Scusate se mi inserisco e dico la mia. Mi è stato semplicemente chiesto se volevo fare una lunga storia sulle Olimpiadi e io l’ho fatta, scervellandomi non poco, ma non ponendomi mai in nessun caso il benché minimo problema umanitario o politico che sia.
Se proprio interessa a qualcuno, personalmente sono dell’idea che sarebbe stata un’ipocrisia boicottare le Olimpiadi (questa e qualsiasi altra), perché non trovo giusto chiamare il mondo dello sport a impegnarsi in una battaglia, mentre intanto si fanno affari con il nemico (qualcuno ha mai proposto di non commerciare con il ricchissimo mercato cinese, rinunciando a un universo di milioni e milioni di potenziali clienti?). Mi sembra il classico “armatevi e partite”!
Inoltre, pur parteggiando per il Tibet, non ho mai capito l’incongruenza di tutti coloro che appena il Papa apre bocca gridano allo scandalo e all’ingerenza nelle faccende del Paese, e poi si schierano in favore di una nazione che aspira a un governo teocratico.
Ma non addentriamoci in discussioni politiche, che sono fuori luogo parlando di storie di Topolino.
Sostenere che fare una storia sulle Olimpiadi (ripeto: un’occasione come un’altra; e la pubblicità non c’entra niente; semmai si spera che sia l’evento a fare pubblicità alla storia) equivalga a essere filocinesi, è decisamente fuori di ogni logica.
Che dire allora delle storie in cui Zio Paperone difende il suo Deposito? Che siamo favorevoli alla sottrazione di liquidità, all’avarizia e allo strozzinaggio? E le storie che guardano con simpatia a Paperino, sono forse un invito alla fannullaggine e all’imprevidenza economica (magari su pressione di Berlusconi che ha detto di spendere)? E quando Martina scriveva storie dove Zio Paperone, per un piccolo ammanco, tentava di uccidersi, istigava forse al suicidio o magari all’eutanasia (poverino, è così vecchio)?
E Paperinik dove lo mettiamo? A che titolo agisce? Adombra forse le ronde leghiste?
Ma allora perché non vedere l’amicizia tra Topolino e Pippo come una sottile propaganda dei Pac? E i dispetti d Paperino a Cip & Ciop devono essere presi in seria considerazione dalle associazioni animaliste?
Che dire poi della mancanza di genitori nel mondo Disney? Sicuramente un attacco comunista alla famiglia, nella migliore tradizione staliniana.
E quel Topolino ausiliare della polizia? Una figura molto sospetta, non c’è dubbio.
E guai a dimenticarci dell’imbroglione José Carioca che vive di espedienti, del misogino Dinamite Bla, di Pippo metafora dei deboli di mente, di Qui Quo Qua poveri piccoli privati della loro individualità, di Gastone chiaramente testimonial dello stato biscazziere...
E finisco qui, perché credo - o almeno spero - di avere chiarito il concetto. Che è, lo ripeto, semplicissimo. Nessuna storia di Topolino è o è mai stata schierata politicamente o ideologicamente: lo proibisce la Disney, ma soprattutto il buon senso degli autori che avranno - abbiamo - anche tanti difetti, che sono - siamo - anche un po’ fuori di testa, ma non pazzi a tal punto.
Dietro le storie di Topolino - belle o brutte che siano - non c’è assolutamente nient’altro che professionalità, lavoro e tanto rispetto dei personaggi. Sono storie fatte per divertire, e l’unico “delitto” che si può imputare a un autore è quello di non riuscirci sempre.
Prossimamente, nel filone “attualità” (benedetta fonte d’inspirazione!) si farà una storia in concomitanza con il centenario del Giro d’Italia: non sarà un subliminale invito a minimizzare la piaga del doping nel ciclismo?