@inthenight: dunque dunque: il digitale questo sconosciuto, premesso che tutto quello che faccio è sperimentazione, c'è chi scansiona delle chine e le monta insieme a computer, le ripulisce aggiunge fondi ed effetti etc...etc...
Io apro un layer in bianco e su un livello a parte importo la squadratura che modifico nelle closure a seconda di quanto scritto nella sceneggiatura (stiamo parlando di tavole standard del Topo) che mi passo da una storia all'altra e con la pagina di sceneggiatura di fianco aperta (sempre sul monitor) scarabocchio esattamente come con la matita, poi aggiungo un layer e inchiostro, con la vignetta a tutto schermo (che mi concede di entrare maggiormente nel dettaglio dove lo ritengo necessario) forse disegnando così il tratto risulta leggermente più sottile una volta stampato perchè a tutto schermo sembra molto "cicciotto" in riduzione effettivamente può sembrare più un frame d'animazione, per quanto m iriguarda però i più attenti avranno già visto che non ho mai inchiostrato molto disneyanamente io (cioè con tratti che partono sottilissimi si allargano e si riassottigliano ad ogni colpo di pennello).
Certi tratti dei fondali però vengono più istintivi perchè lavorandoli su un livello separato non c'è bisogno di spezzarli avvicinandomi ad un personaggio o ad un oggetto che li interrompono, in digitale è tutto su ulteriori livelli e qui veniamo al dunque.
Avere tutto su livelli separatiti consente ripensamenti sulla regia, le proporzioni tra i personaggi, la loro disposizione nella vignetta.
Io personalmente inchiostravo dai rough (gli scarabocchi) direttamente attraverso il piano luminoso sui cartoncini in trasparenza saltando la fase di ripulitura delle matite e anche la sgommatura della grafite a tavola finita. Quindi secondo me a livello di tempo non penso d'aver guadagnato un bel niente.
Quello che ho acquisito è la velocità di intervento nel sistemare la tavola, per cui se non mi piace un qualunque dettaglio provo cambio stiro flippo ruoto di tutto, il non plus-ultra lo si raggiunge quando si può anche colorare la storia perchè alcune cose te le risolvi allo step del colore evitando di aggiungere dettagli in nero (la china) perchè sai che con il colore risolverai tutto. Quindi: lo spaesamento della mutazione dal cartaceo al digitale molto spesso è dovuto alla (mia) personalissima scelta di eliminare a volte le ombre nere, i tratteggi, e tutti gli "sporchini" che scaldano qua e la il segno, per pensarli in fase di colorazione, tutto questo tende ad avvicinarsi all'animazione come processo creativo e dovrebbe essere il preludio all'edizione in contemporanea delle tavole a fumetti sia cartacee che su piattaforme digitali, ponendo i livelli separati ad un livello "ready to use" senza alcun intervento di ritaglio e ricostruzione dei fondali incompleti dietro ai personaggi, oltra a poter portar fuori dal contesto della tavola a fumetti i personaggi o al contrario usando i fondali eventualemte in altre stuazioni, atmosferiche o di illuminazione o perchè magari in scenggiatura succedono a distanza di tempo cose diverse ma negli stessi ambienti. Avete presente le sit com americane dove su un divano in soggiorno si avvicendano tutti i protagonisti per serie intere? Ecco, il vantaggio (ancora non sfruttato) è anche quello di poter studiare situazioni ripetibili con il riuso dei fondali (come in animazione) ma con personaggi gag o cambiamenti teporali dalla notte al giorno o dalla pioggia al sole dandosi la libertà di "complicarsi" la vita in altre parti, magari in scene particolarmente affollate o in flashback o come ho fatto io tra le cronache del Pianeta T, Skiantosh o Paperi Palindromi, nel Silenzio in Coro o Sottopolinia in scene che non vi dico così la prossima volta aguzzate la vista perchè l'unica cosa che non è cambiata è l'inchiostrazione dei personaggi, e non vi siete accorti di tutto quello che ho potuto fare con il digitale (e che non vi dirò perchè un mago non svela mai i propri trucchi).
Una cosa è certa ogni singolo tratto è dato da un colpo di pennello, è tutto migliorabile e il mio percorso è appena cominciato, ma assicuro che le potenzialità inespresse creativamente dal disegno digitale daranno presto linfa anche agli sceneggiatori.
Nel frattempo un assaggio lo avrete alla mostra