody, in compagnia di Jessie. Pete, che aveva preso in ostaggio i due, finirà (povero vecchio!)nello zainetto di una bimba, assieme ad una Barbie. La favoletta non manca di una morale ( i giocattoli servono per divertire i ragazzini, non per fungere da pezzi d'antiquariato) ma l'altisonante frase pronunziata da Buzz "Vale la pena vivere(?) anche se c'è un solo bambino che ti ama" in bocca ad un astronauta a batterie fa sghignazzare. Quanto alla tecnica, i progressi rispetto al primo film sono evidenti, ma è ancora difficile distinguere gli umani dai pupazzi, entrambi al polivinilcloruro (a tutt'oggi, la CGI non riesce completamente a risolvere il problema). Il cucciolo di Andy si muove meglio del bull terrier del 1995, anche se, rispetto ad una Lilly o ad un Pongo sembra un po' artritico. Personalmente, non ho apprezzato la scena in cui Woody (un fantoccio!) impartisce ordini al cagnolino. Decisamente più simpatica Jessie.
Pellicola nel complesso pretenziosa, con sigla iniziale davvero ben fatta (ci sono citazioni da "Star Wars", e ci si illude di vedere un buon science-fiction, per poi scoprire che era solo un videogame). Vengono, in sostanza, ribaditi i concetti del primo episodio. Riducendo il tutto ad una mezz'oretta di girato, piatto tutto sommato digeribile, ma senza grandi entusiasmi.