La maggior parte delle storie sceneggiate da Zemelo che ho avuto modo di leggere mi hanno lasciato a fine lettura con un bel ricordo di sé e trovo che uno dei punti di forza del suo stile sia la freschezza che riesce ad infondere alle sue trame.
Anche quando queste non hanno un gran numero di pagine a propria disposizione, l'autore riesce a costruire delle storie ben strutturate e che divertono nel loro essere piacevolmente scanzonate.
Questo lo si nota per esempio nelle inedite che ha scritto per i mensili di Zio Paperone e Paperino (giusto per fare due cenni, ricordo con gusto tanto
Zio Paperone e le mini-sfortune quanto
Paperino in: ritardi su ritardi in apertura delle rispettive testate) ma anche in storie come
Scappa, Paperino!, che risulta una lettura vivace e molto simpatica, oltre che originale per il suo spunto di base iniziando la vicenda laddove altre terminano nel modo più classico e "scontato" e proseguendo in modo altrettanto intrigante mostrandoci come faccia Paperino, di volta in volta, a far perdere le proprie tracce allo Zio Paperone quando questi è intenzionato a seguirlo fino in capo al mondo per fargliela pagare di qualche disastro che, volente o nolente, ha provocato ai suoi danni.
Inoltre, Zemelo non è solo bravo a costruire delle vicende che risultano delle letture godibili nella propria leggerezza.
Un altro merito che riconosco al giovane autore è infatti quello di sapere riuscire ad infondere un pathos palpabile nelle sue storie più "impegnate", quelle cioè che hanno un significato più profondo da portare avanti come l'analisi del rapporto tra Zio e nipote (vedi la bella
Sfida del fiume d'oro) oppure in quelle vicende in cui aleggia un'atmosfera tenebrosa e di mistero e a questo proposito ho piacere nel ricordare diverse storie ben riuscite in tal senso e da lui firmate, come "Topolino e gli incubi a occhi aperti", "Pippo e l'inquietante Nyappo", "Topolino e l'ombra del Nerombra"...
Infine, Zemelo dimostra la propria versatilità e la propria abilità nello scrivere Disney anche nell'approccio alle storie in più tempi, avendo lavorato a trame ampie e complesse da gestire (perlomeno in termini di lunghezza) come "Zio Paperone e il Deposito sotto A.S.S.E.D.I.O" insieme a Vito Stabile e da solo nella recente saga di "Paperin Pigafetta oltre i confini del mondo".
Tutte queste considerazioni mi portano ad inquadrare lo sceneggiatore oggetto di discussione di questo topic in modo decisamente positivo e a farmi interessare ai suoi nuovi lavori per il Topo visto che ha dalla sua uno stile narrativo che apprezzo molto non soltanto nella sua freschezza ma anche nei momenti più intensi e talvolta pure deliziosamente "dark" che riesce a ben dosare e ad inserire in maniera efficace nelle sue storie più ambiziose in termini di intreccio, di tematiche e di atmosfere.