Finalmente credo che è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e, sicuramente grazie al lavoro filologico di chi ci ha preceduti, migliorare il metodo di tale lavoro. Vista l'ormai chiara importanza del fumetto Disney è giusto lavorarci con cura, rigore e basandoci sulle fonti. Ecco quindi qualche informazione obsoleta su Guido Martina (altre ancora ce ne saranno). Obsoleta perché ne ho ricercato le possibili fonti e queste non sembrano esserci. Saranno informazioni vere? Saranno false? Quello che importa qui è che finché non vi saranno fonti certe sono dati che non possono più esser tramandati per come sono.
- Di Martina, come tutti ricordate, a lungo si è detto che scrisse "circa 1700 storie, di cui oltre 1200 disneyane". Già Boschi e Becattini hanno provveduto negli ultimi 10 anni a sfatare questa nozione di incerta origine (che loro stessi, quando erano meno attenti, hanno tramandato). Quindi il merito di questa smentita non è mio, anche perché da quando l'Inducks è sul web non ci vuole molto a calcolare quante storie Disney abbia effettivamente scritto Martina: oltre 600 e Rodolfo Cimino ne ha scritte più di lui. Non dobbiamo però dimenticare che Luca Boschi fu tra gli ultimi a vedere gli inediti di Martina, ovvero le sceneggiature dattiloscritte mai tramutate in storie a fumetti. Quante potrebbero essere? Se anche fossero un centinaio, restiamo comunque ancora lontani dalla cifra di 1000 sceneggiature martiniane.
- In passato, con estrema duttilità i credits degli albi da edicola (es: I Grandi Classici) e le cronologie di Alberto Becattini inserivano il nome di Martina solo per tappare il buco di una mancata informazione. Assurdo a pensarci ora, lo so, perché è l'antitesi di un metodo "scientifico", ma col tempo tutti sono tornati sui propri errori e non vedremo più di queste attribuzioni superficiali e generatrici a lungo di equivoci. Neanche il merito di tale rettifica spetta a me, ma in passato nel mio piccolo avevo già segnalato tutte quelle storie che di Martina avevano poco o nulla o che erano a lui assegnate in un periodo in cui evidentemente non aveva ideato storie Disney (il perioco 1962-66). I miei avvisi probabilmente non hanno avuto influenza sul rinnovato stato di cose (in cui c'è lo scrupolo filologico e si stanno scovando sceneggiatori prima impensati per storie di 60 anni fa e più), ma li rivango per dovere di cronaca.
- Si è scritto che Martina si guadagnò un'intervista sul Corriere della Sera grazie all'Inferno di Topolino, nelle cui tavole d'apertura campeggiava il suo nome. Ma ho spulciato i numeri del Corriere tra il 1949 e il '50 e non c'è traccia non solo di questa conversazione con l'autore piemontese, ma della minima attenzione del Corriere per il fumetto Disney. Il Corriere e qualche altro giornale, dati alla mano, intervistano Martina - soprattutto perché creatore di Paperinik e ideatore delle avventure di Pecos Bill - tra la fine degli anni '80 e i primissimi '90 (quando l'autore spirò). Dunque, questa è un'informazione che senza fonte non può più essere riportata.
- Tramonto a est (1945) è il primo e uno dei pochissimi romanzi di Martina (un altro è S. O. S. punto zero! del 1950). Verso la fine Martina, per annosi scrupoli culturali, si rammarica con l'intervistatore di esser ricordato sempre per i fumetti nonostante lui fosse stato anche romanziere. Ma è chiaro che i fumetti sono la sua produzione più importante. Comunque, si è detto di Tramonto a est che è un libro sulla sua esperienza al fronte. In realtà è un romanzo vero e proprio. Parla dell'impossibile reinserimento psicologico di un reduce nella realtà di tutti i giorni (quindi la guerra è menzionata ma non ritratta). Martina potrebbe aver sì tratto spunto dalla propria esperienza personale, dai propri dubbi e dai propri problemi una volta tornato a casa, ma non è un'autobiografia.
- Un'informazione ripetuta più volte, tanto che io stesso l'avevo inclusa a suo tempo su Wikipedia, è che Il nostro amico satellite (1957), libro didattico-ricreativo sull'astronautica, avrebbe guadagnato a Martina il prestigioso Premio Bancarellino. Ma: 1) non ci sono edizioni dell'Amico satellite anteriori al 1959; 2) il Premio Bancarellino è bandito nel 1957 e assegnato per la prima volta nel '58, e in tutte le sue edizioni non risulta la premiazione del libro di Martina. Com'è nata questa informazione? Il libro finì forse nelle semifinali e col tempo il dato è stato travisato? O è un altro premio quello che L'amico satellite ha vinto? Per curiosità: nel 1959 si chiama La storia del nostro amico satellite, nel 1963 fu riedito come Il nostro amico satellite. In assenza di fonti e chiarimenti, questo è un altro dato che non può più esser trasmesso così com'è.