Si parla in termini assoluti?
No, solo in senso lato... Il termine è recente e coniato dai mass-media, invece il complesso di meccanismi, politiche interne e regolamenti, atti a non offendere nessuno (gruppo etnico, fascia di età dei fruitori, orientamento politico) è principalmente una invenzione Disney...
Quando ancora questa serie di regole atte a non offendere nessuno era già in vigore in Disney, e la Disney sfornava storie e cartoni animati con atmosfere, e ambientazione internazionali, con protagonisti stranieri "positivi" come José Carioca e il piccolo aeroplanino delle Ande, nel resto di Hollywood ancora si concepivano i personaggi di colore come se fossero delle macchiette divertenti e ridicole, tipo le cameriere grasse stile "matrone" nere, nei cartoni di Tom & Jerry oppure il peronaggio di "Mami" nel film "Via col Vento", una macchietta assoluta, e un'archetipo della schiava "di famiglia" fedele che parla in slang da schiavo di colore ("con i verbi all'infinito e la sonorizzazione della "P" che si muta in "B" come in "Badrone", "Badrona"), personaggio per il quale però bisogna dire pure che l'attrice Hattie Mc. Daniel vinse un Oscar con questa interpretazione, prima attrice di colore (in assoluto) a vincere il prestigioso premio.
* Quello che uomini dire e quello che uomini pensare essere due cose, e a me non parere che lui [Ashley Wilkes] avere chiesto di sposarti! (Mami)
* Io sempre detto che donna in pubblico deve mangiare uccellino e non ingozzarsi come tacchino. (Mami)
Se poi vogliamo essere puntigliosi, potremmo pure ammettere che la Disney disegnava personagi stranieri, ma sempre e solo "bianchi" o di origini europeo-occidentali, come i latino-americani, mentre non aveva alcun personaggio in assoluto "di colore"...
A questa affermazione posso però obbiettare il fatto CONCRETO che gli stessi schemi di colorazione di Topolino, Minni e Pippo sono ambigui, e mentre i visi di Topolino e Pippo sono bianchi, il resto del corpo è nero, facilitandone l'accettazione presso gruppi etnici fra i più vari e diversi, rendendoli simpatici sia ai "bianchi" che ai "negri" (*)
Anche se ammetto che questa mia osservazione dei colori di Topolino e Pippo e della loro loro colori base è solo un'osservazione stettamente PERSONALE, e non suffragata da riscontri oggettivi, e neppure da alun trattato scientiico su tali caratteristiche.
Topolino non è né bianco, né nero. E'un animale umanizzato, disegnato a tutto tondo, con occhioni grandi, grande sorriso e dotato, come personaggio di grande umanità, e come tale suscita la nostra simpatia e il nostro affetto.
Però posso tranquillamente affermare, senza paura di essere smentito, o se lo sarò, lo sarò solo in parte, che tutta una serie di cose e di fatti e l'attuazione di tutta una serie di regolamenti interni nella realizzazione di cartoni animati e film, del tutto politically correct ante-litteram fa sì che la Disney sia stata la prima ditta al mondo ad adottare un comportamento (interamente o quasi) politically correct, almeno nei fatti se non nel nome.
Ma anche mancando il termine proprio "politically correct", non cambia invece la sostanza delle cose.
Scusate se sono stato prolisso, retorico e ampolloso...
8-)
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(*) = Uso qui la parola "negri" nella più pura lingua italiana dove tale parola, così come in francese, non è una parolaccia come invece lo è putroppo in lingua inglese, e come di recente si tende a farla diventare tale, e di conseguenza "vietata" e "scorretta".
Difatti tale è stata più volte PURTROPPO censurata nelle storie "storiche" di Paperino e Topolino ristampate di recente, dimostrando un'ennesima volta che la censura politically correct di stampo anglosassone è ridicola, asfissiante e non tiene conto della storia culturale delle nazioni in cui viene PEDISSEQUAMENTE applicata, come avvenuto proprio qui in Italia con le storie Disney.
Negro è la parola che indica un colore scuro, o una persona di colore, direttamente derivata dall'aggettivo latino Niger-Nigra-Nigrum. Nel 1700 circa, in Usa la parola "nigger" incomincia ad essere usata in senso dispregiativo, indicando nel nero "negro" un essere di natura inferiore, se non mentalmente inferiore.
Da noi non ha mai avuto questo senso ancora ed oltre il 1950, 1960.
Poi dopo il 1970 e con l'avvento dei film Black Power, come il "Detective Shaft", abbiamo sofferto una strisciante colonizzazione culturale, che di recente ha fatto praticamente vietare l'uso della parola "negro", ma ancora numerosi stranieri di colore, e di una certa rilevanza culturale, come il giornalista sportivo IDRIS (Edrissa Sanneh) che tutti conosciamo perché ospite fisso della TV italiana, ci rinfacciano che l'uso di negro in italiano
NON E' parolaccia...
Senza contare, poi, dell'uso che ancora se ne fa in Francia, dove "negro", "negresse", non sono affatto parolacce, ma dove sono rimaste tali perché c'è una legge che protegge la lingua dall'attaco di influenze culturali esterne, che in Italia potremmo solo considerare nazionalistico-sciovinsta.
Preferisco di grand lunga un'italiano internazionalizzato e moderno, ad un purista che non accetta alcuna influenza esterna.
Non sono sciovinista e non credo che la lingua italiana accogliendo parole inglesi si stia imbastardendo, anzi, si sta solo evolvendo, e non ammetterei mai una legge che "protegga" l'italiano, perché ci porterebbe indietro all'epoca fascista dove non si poteva dire "goal" perché paola straniera, sostituito dall'italico "RETE!" o croissant, sostituito da "cornetto"... e tutta una serie di regole assurde di questo tipo...
Ciò non toglie che dall'estero gradirei assai accogliere solo le modifiche "positive" che arricchiscono la mia lingua, mentre ovviamente non gradisco affatto che parole italiane vengano vietate, perché per puro caso, o per una differente evoluzione in altre lingue assomigliano a parolacce.
Lo scambio culturale e l'arricchimento reciproco mi sta bene, Una strisciante colonizzazione culturale, sicuramente NO!