Condivido anche in questo topic speciale la riflessione che ho scritto sul diciannovesimo anno dalla scomparsa di questo Maestro senza tempo.
L'ho già condivisa nella discussione genericamente incentrata su Romano ma penso sia bene ribadirla anche in questo thread che ricorda la straordinaria eredità lasciataci dal cartoonist di Cannaregio, quanto noi appassionati siamo legati alla sua opera artistica e quanto il suo ricordo viva prepotentemente più che mai nel nostro cuore.
Il 23 Aprile 2005, esattamente diciannove anni addietro, Romano Scarpa varcava l'eterea soglia di ingresso di quella Dimensione Delta che con tanta passione e capacità narrativa e grafica aveva descritto e visualizzato nella sua iconica storia omonima con protagonista Topolino, datata 1959.
Il mio rapporto con Romano è sempre stato indiretto.
Fin da quando ebbi modo di leggere la prima storia da lui interamente firmata ("Paperino e l'Uomo di Ula-Ula", sempre del '59) il mio legame con questo straordinario artista si è basato su una conoscenza prettamente indiretta.
Non l'ho mai incontrato.
Non ho mai avuto l'opportunità di stringergli la mano o di scrivergli anche solo un semplice messaggio di stima per il suo lavoro da professionista certosino e scrupoloso.
Eppure, Romano nella mia vita c'è sempre stato.
Attraverso la lettura delle sue storie, sin dall'infanzia, ho avuto modo di lasciarmi meravigliare dalla sua immensa caratura artistica.
Dalla sua splendida capacità di fondere in maniera mirabile l'ironia ai sentimenti, il divertimento arguto e talvolta satirico alle emozioni più intense e genuine provate da Topolino, Paperino, Pippo, Zio Paperone e tutti gli altri componenti dell'allegra Banda Disney che ha amorevolmente animato dagli esordi fino agli ultimi anni della sua vita.
Interpreti che il cartoonist veneziano ha sempre trattato non come funny animals, animali antropomorfizzati il cui scopo è semplicemente quello di far ridere il lettore e nulla più.
Lui i suoi personaggi li ha pensati, scritti, disegnati ed animati su carta come fossero persone in carne ed ossa.
Con i loro problemi, le loro debolezze, le loro fragilità.
Ma muniti al contempo della voglia di rialzarsi delle proprie cadute, dell'istinto a migliorarsi, delle virtù che li rendono fieri di sé stessi.
È questo meraviglioso tratteggio caratteriale (invero, niente affatto facile da delineare) a rendere i suoi personaggi squisitamente intrisi di umanità e capaci di somigliarci tanto.
Perché, in loro, il lettore può rivedere e vedere a sua volta riflessa una parte di sé, delle proprie insicurezze e delle proprie vittorie quotidiane.
E Romano in questo è sempre stato un Maestro, una fonte d'ispirazione che continua con la propria luce sfavillante a brillare e a supportare coloro che lavorano oggi per il fumetto Disney.
Nella mia vita, Romano c'è sempre stato.
Anche prima che io nascessi.
Ricordo bene infatti, da ragazzino, di quante volte mio padre mi raccontava di quante sane risate e momenti di gaia spensieratezza gli avesse regalato la lettura di una storia letta durante la sua infanzia.
Quella storia di Paperino esattore della luce per conto della famigerata E.B.L. che lui aveva scambiato, per colpa di alcuni corvi inopportuni che ne rendevano equivoca l'insegna, nientemeno che per il servizio segreto più celebre al mondo, l'F.B.I.
E con quanta determinazione il buon Donald si impegnava per riscuotere i tributi non versati dagli utenti morosi, arrivando a rischiare l'osso del collo in più di una circostanza (mettendo a repentaglio la sua stessa incolumità) per rendere onore all'incarico di fiducia che gli era stato assegnato e che con tanta intraprendenza e tenacia portava avanti.
Quella storia, ebbi modo di scoprire diversi anni dopo, la scrisse sempre lui, Romano Scarpa, e la disegnò con il piglio vivido, espressivo, dinamico ed ironico che gli è proprio.
Lo stesso piglio di Paperino e l'Uomo di Ula-Ula, di Topolino e la Dimensione Delta e di tutte le altre centinaia e centinaia di storie disneyane cui ha dato vita nel corso della sua straordinaria carriera.
Crescendo ho avuto modo di approfondire la lettura delle sue storie e della mole del suo appassionato lavoro, di leggere un libro interamente dedicato a lui scritto da quattro massimi esperti di critica e filologia disneyana.
Di scrivere, a mia volta, diversi articoli su alcune delle sue storie più iconiche per gli amici del Papersera.
Tutto ciò non è altro che la naturale e cosciente evoluzione di un sentimento di affetto e di immenso amore che provo per il suo talento di straordinario narratore e di meraviglioso disegnatore iniziato da bambino, da quella perla di storia che è Paperino e l'Uomo di Ula-Ula che dall'infanzia mi ha accompagnato fino ad oggi.
Così come da allora mi accompagna l'arte (sia narrativa che grafica) di questo artista, indimenticabile Maestro e vulcanica mente creativa che tanto ha dato al mondo di Paperi e Topi dai suoi esordi in Disney nel lontano 1953 ai primi anni del 2000, quando di lui si spense soltanto la vita terrena ma rimase più che mai accesa e vivida la sua luce di fantastico cantore disneyano.
Un talento indimenticabile il cui estro alberga nel cuore mio e di tanti altri lettori che le sue storie le hanno amate in passato e continueranno ad amarle negli anni a venire leggendo e rileggendo quelle perle che portano un nome ed un cognome ben preciso: Romano Scarpa!