Oggi ricorre il sedicesimo anniversario dalla morte di Romano Scarpa.
Ricordo che ci siamo "incontrati" per la prima volta quando ero ancora un bambino e il Fumetto Disney lo consideravo un semplice passatempo.
Una lettura che mi restituiva leggerezza e serenità.
L'ho incontrato per la prima volta con una storia che, per quanto fossi piccolo (potevo avere forse 6 anni), mi lasciava quello che oggi definirei un
sense of wondering, un senso di stupore davvero incredibile.
Rimarrò per sempre affezionato a quel numero di Topolino che, già da bambino, mi sembrava così speciale.
In copertina c'erano un Topolino e uno Zio Paperone su una pila di
giornaletti (come li chiamavo da bambino) a testimoniare ben cinquant'anni di storia del Fumetto Disney made in Italy.
Dentro non trovavo storie inedite, bensì una selezione di storie ristampate, scelte tra le più belle e rappresentative di ogni decennio, dagli anni '50 ai '90.
C'erano autori che, una volta, divenuto grande e più maturo, avrei imparato ad amare e, con loro, le loro storie.
C'era Rodolfo Cimino, c'era Carl Barks...
C'erano Giorgio Cavazzano, Massimo De Vita, Silvano Mezzavilla, Massimo Marconi...
Ma soprattutto, c'era lui, Romano Scarpa.
Ricordo ancora quanto mi inteneriva quello Zio Paperone che, affranto, tenendosi il cappello, diceva
Io devo trovarlo...o mi si spezzerà il cuore.
A chi o a cosa si riferiva?
Per scoprirlo, non mi restava che leggere quella storia.
Una volta iniziata la lettura, mi sentivo totalmente rapito da quel fumetto e dalla bellezza che assaporavo pagina dopo pagina.
Questa storia era diversa dalle altre.
Non era il racconto di una vicenda da un unico punto di vista.
Era una storia in cui Paperone, Paperino e i nipotini raccontavano la loro versione personale su ciò che gli era successo.
Come dimenticare lo Zione che, afflitto e disperato, sembra voler gettarsi sul fiume, facendo accorrere dei passanti per fermarlo?
E quel Paperino che le prova tutte pur di rendersi
simpatico ad un "cervello meccanico" che sembra provare simpatia solo per un certo Signor Bunz?
E la tenerezza che provavo quando finalmente, dopo tante avventure e tanti pericoli, lo Zione e Bunz si ritrovavano e "l'Uomo" lo teneva stretto a sé, riempiendolo di baci?
Ho dovuto attendere diversi anni per leggere altre storie di Romano e per conoscerlo meglio.
Ma quella storia, anche quando leggevo Disney solo in maniera saltuaria, non l'ho mai dimenticata.
Crescendo, l'ho ritrovato e ho approfondito la conoscenza di Scarpa con tanti capolavori che porto nel mio cuore di appassionato.
L'Unghia di Kalì, L'Imperatore della Calidornia, I Gamberi in salmì, Paperino agente dell'F.B.I., le Sorgenti Mongole, Il Favoloso regno di Shan-Grillà...
Tante storie "mitiche" e che mi appassionano ogni volta che le rileggo.
Ciò che più mi colpisce di questo Grande Autore è il talento con cui riesce non solo a raccontare delle trame coinvolgenti ed appassionanti...
Ma soprattutto quel suo modo di raccontare i personaggi, nella loro
umanità, nelle loro espressioni così "vive" e simpatiche.
La simpatia che provava Bunz per la sua "macchina", io la provo ogni volta che leggo una storia di Scarpa.
L'Autore che ha ampliato il cast di personaggi di Paperopoli e Topolinia creati da Barks e Gottfredson, regalandoci dei personaggi squisiti e genuini come Gedeone, Brigitta, Bruto, Atomino...
Per tutto questo, per le risate e per le emozioni che mi hai regalato, per le avventure che mi hai fatto "vivere", a fianco dei miei personaggi preferiti...
Grazie Romano!