Premessa: io ADORO Martina.
Lo adoro, perchè è l'unico autore, praticamente, che ha scritto storie "cattive" coi personaggi Disney. La maestria stilistica con cui trasforma il corpus dei protagonisti, che conosciamo solitamente per i loro buoni sentimenti, rendendolo invece consono a situazioni e sistemi ben diversi, è innegabile. Non solo, spesso, almeno per me, è ben più gradevole, da un punto di vista della lettura, del buonismo o del "noiosismo" recente.
Chiaro che si tratta di storie che vanno lette sapendo precisamente di che si tratta, proprio come per il realismo e lo storicismo donrosiano: così come sappiamo che Zio Paperone non è morto e non morirà mai davvero, anche se l'evento sarebbe perfettamente in linea con le tendenze cronologistiche del Don, così sappiamo che lo Zio Paperone dal cuore d'oro della scarpiana Fondazione PdP, può, in qualche caso, frodare, sparare, truffare, bramare morti altrui ecc, rimanendo lo stesso Zione dal cuore d'oro.
Però una integrale di Martina la vedo davvero improponibile, per i motivi già largamente citati, non da ultimo quello ricordato da Brigitta: spesso le storie di Martina sono disegnate coi piedi, oppure con stili talmente vecchi e, oserei dire, anacronistici, che oggi risulterebbero indigesti a tutti, tranne che ai cultori del genere.
L'appello contro le censure è, ancora una volta, condivisibile, se non dovuto. La censura, i ritagli, i cambiamenti, le modifiche... sono tutti procedimenti che fanno male alle storie e a chi le legge, specie se portano la firma di un maestro della "cattiveria" di cui sopra, quale il Professor Martina.
Per cui non posso che auspicare una copiosa ristampa martiniana, senza rimaneggiamenti; edita nelle collane di ristampe generali, e non monografiche.