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storie italiote o satire?

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Paperetta
Pifferosauro Uranifago
PolliceSu

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PolliceSu
    storie italiote o satire?
    Venerdì 30 Lug 2004, 15:22:10
    secondo voi, ZP e il supercampionato, del 1990, è una storia italiota? secondo me è una bellissima satira delle follie miliardarie del calcio italiano! Certo, le storpiature dei nomi sono evidenti: Maifreddi=Maifredi, Tacchi=Sacchi, Van Pasten=Van Basten, Paggio=Baggio, Matthias=Matthaeus, Ancellundici=Ancelotti e così via... La storpiatura è un modo facile e rapido di nascondere il vero nome del personaggio, ma contemporaneamente è anche un modo di rendergli omaggio  8)

    Forza ragazzi, datemi altri esempi di satira papera!  ;D
    Io sono pa... io sono pe... io sono pi... io sono poeta!

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    Aoimoku
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      Re: storie italiote o satire?
      Risposta #1: Giovedì 30 Ago 2007, 23:10:41
      In una storia di qualche anno fa c'erano i consiglieri comunali che erano in disaccordo su tutto tranne che sull'aumentarsi lo stipendio. Vi ricorda niente? ::)

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      MarioCX
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        Re: storie italiote o satire?
        Risposta #2: Venerdì 31 Ago 2007, 08:25:19
        In una storia di qualche anno fa c'erano i consiglieri comunali che erano in disaccordo su tutto tranne che sull'aumentarsi lo stipendio. Vi ricorda niente? ::)

        I politicanti parassiti di questo schifo di paese che ci tocca mantenere.
        Giusto per essere chiaro.
        « Ultima modifica: Venerdì 31 Ago 2007, 08:25:33 da MarioCX »
        ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

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        Fernando
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          Re: storie italiote o satire?
          Risposta #3: Lunedì 3 Set 2007, 14:09:31

          I politicanti parassiti di questo schifo di paese che ci tocca mantenere.
          Giusto per essere chiaro.
           

          Mi sembra un po' esagerato dare all'Italia dello "schifo di paese"... anche perchè il "paese" siamo noi.... non pensi?

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          FL0YD
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          PolliceSu
            Re: storie italiote o satire?
            Risposta #4: Lunedì 3 Set 2007, 14:15:49
            Mi sembra un po' esagerato dare all'Italia dello "schifo di paese"... anche perchè il "paese" siamo noi.... non pensi?
            Sì, forse è un po' esagerato, ma a volte viene proprio da pensarlo! (e non mi stupisce che a MarioCX sia venuto da pensarlo mentre faceva riferimento all'aumento di stipendio dei politici)
            --- Andrea

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            Aoimoku
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            PolliceSu
              Re: storie italiote o satire?
              Risposta #5: Sabato 1 Dic 2007, 22:24:12
              Ricordo anche un certo Avvocato che chiedeva ad Amelia di far vincere la sua squadra con qualche magia ;D ;D ;D

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                Re: storie italiote o satire?
                Risposta #6: Venerdì 7 Dic 2007, 14:04:51

                Forza ragazzi, datemi altri esempi di satira papera!  ;D

                beh, ci sono storie di paperino fine anni '50 e inizio nni '60 che sono tipicamente "italiche"...

                Il territorio paperopolese dove si muove Paperino è, del tutto simile ad una città tipica italiana (Roma, Milano, Torino) di quegli anni, lo si vede dai personaggi, dai negozi tipo pizzicagnolo, la merceria, la latteria all'angolo, dal design dei palazzi con le finestre al pianterreno e i balconi a partire dal primo piano, le sale da ballo, i grandi alberghi moderni tutti vetri, con rotonda panoramica sul tetto, come in certa architettura fine anni '50, lo si intende dall'atteggiamento dei poliziotti, anzi dei VIGILI URBANI, perché tali vengono chiamati..., Lo si vede, lo si percepisce, quasi si entra in quel mondo d'epoca, grazie alla presenza dei rigattieri, dei suonatori ambulanti di pianola, dei mendicanti che poi si rivelano essere falsi mendicanti, falsi sordi, falsi ciechi, che a fine giornata lavorativa vengono a farsi prendere dall'autista...

                C'è una aura di MILANESITA' in certi passanti col cappello e cappotto e le mani in tasca che fumano la pipa, che sembrano pensionati dell'epoca cinquantenni o sessantenni, e che sono fermi al bordo del marciapiede guardando dall'alto in basso con aria sorniona le disavventure di Paperino che avvengono sotto i loro occhi, estranei come se il fatto non gli interessasse, ma allo stesso tempo divertiti della scena che stanno osservando, e che personalmente mi ricordano tanto Monsieur Hulot interpretato da Jacques Tatì...

                Adesso guardate l'immagine che segue e se avete una buona cultura delle storie di Topolino, questa foto Jacques Tatì vi ricorderà SUBITO come un flash, di certi personaggi che sono fermi sulle strade di Paperopoli rappresentata  in stile "italico" anni '50 e di quale disegnatore di epoca sto parlando...  ;D


                  

                Indovinato?  ;) :D

                Ci sono storie di Paperino di quegli anni che sono la satira di certa scuola dell'obbligo (scuole elementari, scuole medie) tipicamente italiane... Quella dei mendicanti è una...

                E c'è una certa storia pubblicata di nuovo di recente sui grandi classici di cui non ricordo mai il nome, dove Paperino viene per errore scelto come maestro, e i nipotini, ben conoscendo la sua proverbiale ignoranza, gliene combinano di tutti i colori...

                Passiamo poi per gli anni '70, dove ancora i rigattieri sono il pretesto per iniziare straordinarie avventure, e sciuramente in USA non se ne vanno in giro col carretto a mano, come ancora in quegli anni facevano i rigattieri nostrani...

                Parlo di storie diegnate da Cavazzano...

                Oppure sempre in certe storie di Paperinik e Paperinika disegnate sempre da Cavazzano, i casolari che si vedono sono tipici dell'architettura rurale italiana...

                Per non parlare della storia recente (anni '80, anni '90) di Paperino Portaborse, dove la satira politica è tutta incentrata sul Parlamento Paperopolese, che troppo ha a che vedere con quello Italiano, fra ministri che paiono De Michelis, e una certa deputata col cartello in mano "Cicciolini belli"...  ::) ;D
                « Ultima modifica: Venerdì 7 Dic 2007, 14:12:10 da RaffaeleMegabyte »
                - Debr va kripc hank talvsh hva hva brce olshk -

                - «Tripponil tripponello, caracumba cornacchiello!» - «Gasp!» -


                Lettore di Topolino dal 1969, Anime Addicted dal 1978, Utente Amiga dal 1989, Utente Pegasos II dal

                  Re: storie italiote o satire?
                  Risposta #7: Venerdì 7 Dic 2007, 18:53:28
                  questa foto Jacques Tatì vi ricorderà SUBITO come un flash, di certi personaggi che sono fermi sulle strade di Paperopoli rappresentata  in stile "italico" anni '50 e di quale disegnatore di epoca sto parlando...
                  È vero: la posa, l'abbigliamento...


                  E c'è una certa storia pubblicata di nuovo di recente sui grandi classici di cui non ricordo mai il nome, dove Paperino viene per errore scelto come maestro, e i nipotini, ben conoscendo la sua proverbiale ignoranza, gliene combinano di tutti i colori...
                  Paperino e la scuola modello, storia che adoro per il suo "sapere di antico".

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                  Paperaccio
                  Bassotto
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                    Re: storie italiote o satire?
                    Risposta #8: Sabato 8 Dic 2007, 16:16:23

                    beh, ci sono storie di paperino fine anni '50 e inizio nni '60 che sono tipicamente "italiche"...

                    Il territorio paperopolese dove si muove Paperino è, del tutto simile ad una città tipica italiana (Roma, Milano, Torino) di quegli anni, lo si vede dai personaggi, dai negozi tipo pizzicagnolo, la merceria, la latteria all'angolo, dal design dei palazzi con le finestre al pianterreno e i balconi a partire dal primo piano, le sale da ballo, i grandi alberghi moderni tutti vetri, con rotonda panoramica sul tetto, come in certa architettura fine anni '50, lo si intende dall'atteggiamento dei poliziotti, anzi dei VIGILI URBANI, perché tali vengono chiamati..., Lo si vede, lo si percepisce, quasi si entra in quel mondo d'epoca, grazie alla presenza dei rigattieri, dei suonatori ambulanti di pianola, dei mendicanti che poi si rivelano essere falsi mendicanti, falsi sordi, falsi ciechi, che a fine giornata lavorativa vengono a farsi prendere dall'autista...

                    C'è una aura di MILANESITA' in certi passanti col cappello e cappotto e le mani in tasca che fumano la pipa, che sembrano pensionati dell'epoca cinquantenni o sessantenni, e che sono fermi al bordo del marciapiede guardando dall'alto in basso con aria sorniona le disavventure di Paperino che avvengono sotto i loro occhi, estranei come se il fatto non gli interessasse, ma allo stesso tempo divertiti della scena che stanno osservando, e che personalmente mi ricordano tanto Monsieur Hulot interpretato da Jacques Tatì...

                    Adesso guardate l'immagine che segue e se avete una buona cultura delle storie di Topolino, questa foto Jacques Tatì vi ricorderà SUBITO come un flash, di certi personaggi che sono fermi sulle strade di Paperopoli rappresentata  in stile "italico" anni '50 e di quale disegnatore di epoca sto parlando...  ;D


                      

                    Indovinato?  ;) :D

                    Ci sono storie di Paperino di quegli anni che sono la satira di certa scuola dell'obbligo (scuole elementari, scuole medie) tipicamente italiane... Quella dei mendicanti è una...

                    E c'è una certa storia pubblicata di nuovo di recente sui grandi classici di cui non ricordo mai il nome, dove Paperino viene per errore scelto come maestro, e i nipotini, ben conoscendo la sua proverbiale ignoranza, gliene combinano di tutti i colori...

                    Passiamo poi per gli anni '70, dove ancora i rigattieri sono il pretesto per iniziare straordinarie avventure, e sciuramente in USA non se ne vanno in giro col carretto a mano, come ancora in quegli anni facevano i rigattieri nostrani...

                    Parlo di storie diegnate da Cavazzano...

                    Oppure sempre in certe storie di Paperinik e Paperinika disegnate sempre da Cavazzano, i casolari che si vedono sono tipici dell'architettura rurale italiana...

                    Per non parlare della storia recente (anni '80, anni '90) di Paperino Portaborse, dove la satira politica è tutta incentrata sul Parlamento Paperopolese, che troppo ha a che vedere con quello Italiano, fra ministri che paiono De Michelis, e una certa deputata col cartello in mano "Cicciolini belli"...  ::) ;D


                    Bel post.... infatti queste sono le cose che differenziano i grandi disegnatori dai "fumettari": la grande capacità di osservazione del mondo che ti circonda....

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                    Paperaccio
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                    PolliceSu
                      Re: storie italiote o satire?
                      Risposta #9: Sabato 8 Dic 2007, 16:22:01
                      In generale non credo si possa mai parlare di "satira" associata ad un prodotto Disney, mi pare molto più azzeccato il termine "italiote" usato in questo thread.
                      La satira è cosa che sta ad un prodotto Disney come la frutta tropicale sta al polo nord......
                      Diciamola tutta: la Disney avrà sempre quella condotta politically correct made in USA  parecchio ipocrita, non ha mai pubblicato un prodotto che si possa definire "satirico". E mai lo farà.
                      Un prodotto Disney deve esser fruibile da tutti e deve vendere, quindi nelle storie al massimo traspariranno elementi del paese di riferimento molto stereotipati e "nazional-popolari", così come vengono fuori dai mass-media di quel paese. Questo è l'esatto opposto della satira.

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                      PolliceSu
                        Re: storie italiote o satire?
                        Risposta #10: Sabato 8 Dic 2007, 19:25:59
                        In generale non credo si possa mai parlare di "satira" associata ad un prodotto Disney, mi pare molto più azzeccato il termine "italiote" usato in questo thread.
                        La satira è cosa che sta ad un prodotto Disney come la frutta tropicale sta al polo nord......
                        Diciamola tutta: la Disney avrà sempre quella condotta politically correct made in USA  parecchio ipocrita, non ha mai pubblicato un prodotto che si possa definire "satirico". E mai lo farà.

                        No, per favore se dici così pare che i fumetti Disney non siano anche essi inseriti nella STORIA moderna, facendo spesso e volentieri satira dei costumi e delle situazioni storiche e politiche contingenti...

                        Certo hanno sempre portato avanti sicuramente una visione del mondo degli USA come "avanguardia"... Questo non lo si può negare, e dal punto di vista della qualità della vita, hanno avuto pure ragione..

                        Certamente la Disney non ha mai rinunciato al Politically Correct (l'hanno inventato loro)...

                        Ma i disegnatori Disney non hanno neanche loro rinunciato mai a tirare delle frecciatine molto sagaci...

                        Ad esempio ti dice nulla il nome "Brutopia"?



                        http://www.comicus.it/view.php?section=analisi&id=36

                        Vado a citare...

                        Citazione
                        La storie di Barks sono sempre uno specchio dei tempi in cui sono state realizzate, e forse quella in oggetto ne è l'esempio più calzante: quando Barks realizzò questa storia, negli anni '50, si era infatti in piena guerra fredda tra le due superpotenze mondiali, Stati Uniti e Unione Sovietica. Appare naturale che l[ch8217]autore abbia voluto mettere alla berlina la situazione internazionale. Nella storia, l'antagonista è un ambasciatore della Brutopia (nazione fittizia dietro la quale non è difficile scorgere l'URSS) che Barks raffigura come "un amalgama di più esponenti di varie nazioni, sempre affamate di armi". E cosa ci fa un ambasciatore della grande Brutopia a Paperopoli? Ovviamente vuole impadronirsi di una palla compressa del più raro elemento conosciuto al mondo, il bombastium,

                        [CUT]


                        Osserva l'ambasciatore Brutopiano sulla destra dell'immagine...



                        Ora confrontalo con Nikita Krusciov quando era ambasciatore all'ONU...



                        Senza contare le volte che Topolino è sceso in campo politicamente DIRETTAMENTE per supportare lo sforzo bellico USA...



                        E senza contare le gustose satire di costume di Floyd Gottfredson, piene di donnine dell'epoca, disegnate come Pin-up girls, con Minni che pensa solo a spendere e spandere per cappellini...



                        E cosa dobbiamo dire delle storie italiane del periodo dal '68 in poi, quando la Disney Italia non esisteva ancora e le storie di Topolino erano in mano alla Mondadori, che aveva campo libero e carta bianca?

                        Ci sono storie molto "sinistorse" come voleva lo spirito politico italiano dell'epoca...

                        Vi ricordate certe storie con un Paperino molto contestatore, come i ragazzi del '68, con Qui, Quo, Qua che fanno da coscienza politica, ricordando sempre agli zii dove è l'onestà e la via del buon cittadino, mentre Zio Paperone si comporta molto da plutocrate (capitalista) e vorrebbe chessò, INGUATTARE (nascondere come diciamo noi a Napoli) il denaro, per non farlo trovare agli agenti del fisco...???

                        Hanno un sapore di un certo "comunismo" di stampo "colto" e in parte "borghese, tutto italiano, e tutto di epoca anni '70...

                        E quelle dove i nipotini per "redimersi" di essere stati buoni a causa di una macchina creata da Archimede, che rende tutti buoni, si mettono a lanciare sassi con le fionde colpendo i cappelli alla gente?

                        Quando poi le storie non sono dichiaratamente femministe, a proclamare l'avvenuta liberazione della Donna...

                        Paperinika docet...  :D ;) ::)



                        E che dire delle storie, a partire dagli anni '70 e fino agli anni '90 dove i sindaci di Paperopoli, sono visti come intrallazzatori e faccendieri, pronti a comprare i voti dei cittadini, o a farsi supportare da Zio Paperone per riconquistare la carica di Sindaco?

                        E come non ricordare le volte quando è proprio lo stesso Zio Paperone che vuole conquistarsi il "cadreghino" di sindaco, con brogli e comprando voti dai paperopolesi?

                        Storie così certamente al giorno d'oggi non sarebbero più proponibili....

                        Certo che oggi con l'arrivo della Disney direttamente in Italia, ci devono essere state delle direttive precise a parte del management, che deve sicuramente provenire dagli USA, che porta avanti una politica di Politically Correct TOTALE, spingndo in maniera assurda storie banali e inconcludenti, e addirittura arrivando ad una CENSURA, ridicola, e che rovina le storie d'epoca, riproposte nei classici, come accade con questa vignetta di una storia di Topolino:

                        Qui è l'originale...

                        Ma se ricordo bene, di recente è stata CENSURATA e la parola "PAZZO" cambiata con un altra, mi sembra "SPOSTATO"...



                        http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1321-A

                        https://www.papersera.net/search/searchcodeIT.php?p_codice=I+TL+1321-A

                        (Se la trovo in breve tempo, scanno quella modificata e ve la posto... Se qualcuno è più rapido di me e la posta prima lui, ben venga...)

                        Perché anche in Italia sono applicate in maniera ossessiva le regole cretine del Politically Correct USA, dove nei fumetti per bambini non deve appariere la parola "pazzo", e la regola viene appunto applicata alla lettera anche in Italia, senza avere un minimo di rispetto nè per l'integrità del fumetto come opera d'arte, ma visto solo come prodotto destinato alla vendita di massa, né denotando ALCUN RISPETTO della dirigenza USA verso la cultura italiana, dove pure queste storie Disney sono nate, e dove la parola "pazzo" non è mai stata un tabù nei fumetti per bambini, giammai vietata, e giammai  DEMONIZZATA, perché tutto vogliamo noi italiani, tranne che i nostri figli crescano stupidi o deficienti, o privi di un certo retroterra culturale, che gli permetta di parlare faccia a faccia con le persone, e proviamo appunto a pensare anche solo al fatto che Topolino fino a poco tempo fà forniva alla grande un buon background culturale, mentre oggi sta diventando con questa censura strisciante, un mezzo di stupidità collettiva...

                        Purtroppo...  :-/

                        Ci sono storie letteralmente massacrate,  che mancano di continuità logica del discorso... rendendo i bambini perplessi, e noi adulti imbarazzati nel dover spiegare loro le palesi inconguenze delle storie censurate... quando non siamo addirittura INDIGNATI perché la storia è stata massacrata e anche la sua testimonianza storica, di fumetto di epoca, E DI OPERA D'ARTE (certamente opera d'arte moderna, ma sempre e comunque opera d'arte), viene messa in discussione dalle parole cambiate da una improvvida censura...  :'( :-X
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                          Re: storie italiote o satire?
                          Risposta #11: Sabato 8 Dic 2007, 22:59:12

                          Certamente la Disney non ha mai rinunciato al Politically Correct (l'hanno inventato loro)...

                          Si parla in termini assoluti?
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                            Re: storie italiote o satire?
                            Risposta #12: Domenica 9 Dic 2007, 03:56:47

                            Si parla in termini assoluti?

                            No, solo in senso lato... Il termine è recente e coniato dai mass-media, invece il complesso di meccanismi, politiche interne e regolamenti, atti a non offendere nessuno (gruppo etnico, fascia di età dei fruitori, orientamento politico) è principalmente una invenzione Disney...

                            Quando ancora questa serie di regole atte a non offendere nessuno era già in vigore in Disney, e la Disney sfornava storie e cartoni animati con atmosfere, e ambientazione internazionali, con protagonisti stranieri "positivi" come José Carioca e il piccolo aeroplanino delle Ande, nel resto di Hollywood ancora si concepivano i personaggi di colore come se fossero delle macchiette divertenti e ridicole, tipo le cameriere grasse stile "matrone" nere, nei cartoni di Tom & Jerry oppure il peronaggio di "Mami" nel film "Via col Vento", una macchietta assoluta, e un'archetipo della schiava "di famiglia" fedele  che parla in slang da schiavo di colore ("con i verbi all'infinito e la sonorizzazione della "P" che si muta in "B" come in "Badrone", "Badrona"), personaggio per il quale però bisogna dire pure che l'attrice Hattie Mc. Daniel vinse un Oscar con questa interpretazione, prima attrice di colore (in assoluto) a vincere il prestigioso premio.



                            Citazione
                            * Quello che uomini dire e quello che uomini pensare essere due cose, e a me non parere che lui [Ashley Wilkes] avere chiesto di sposarti! (Mami)

                            * Io sempre detto che donna in pubblico deve mangiare uccellino e non ingozzarsi come tacchino. (Mami)

                            Se poi vogliamo essere puntigliosi, potremmo pure ammettere che la Disney  disegnava personagi stranieri, ma sempre e solo "bianchi" o di origini europeo-occidentali, come i latino-americani, mentre non aveva alcun personaggio in assoluto "di colore"...

                            A questa affermazione posso però obbiettare il fatto CONCRETO che gli stessi schemi di colorazione di Topolino, Minni e Pippo sono ambigui, e mentre i visi di Topolino e Pippo sono bianchi, il resto del corpo è nero, facilitandone l'accettazione presso gruppi etnici fra i più vari e diversi, rendendoli simpatici sia ai "bianchi" che ai "negri" (*)



                            Anche se ammetto che questa mia osservazione dei colori di Topolino e Pippo e della loro loro colori base è solo un'osservazione stettamente PERSONALE, e non suffragata da riscontri oggettivi, e neppure da alun trattato scientiico su tali caratteristiche.

                            Topolino non è né bianco, né nero. E'un animale umanizzato, disegnato a tutto tondo, con occhioni grandi, grande sorriso e dotato, come personaggio di grande umanità, e come tale suscita la nostra simpatia e il nostro affetto.

                            Però posso tranquillamente affermare, senza paura di essere smentito, o se lo sarò, lo sarò solo in parte, che tutta una serie di cose e di fatti e l'attuazione di tutta una serie di regolamenti interni nella realizzazione di cartoni animati e film, del tutto politically correct ante-litteram fa sì che la Disney sia stata la prima ditta al mondo ad adottare un comportamento (interamente o quasi) politically correct, almeno nei fatti se non nel nome.

                            Ma anche mancando il termine proprio "politically correct", non cambia invece la sostanza delle cose.

                            Scusate se sono stato prolisso, retorico e ampolloso...  ;) ;D 8-)




                            -----
                            (*) = Uso qui la parola "negri" nella più pura lingua italiana dove tale parola, così come in francese, non è una parolaccia come invece lo è putroppo in lingua inglese, e come di recente si tende a farla diventare tale, e di conseguenza "vietata" e "scorretta".

                            Difatti tale è stata più volte PURTROPPO censurata nelle storie "storiche" di Paperino e Topolino ristampate di recente, dimostrando un'ennesima volta che la censura politically correct di stampo anglosassone è ridicola, asfissiante e non tiene conto della storia culturale delle nazioni in cui viene PEDISSEQUAMENTE applicata, come avvenuto proprio qui in Italia con le storie Disney.

                            Negro è la parola che indica un colore scuro, o una persona di colore, direttamente derivata dall'aggettivo latino Niger-Nigra-Nigrum. Nel 1700 circa, in Usa la parola "nigger" incomincia ad essere usata in senso dispregiativo, indicando nel nero "negro" un essere di natura inferiore, se non mentalmente inferiore.

                            Da noi non ha mai avuto questo senso ancora ed oltre il 1950, 1960.
                            Poi dopo il 1970 e con l'avvento dei film Black Power, come il "Detective Shaft", abbiamo sofferto una strisciante colonizzazione culturale, che di recente ha fatto praticamente vietare l'uso della parola "negro", ma ancora numerosi stranieri di colore, e di una certa rilevanza culturale, come il giornalista sportivo IDRIS (Edrissa Sanneh) che tutti conosciamo perché ospite fisso della TV italiana, ci rinfacciano che l'uso di negro in italiano NON E' parolaccia...



                            Senza contare, poi, dell'uso che ancora se ne fa in Francia, dove "negro", "negresse", non sono affatto parolacce, ma dove sono rimaste tali perché c'è una legge che protegge la lingua dall'attaco di influenze culturali esterne, che in Italia potremmo solo considerare nazionalistico-sciovinsta.

                            Preferisco di grand lunga un'italiano internazionalizzato e moderno, ad un purista che non accetta alcuna influenza esterna.

                            Non sono sciovinista e non credo che la lingua italiana accogliendo parole inglesi si stia imbastardendo, anzi, si sta solo evolvendo, e non ammetterei mai una legge che "protegga" l'italiano, perché ci porterebbe indietro all'epoca fascista dove non si poteva dire "goal" perché paola straniera, sostituito dall'italico "RETE!" o croissant, sostituito da "cornetto"... e tutta una serie di regole assurde di questo tipo...

                            Ciò non toglie che dall'estero gradirei assai accogliere solo le modifiche "positive" che arricchiscono la mia lingua, mentre ovviamente non gradisco affatto che parole italiane vengano vietate, perché per puro caso, o per una differente evoluzione in altre lingue assomigliano a parolacce.

                            Lo scambio culturale e l'arricchimento reciproco mi sta bene, Una strisciante colonizzazione culturale, sicuramente NO! :-? :P
                            « Ultima modifica: Domenica 9 Dic 2007, 04:46:43 da RaffaeleMegabyte »
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                              Re: storie italiote o satire?
                              Risposta #13: Domenica 9 Dic 2007, 11:37:40
                              La cosa sta assumendo l'aspetto di un trattato. Sono d'accordo più o meno su tutto, tranne qualche dettaglio su cui però non mi pare il caso di tornare.
                              Per rimanere IT, c'è da dire che ci sono diverse storie Disney anni '30, '40, '50, americane e italiane, in cui compaiono indigeni africani con la pelle scura e i labbroni, la cui unica attività sembra essere quella di andare a caccia di malcapitati esploratori per bollirli vivi e papparseli. Pochi giorni fa ho riletto una storia (ho un vuoto di memoria e adesso non ricordo quale) in cui un indigeno del genere è definito, mi pare da Paperino, con l'appellativo di "mangiacristiani". Forse però queste scene erano viste solo come gag per divertire e non avevano a che fare con il concetto di politically correct.
                              Quanto alla satira, è classica quella sociale, soprattutto relativamente alla televisione e alla pubblicità e ai loro effetti sulle masse.

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                                Re: storie italiote o satire?
                                Risposta #14: Lunedì 10 Dic 2007, 08:23:17
                                Per rimanere IT, c'è da dire che ci sono diverse storie Disney anni '30, '40, '50, americane e italiane, in cui compaiono indigeni africani con la pelle scura e i labbroni, la cui unica attività sembra essere quella di andare a caccia di malcapitati esploratori per bollirli vivi e papparseli.
                                E aggiungo che in "Andiamo a scuola con..." (Martina/Carpi) del 1955 compaiono due persone di colore, Bombo e Bamba, che aiutano un giovanissimo Paperone a ritrovare 25 centesimi che aveva perso. Queste due persone avevano tutta l'aria di due schiavi negri (e sono della stessa idea di Raffaele sull'uso di questa parola) dell'America di fine '800. Quindi...

                                ----------

                                A proposito, per tornare a bomba col topic, come non pensare a quella grande miniera di riferimenti alla società italiana postbellica che è "L'Inferno di Topolino"?
                                E lì abbiamo: i bambini che picchiano la Matematica e tirano le pagelle a "color che son sospesi" (Ovidio, Cicerone...); il fiammifero del Monopolio che non s'accendeva mai; il treno degli sfollati; la Sisal; l'arbritro venduto ("Quella squadra m'era molto cara! M'aveva regalato un milione!"); Enza ed Eulalia...

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