Ciò che mi ha da sempre principalmente interessato in un fumetto è la storia, intendendo con questo in primo luogo la trama, poi il modo di raccontare, infine i dialoghi eccetera; in sostanza, soggetto e sceneggiatura. Ho sempre considerato la dimensione grafica un aspetto accessorio.
Non dico che non contasse. Quando i disegni mi piacevano la lettura era più gradevole, ma essi comunque non contribuivano ad abbellire od abbruttire una storia.
Tuttavia, col passare del tempo mi sono reso conto che un autore (ma ben presto ce ne sarebbe stato anche un altro) riusciva a comunicarmi delle emozioni con il solo ausilio delle immagini: Massimo De Vita.
Se le vignette di un altro disegnatore mi trasmettevano qualcosa, questo era dovuto a cosa stava succedendo (per esempio durante i duelli, colpi di scena o sequenze piene di tensione) riconducendo ciò alla componente della scrittura.
E invece De Vita riusciva ad emozionarmi con i disegni di per sè, anche quando accadevano fatti ordinari, senza bisogno che avessero un legame diretto con la narrazione.
(Non dico che gli altri non ci fossero mai riusciti, ma mentre per loro ciò era l'eccezione, per lui era la regola.)
Non mi sono reso conto subito di quello che ora sto scrivendo (ho impiegato vent'anni a capirlo), ovvero che lo considero il secondo migliore disegnatore Disney di tutti i tempi.
Inizialmente De Vita non mi piaceva particolarmente, anzi lo consideravo nella media; tuttavia quando riconoscevo la sua mano ero contento ma questo solo perchè in genere gli venivano affidate storie di un certo livello, tanto è vero che buona parte dei miei fumetti preferiti risalenti all'infanzia portano la sua firma. Mi chiedo se il mio gradimento a quelle storie derivasse (e derivi), almeno in parte, dal suo apporto.