Visto che nessuno l'ha ancora fatto, vorrei scrivere due righe sulla vita di Federico Pedrocchi che, pur non essendo fra i migliori autori Disney italiani, è comunque il primo in assoluto. Con il passaggio dei diritti Disney da Nerbini ( che si liberò volentieri di Mickey, non avendo compreso la natura del comic americano, snaturando il character) a Mondadori, complice una visita di Walt sulle sponde del Lago Maggiore, ove l'editore aveva la sua villa, nel marzo del 1935 fa la sua comparsa in edicola un nuovo settimanale, "I Tre Porcellini", testata ispirata alla celebre Silly Symphony e diretta dal grande Antonio Rubino. Su queste pagine già si distingue un giovane sceneggiatore/disegnatore, reduce da collaborazioni con il Corrierino e La Domenica del Corriere. Nato nel 1907 a Buenos Aires da padre bergamasco e madre monferrina, all'età di cinque anni approda in Italia in seguito al fallimento dell'azienda di famiglia. Dopo gli studi, nel 1930 apre a Milano un piccolo ufficio pubblicitario, non tralasciando la sua vera passione: la scrittura.
Impara l'inglese e si sposa nel 1934. Con l'arrivo di Topolino a Milano, Federico viene assunto nello staff Walt Disney-Mondadori. Coadiuvato da Rubino, Pedrocchi "ripulisce" il Topo nerbiniano, pedante e didascalico, riformulandolo secondo lo stile americano, con i baloons al posto delle strofette in rima. Ingaggia nomi importanti, come Pier Lorenzo De Vita, Walter Molino, Rino Albertarelli, Nino Pagot, Antonio Canale e Mauro Pinochi (autore quest'ultimo, in verità, di disegni disneyani assai modesti). La Casa Madre fornisce il materiale sindacato dagli USA, che presto si rivela quantitativamente insufficiente per il giornale italiano: già in Inghilterra si integrava con storie di produzione interna il celebre Mickey Mouse Weekly. Pedrocchi intuisce le potenzialità di Paperino, così scrive e disegna un paio di storie incentrate su Donald Duck e le invia in California, ove ricevono l'approvazione della Disney. Nel 1938, con il settimanale "Paperino e altre avventure" esordisce "Paperino e il mistero di Marte"; a partire dal quarto episodio, subentra Pinochi. Pedrocchi viene nominato direttore artistico di tutte le testate Mondadori per ragazzi, che presentavano anche personaggi non disneyani. Il 1936 vede l'ingresso di Cesare Zavattini, che si firma con lo pseudonimo di "Za".Il 31 dicembre 1937 appare così il primo fumetto italiano fantascientifico, "Saturno contro la Terra", disegnato da Giovanni Scolari. Zavattini fornisce i canovacci per le prime storie, poi viene sostituito proprio da Pedrocchi: compare così così il popolare personaggio di Rebo, ripreso in chiave comica molti anni più tardi da Luciano Bottaro. Nel 1941 arriva il celebre "Dottor Faust", che Federico affida al talentuoso disegnatore Rino Albertarelli. In seguito all'embargo sui fumetti americani, divenuto operativo nel 1942, il Nostro è costretto ad inventarsi il personaggio comico di Tuffolino, tratteggiato da De Vita. Segue una serie di storie "fasciste" imposte dal regime: per questo motivo, Rubino già nel 1940 aveva lasciato la redazione. Dopo i bombardamenti dell'ottobre 1942, la Mondadori si trasferisce ad Arona, ma Pedrocchi è già stato arruolato tre mesi prima.Prima di andare in guerra, Federico pone al sicuro la famiglia in un piccolo centro del Ceresio, Cuasso al Monte. Tornato a casa dopo l'8 settembre1943, diviene direttore delle Edizioni Carroccio, e collabora al celebre lungometraggio d'animazione "La rosa di Baghdad". Purtroppo perde la vita il 20 gennaio 1945, a soli 37 anni, sul treno Milano-Varese, presso la stazione di Gallarate, in seguito ad un bombardamento anglo-americano.