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Walt Disney

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    Re: Walt Disney
    Risposta #45: Martedì 17 Dic 2013, 16:53:48
    Disney ha rivoluzionato le nostre vite.E' entrato e non è più uscito dalle nostre teste.Ormai ogni disegno o cartone animate viene confrontato con quelli di Walt Disney "Ah,non è di qualità come Topolino".Questo si pensa spesso e con motivazioni uniche e inconfutabili.

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      Re: Walt Disney
      Risposta #47: Domenica 16 Feb 2014, 13:18:30
      Parlano Topolino e Walt Disney in questo trafiletto sul Yonkers Statesman del 16 Febbraio 1931.

      Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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      Maximilian
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        Re: Walt Disney
        Risposta #48: Sabato 20 Dic 2014, 18:53:58
        Secondo me, alla fine, il più grande merito di Disney è aver iniziato "Topolino nella valle infernale"

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          Re: Walt Disney
          Risposta #49: Sabato 20 Dic 2014, 19:19:54
          Risposta errata.

          Direi che con questa affermazione hai dimostrato di non avere la minima cognizione né di chi fosse Disney, né della storia del cinema e dell'intrattenimento in genere.
          « Ultima modifica: Sabato 20 Dic 2014, 19:24:27 da Grrodon »

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            Re: Walt Disney
            Risposta #50: Domenica 21 Dic 2014, 12:18:28
            con questa affermazione hai dimostrato di non avere la minima cognizione né di chi fosse Disney, né della storia del cinema e dell'intrattenimento in genere.
            I credo che questa affermazione denoti semplicemente una questione di gusti

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              Re: Walt Disney
              Risposta #51: Lunedì 22 Dic 2014, 15:17:50
              Ci sono verità oggettive, che non si possono ricondurre al De Gustibus, rifugio di chi ha poche argomentazioni.

              Nel tuo caso non hai espresso un parere derivato dal tuo gusto, ma dalla tua semplice scarsa conoscenza del soggetto in esame.

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                Re: Walt Disney
                Risposta #52: Lunedì 22 Dic 2014, 15:22:49
                Ci sono verità oggettive, che non si possono ricondurre al De Gustibus, rifugio di chi ha poche argomentazioni.

                Nel tuo caso non hai espresso un parere derivato dal tuo gusto, ma dalla tua semplice scarsa conoscenza del soggetto in esame.
                Non esageriamo: tu intendi che il maggiore interesse di Disney è stato quello di produrre cartoni (i Classici, i corti, le Silly Simphonies etc.), forse anche dei film (o quelli sono stati fatti dopo la sua morte? Non ricordo bene). Al soggetto in questione i cartoni animati a marchio Disney non piacciono, ergo considera il più gran merito di Disney l'aver iniziato una delle sue storie preferite.
                « Ultima modifica: Lunedì 22 Dic 2014, 15:24:06 da Giordanduck »

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                  Re: Walt Disney
                  Risposta #53: Lunedì 22 Dic 2014, 16:31:49
                  Qui c'è tanto da ricostruire in termini di cultura disneyana, troppo mi sa.

                  Disney ha creato l'intrattenimento "ad ampio raggio" come oggi lo conosciamo.

                  Tanto per cominciare, ebbene sì, l'animazione. Disney la portò allo stato dell'Arte, mediante l'introduzione del sonoro, del colore e infine del lungometraggio.

                  Non è poco e non la si può ricondurre al "de gustibus", perché è stato attraverso l'animazione che venne finalmente dimostrato che con il disegno era possibile suscitare ben di più delle classiche "quattro risate". Si poteva emozionare, commuovere, spaventare, affascinare il pubblico. Si potevano utilizzare diversi registri e dunque "raccontare". E prima di Biancaneve questo non era ritenuto minimamente possibile.

                  Questioni di registro a parte, c'è anche quella del target. Disney aveva sempre pensato che targettizzare un prodotto sarebbe stato come limitarlo. Per tutta la sua vita con le sue opere puntò, non ai bambini, ma alle famiglie, creando difatto materiale universale e fruibile su più livelli e inaugurando quindi un "linguaggio" che viene impiegato ancora oggi.

                  Se oggi negli stessi fumetti troviamo materiale narrativo sostanzioso, che va oltre il puerile, lo dobbiamo alla filosofia artistica di Disney.

                  Ma ovviamente questa non è che una piccolissima parte del totale. Disney fu un pioniere a 360°. Ridefinì i canoni dell'intrattenimento avventurandosi nel cinema live action, realizzando documentari naturalistici e persino scientifici, affrontando anche lo "spauracchio" della televisione. Poi ci sono i parchi. Disneyland fu il suo punto d'arrivo, il luogo dove questa filosofia trovò compimento. Di progetti così prima del suo non ne erano mai stati realizzati, e fu la prova che aveva ragione lui e che era possibile riuscire a conquistare in un colpo solo persone di ogni età.

                  E se Disney non fosse morto così presto, avrebbe avuto un ruolo importante anche in altri campi, come l'urbanistica e la scienza. Mi riferisco al futuristico progetto EPCOT, l'ideale città "degli scienziati", su cui lui puntò tutto, pochi mesi prima di morire.

                  Infine l'eredità. In America c'è una scuola, il CalArts, fondata da Disney. Nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere un accademia artistica multidisciplinare, in cui i giovani talenti avrebbero potuto influenzarsi tra loro coltivando diverse arti in uno stesso ambiente. Non andò esattamente così, ma oggi quella scuola ha dato i natali artistici ad alcuni dei più importanti animatori, registi e fumettisti di sempre.

                  Perdonami se una manciata di strisce su un quotidiano mi fanno sorridere di fronte alla portata di tutto questo.

                  D'altra parte non saprei nemmeno se una tanto scarsa conoscenza di un genio come Disney sia oggi da considerare così strana. Molto, troppo si è perso in un presente nel quale Disney è sinonimo di "messaggi subliminali" o nel migliore dei casi di frasette da Baci Perugina tipo "se puoi sognarlo, puoi farlo".

                  http://www.ilsollazzo.com/c/disney/perche

                  Un progetto del genere l'ho varato proprio per mettere una toppa a tutto questo, ma temo che lo strappo sia ormai fuori da ogni controllo.
                  « Ultima modifica: Lunedì 22 Dic 2014, 16:39:08 da Grrodon »

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                    Re: Walt Disney
                    Risposta #54: Lunedì 22 Dic 2014, 16:33:33
                    Sbaglia nella forma: se avesse detto "la cosa che più mi è piaciuta dell'operato di Disney" sarebbe stato un conto, ma dire "il più grande merito di Disney è stato iniziare Topolino nella valle infernale" è un vero insulto a tutti gli studenti di Cinema (compreso il sottoscritto; per questo mi infervoro tanto). È un'affermazione arrogante e che denota totale ignoranza sull'argomento, e sinceramente mi sono un po' stufato di chi fa queste sparate per poi giustificarle col "de gustibus". Alcune cose godono di oggettività e non sono opinabili.

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                      Re: Walt Disney
                      Risposta #55: Lunedì 22 Dic 2014, 17:07:19
                      Ho iniziato la frase con "secondo me"; non basta?

                      Perdonami se una manciata di strisce su un quotidiano mi fanno sorridere di fronte alla portata di tutto questo.
                      La storia nata in quel caso (oltrechè bella) rappresenta l'inizio del fumetto disney. Per te può non significare nulla, ma per me è molto: d'altronde se io sono qui a commentare in un forum di fumetti anzichè di cartoni un motivo ci sarà.
                      « Ultima modifica: Lunedì 22 Dic 2014, 17:31:41 da Anton_Rebeliot »

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                        Re: Walt Disney
                        Risposta #56: Lunedì 22 Dic 2014, 17:36:30
                        Non basta.

                        Avresti dovuto dire "la cosa di cui io personalmente sono più grato a Walt Disney è la Valle Infernale". Allora avrebbe quasi avuto un senso. Altrimenti è come dire "secondo me il peggior demerito di Hitler erano quei baffetti antiestetici".



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                          Re: Walt Disney
                          Risposta #57: Lunedì 1 Feb 2016, 11:06:14
                          Non avevo  mai tentato veramente di approfondire la figura di Disney. Più che altro perché non sono particolarmente legato ai lungometraggi ante-guerra, quelli su cui Disney ha riversato gran parte delle sue energie, del suo talento e della sua rivoluzionaria visione dell'animazione (ok, forse lo stesso può dirsi dei parchi, ma quelli mi interessano ancor meno).

                          Però qualche settimana fa ho visto un documentario biografico di quattro ore alla tv. E sono rimasto veramente impressionato dalla grandezza del personaggio. Non che lo avessi in cattiva stima, ci mancherebbe, ma l'uomo era più notevole di quanto credessi. La spinta verso un'animazione elevata e senza compromessi - arte in un senso profondo, era in Walt Disney qualcosa di fenomenale. Poi tanti altri aspetti sorprendentemente positivi: la sua meravigliosa mania per i trenini, il personaggio televisivo da zio buono (che lui stesso ammetteva avere poco in comune col vero Walt), la capacità di trovare sempre nuovi interessi e proiettarli in visioni di portata megalomane. Il più grande e più megalomane dei suoi progetti, quello della città del futuro, era ovviamente votato al fallimento, perché le agglomerazioni urbana sono entità che fioriscono e si sviluppano autonomamente, le si può orientare, ma non imporre artificialmente. Ma anche questo suo essere naif è rappresentativo del genio, nel bene o nel male.
                          Certo ci sono anche gli aspetti negativi della sua impresa, il suo essere un po' vendicativo, il paternalismo aziendale, l'incapacità di ascoltare certe legittime rivendicazioni dei suoi impiegati - anzi il rifiuto  di ascoltarle, confondendole paranoicamente con complotti orditi ai suoi danni da presunte forze gauchiste. Ma era un imprenditore del suo tempo, e anche questi aspetti vanno messi un poco in prospettiva  storica.

                          L'intervento lungo di Grrodon qui sopra pare sintetizzare bene i meriti di Disney. Però c'è una frase che non mi torna, questa:

                          Se oggi negli stessi fumetti troviamo materiale narrativo sostanzioso, che va oltre il puerile, lo dobbiamo alla filosofia artistica di Disney.

                          Questa cosa non mi convince. Siamo tutti d'accordo nel dire che Disney ha liberato l'animazione dai limiti settari del "roba per bambini", mostrando al mondo che avesse non solo piena dignità cinematografica, ma che anzi contenesse in sé i mezzi per travalicare i limiti del cinema tradizionale. Ma che questo abbia avuto un analogo effetto sui fumetti, non mi pare proprio. La storia del fumetto sta lì a dimostrarlo. A differenza che nell'animazione, nel caso del fumetto non c'è unanimità sul "momento in cui il fumetto inizia a mostrarsi come arte a tutto tondo, e non solo intrattenimento per i più giovani". C'è chi fa risalire la cosa già alla scuola franco-belga, c'è chi parla delle riviste Pilote o di Metal Hurlant in Francia (anni 60-70), chi più americanofilo individua il grande passaggio nella metà degli anni '80 con i successi di Miller, Moore, Spiegelman e dell'ultimo Will Eisner. Ma in ogni caso nessun legame diretto con l'opera di Walt Disney. Il fumetto ha dovuto combattere da solo la sua battaglia per conquistarsi il rispetto della società.

                          Certo involontariamente Disney ha dato un enorme contributo allo sviluppo del fumetto, producendo strisce umoristiche di alta fattura (Silly Symphonies, Donald Duck), dando spazio a un gruppo di persone che ha inventato un nuovo genere che mischia umorismo e avventura (il Mickey Mouse di Gottfredson e collaboratori), permettendo la carriera di uno dei più influenti fumettisti di tutti i tempi (Carl Barks), e diffondendo il fumetto in maniera capillare nella società occidentale (paradossalmente questo fuori dagli States). Ma tutto questo non ha niente a che vedere col discorso di cui sopra.
                          « Ultima modifica: Lunedì 1 Feb 2016, 14:36:53 da Monkey_Feyerabend »

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                            Re: Walt Disney
                            Risposta #58: Lunedì 1 Feb 2016, 12:10:59
                            Certo involontariamente Disney ha dato un enorme contributo allo sviluppo del fumetto, producendo strisce umoristiche di alta fattura (Silly Symphonies, Donald Duck), dando spazio a un gruppo di persone che ha inventato un nuovo genere che mischia umorismo e avventura (il Mickey Mouse di Gottfredson e collaboratori), permettendo la carriera di uno dei più influenti fumettisti di tutti i tempi (Carl Barks), e diffondendo il fumetto in maniera capillare nella società occidentale (paradossalmente questo fuori dagli States). Ma tutto questo non ha niente a che vedere col discorso di cui sopra.

                            Ha a che vedere eccome, nel momento stesso in cui le strisce di Gottfredson non sono più soltanto avventurose e umoristiche, ma anche estremamente satiriche. Riferimenti alla WWII e a Hitler stesso non possono considerarsi messaggi votati ai soli lettori piccoli. Forse ci son stati segnali più grandi di questo, in passato, da parte di altri autori: ma credo appartenessero più al circuito delle vignette, che non a vere e proprie storie a fumetti, per giunta con personaggi ricorrenti.

                            Comunque, lascio la parola ai più esperti. :)
                            « Ultima modifica: Lunedì 1 Feb 2016, 12:11:36 da brigo »

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                              Re: Walt Disney
                              Risposta #59: Lunedì 1 Feb 2016, 14:23:42
                              E dunque? Gottfredson scriveva sempre per gli adulti prima che per i più giovani, erano strisce di giornale.  Mica solo quando lui e Walsh parodiavano la Germania Nazista o l'Unione Sovietica. Anzi un po' di tono satirico nei confronti della società americana c'era sempre.

                              I fumetti Disney contengono alcuni dei punti più alti dell'arte fumettistica apparsi fin'ora (Gottfredson, Barks), non ci piove. Ma questo non implica che

                              Citazione
                              Se oggi negli stessi fumetti troviamo materiale narrativo sostanzioso, che va oltre il puerile, lo dobbiamo alla filosofia artistica di Disney.


                              Non so quale fosse l'opinione di Disney sul medium "fumetto", quindi non cadrò nel luogo comune per cui il fumetto Disney ha fatto grandi cose nonostante Walt Disney lo considerasse solo un ramo del settore merchandising, come qualcuno ritiene (il che è possibilissimo, anzi mi piacerebbe avere qualche testimonianza a proposito di questo). Però da qui a dare dei meriti a Disney per il fumetto ce ne passa.


                              Chiariamo bene: quando parlavo di
                              "momento in cui il fumetto inizia a mostrarsi come arte a tutto tondo, e non solo intrattenimento per i più giovani"
                              intendevo dire
                              "momento in cui il fumetto inizia a convincere i non addetti ai lavori e i non super appassionati di essere arte a tutto tondo".
                              Perché di giganti del fumetto ce n'erano già stati a iosa a partire dall'inizio dell'800
                              « Ultima modifica: Lunedì 1 Feb 2016, 14:36:28 da Monkey_Feyerabend »

                               

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