Di marco Rota mi piacerebbe molto leggere le sue storie più recenti, come questa (scelta a caso come esempio) http://coa.inducks.org/story.php?c=D+2008-065 che è appena di un annetto fa ma viene pubblicata come le altre ormai solo in polonia, germania, olanda, o francia quando va bene, eccetera... Da quando ha chiuso Zio Paperone io personalmente non ho più visto una sua tavola, ed è un gran peccato.
Devo assolutamente quotare in pieno il post di Bacci, e dichiararmi rattristato dal fatto di non aver più letto una sola tavola disegnata da Rota dalla chiusura di ZP, testata che mi manca parecchio.
Ritengo Rota assai superiore a molti altri disegnatori che appaiono sul Topo regolarmente, e mi sfugge il perché sia introvabile in Italia. Forse perché il suo è un segno classico, barksiano, mentre qui si preferisce il cavazzaniano? non mi sento di escluderlo, sinceramente.
Inoltre l'evoluzione del suo segno mi piace moltissimo.
Ai suoi esordi non moltissimo, devo ammetterlo: soggetti, sceneggiature e gags erano OK, il segno uno zinzino meno. Almeno IMHO.
Poi qualcosa è cambiato e il suo segno si è più classicizzato: i becchi dei paperi sono diventati meno spigolosi e più rotondi ma, soprattutto, i disegni non venivano più eseguiti col pennello bensì, come Barks (scuola americana) era abituato, con
un pennino metallico. Questo costringe la mano a certi movimenti e a certe circonvoluzioni che impreziosiscono il tutto, dando più calore e spessore alle immagini. Gli occhi con i colpi di luce fatti
a spicchio di torta ed altri stilemi grafici hanno completato il tutto.
Non so dire esattamente quando e come si è avuto il cambiamento, che non credo sia stato improvviso: di sicuro era già in atto con
Pendolare e si completò con
La Notte dei Saraceni.
A titolo di cronaca: la Baia dei Saraceni in questione, a Varigotti vicino Albissola, è stupenda, l'acqua limpidissima e lo scenario del racconto riconoscibilissimo.