Paperino e la farfalla di Colombo

21 AGO 2023
Paperino e la farfalla di Colombo

La vignetta di presentazione della storia.

Tra i tanti capolavori fumettistici in ambito disneyano, partoriti dalla fervida mente creativa di Romano Scarpa, un’avventura che indubbiamente merita di essere ricordata e posta in risalto è quella di “Paperino e la farfalla di Colombo”.

La storia esordisce sul numero 327 del settimanale Topolino datato 4 Marzo 1962 ed è un un perfetto esempio dell’abilità del Maestro veneziano di riuscire a dar vita a racconti appassionanti, coinvolgenti, pieni di brio e di verve, muovendo e gestendo abilmente i personaggi, al fine di mettere in scena la sua meravigliosa commedia dei Paperi.

La vicenda si articola in due tempi e, a partire da un vivace quanto irresistibile incipit con protagonisti lo Zio Paperone e la sua eterna (e cocciuta!) spasimante “ricciuta” Brigitta, si snoda tra l’ambientazione classica della Paperopoli quotidiana e le esotiche terre del Centro-America, più precisamente presso il territorio di San Juan del Norte, in Costa Rica.

Paperone e Brigitta

Brigitta, che gioia vederti!

Da qualche tempo, infatti, Paperino e i nipotini lavorano laggiù per conto dell’impresa di pregiate stoffe dipinte a mano facente capo a Brigitta, la cui prosperità manda ben presto in crisi l’azienda di tessuti d’arte concorrente, di proprietà del papero più ricco del mondo.

Muniti di apposito retino, lastre e macchine fotografiche con tanto di treppiede, i Paperi si occupano di scegliere le farfalle le cui ali presentino i motivi artistici più belli e ricercati che, una volta fotografati e spediti a Paperopoli, verranno impiegati dalla storica pretendente di Zio Paperone nella creazione di accattivanti stoffe colorate e di capi di abbigliamento, richiestissimi dalla sempre più numerosa platea di clienti della sua boutique.

Ma nella vita dei Paperi non c’è niente di ordinario giacché le sorprese e i colpi di scena per i nostri sono sempre dietro l’angolo, come avranno modo di scoprire Qui, Quo e Qua nel corso di una normale “sessione fotografica”: mentre è intento a guardare dentro l’obiettivo al fine di eseguire lo scatto, un nipotino si avvede infatti della strabiliante particolarità della farfalla tenuta ben ferma e tesa dagli altri due fratelli.

Paperino e la farfalla di Colombo - Una farfalla inusitata.

Ohibò, che strana questa farfalla!

La specialissima farfalla reca sulle ali una vera e propria mappa di un tesoro appartenuto al celebre navigatore, esploratore ed avventuriero Cristoforo Colombo, il quale, più di quattro secoli prima durante uno dei suoi viaggi presso le Americhe, giunse proprio nelle terre del Costa Rica!

L’inaspettata scoperta mette immediatamente le “ali” ai piedi dei paperotti i quali, da soli (visto che lo zio Paperino è tornato a Paperopoli d’urgenza, in seguito ad una convocazione dello Zione), si dedicano a mirate ricerche sul campo, convinti che il tesoro di Colombo si trovi ancora a San Juan, in chissà quale anfratto nascosto.

Tuttavia, il prodigioso insetto non mancherà di coinvolgere nella faccenda anche gli adulti del racconto, da Brigitta a Paperino, dalla Banda Bassotti a quel vulcanico e inguaribile fiuta-tesori vivente che è Paperon de’ Paperoni.

Il tutto viene orchestrato da Scarpa in maniera tale che ogni personaggio sia in diretta relazione con un altro e che da quest’ultimo venga, per sua volontà o per vie fortunose, messo al corrente circa la farfalla e le favolose ricchezze colombiane cui potrebbe condurre.

I Bassotti da un lato e la famiglia dei Paperi dall’altro, si danno dunque da fare per rinvenire, mappa alla mano, le tracce del tesoro in una sequela di situazioni che vedono Paperino & co. affrontare, nel fitto della foresta costaricana, dei pericoli non preventivati la cui gravità è sempre bilanciata, con grande padronanza, dall’umorismo sia testuale che visivo del grande fumettista di Cannaregio (basti ricordare la divertente scena che immortala lo Zione e i nipotini intenti a liberare Paperino dalle tante carte moschicide che gli si sono appiccicate alle zampe nel corso del cammino).

Il lieto fine

Il giusto lieto fine per i nostri amici Paperi!

E poi, quando sembra che il viaggio intrapreso da Paperone sia stato un sonoro fiasco, un inutile sperpero di tempo, fatica e denaro, ecco che subentra quell’elemento di sorpresa che rimette tutto in discussione e che, al pari degli stessi “eroi” del racconto, meraviglia anche il lettore, piacevolmente spiazzato da quella che sembrava essere una conclusione certa e che invece mescola di nuovo le carte in tavola a beneficio dei nostri amati protagonisti in penne e piume.

Per quanto mi riguarda, considero Paperino e la farfalla di Colombo una vera e propria gemma che, nel novero della produzione scarpiana, brilla di una luce intensa per la bellezza che vi è connaturata, per il modo di articolare il racconto e di muovere i personaggi senza tempo che vi compaiono.

I disegni di Romano (che, in questa storia si è avvalso delle chine di Rodolfo Cimino), nel loro modo di essere così deliziosamente vividi, si fanno artefici di una splendida sinergia con la vivacità della sceneggiatura e la caratterizzazione dinamica e iper-attiva degli “attori” in prima linea.

Si rimane incantati di fronte all’irresistibile scintilla di vita che l’autore riesce ad infondere ai suoi interpreti, la cui giovialità e il cui istinto, che li vede sempre improntati all’azione (in questa, come in tante altre opere del Maestro), me li ha fatti amare da bambino e me li rende adorabili oggi come allora.

Personalità vere, tridimensionali, dai comportamenti e dalle reazioni realistiche ed umane: questo e molto altro sono i personaggi scarpiani. Interpreti di classici del fumetto che si pongono al di fuori del tempo e di ogni possibilità di “invecchiare” in malo modo grazie a quella splendida freschezza e a quella carica di simpatia che li anima e li rende squisitamente immortali.

Per cui, a conclusione di tutto questo, che cosa posso dire io al loro artefice se non…

Grazie di cuore, Romano!!!

Autore dell'articolo: Samuele Lo Galbo

Leggo Topolino e i fumetti Disney da quando ero bambino, passione che si è rinnovata da qualche anno e che porto avanti con orgoglio anche grazie al confronto con la community del Papersera. Sogno, un giorno, di scrivere storie di Paperi e di Topi sul mio amato giornalino e di vedere la mia firma tra gli autori del settimanale.