Puntando solo sui bambini, il Topo è entrato in crisi.
E' verissimo. Ne parlai una volta con Donald Soffritti, e lui disse: "Sono i genitori che comprano Topolino ai bambini. Se facciamo un Topo solo per i bambini, quando questi si dimenticano di chiederlo, o quando crescono, il Topo cessa di vendere. Se invece lo destinassimo, in parte, ad un pubblico più adulto, questo continuerebbe a comprarlo sempre. L' "adulto" in questione lo farebbe leggere ai propri bambini, poi se lo leggerebbe lui! E comprerebbe quello dopo..."
Questo per dire che le storie di Martina, a mio avviso, sono tra le più belle da rileggere una volta cresciuti. Non sono un sostenitore della violenza, beninteso, ma credo che, spesso, vogliamo a tutti i costi trattare i bambini di oggi come degli angioletti ingenui. La verità è un'altra. I bambini che leggono il Topo guardano anche cartoni giapponesi violentissimi, film col bollino rosso o arancione, trasmissioni televisive che pullulano di donnette svestite e gente che litiga. Fermo restando che, grazie al cielo, il mondo del fumetto Disney emerge da queste realtà diseducative come uno scoglio dal mare, io non vedo tutta questa necessità di renderlo una torre d'avorio, una finta isola felice dove non esistono malanni, armi o insulti.
E, a questo proposito, le storie martiniane, pervase da una vena di ironia malevola, di sentimenti ironicamente al limite della malvagità, di situazioni grottesche e spinose sono, a mio avviso, da rispolverare e leggere con grande ammirazione. Se si è consci della loro inclinazione ad un mondo Disney più cinico, più "adulto", esse si possono apprezzare in un modo deliziosamente cattivello, poichè toccano degli apici qualitativi caratteristici che nessun altro autore ha mai saputo/potuto ripetere.